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Notiziario Marketpress di Mercoledì 13 Giugno 2012
 
   
  BOLZANO: STUDIO ASTAT SUGLI INDICATORI DELLA STRATEGIA “EUROPA 2020”

 
   
  Bolzano, 13 giugno 2012 – Di seguito una nota dell’assessore Widmann in merito allo studio Astat sugli indicatori della strategia “Europa 2020”. L’istituto provinciale di statistica (Astat) ha determinato per l’Alto Adige gli indicatori della strategia Europa 2020. Raffrontando i risultati ottenuti con i territori limitrofi vengono individuati i punti di forza e di debolezza dell’economia altoatesina. Fra i punti di forza dell’Alto Adige spicca l’occupazione. Notevoli opportunità si delineano nel campo della formazione e della ricerca. Come punti deboli si identificano l’incremento dell´intensità energetica ed il rischio povertà. Di seguito la nota dell’assessore provinciale Thomas Widmann. L’assessore provinciale Thomas Widmann ha diramato questo pomeriggio una nota in merito alla pubblicazione dell’Istituto provinciale di statistica (Astat) riguardante i punti di forza di debolezza dell’economia altoatesina in relazione agli indicatori della strategia “Europa 2020”. In merito al dato riguardante la bassa percentuale investita dall’Alto Adige nel campo della Ricerca e Sviluppo (0,57% del Pil a fronte dell’1,26% a livello nazionale e del 2,76% dell’Austria) l’assessore Widmann sottolinea che da anni, con il collega Roberto Bizzo, è impegnato per aumentare questa percentuale ed aggiunge “Proprio in un periodo come quello attuale, caratterizzato da una crisi economica, è importante non risparmiare in questo settore, bensì aumentare gli investimenti nel campo della ricerca e dello sviluppo per realizzare nuovi prodotti, avere maggiore innovazione e nuove tecnologie in grado di promuovere le vendite e l’economia nel suo complesso”. Proprio per questa ragione, secondo Widmann, è opportuno realizzare il Parco tecnologico grazie al quale sarà possibile dare un impulso significativo alla ricerca ed allo sviluppo di nuovi prodotti in Alto Adige. Sia l’Unione Europea che la Germania puntano ad aumentare entro il 2020 la percentuale di Pil dedicata a questo settore sino al 3% ed anche l’obiettivo dell’Alto Adige, secondo l’assessore Widmann, dovrà essere in quest’ordine di valori. Tra i maggiori punti di forza dell’Alto Adige, secondo lo studio appena pubblicato dall’Astat, vi è in primo luogo il livello occupazionale. Il numero degli occupati tra il 2005 ed il 2010 è cresciuto del 2,7% e corrisponde ad un tasso di occupazione pari al 78%. “Si tratta” sottolinea Widmann “ di un tasso di occupazione non solo superiore a quello che si registra in Italia, in Austria ed in Germania o rispetto alla media europea, ma che supera addirittura l’obiettivo fissato dall’Unione Europea al 75% per il 2020”. Questo livello occupazionale secondo l’assessore provinciale rispecchia la correttezza delle scelte fatte a livello provinciale per quanto riguarda la sicurezza del posto di lavoro, ad esempio nel campo della formazione così come per la conciliabilità tra il lavoro e la famiglia. Questi aspetti sono particolarmente importanti per quanto riguarda le donne il cui tasso di occupazione nel periodo 2005 – 2010 è aumentato sensibilmente del 5%. Un’attenzione particolare sarà inoltre posta dalla politica provinciale nei confronti della formazione di forza lavoro qualificata, molto richiesta dalle imprese locali. Per quanto riguarda l’ambiente l’assessore Widmann rileva che lo studio dell’Astat registra sia un aumento dei gas di scarico lungo l’asse del Brennero a causa del traffico veicolare e del trasporto merci, che un aumento della percentuale di energie rinnovabili. Per ridurre l’emissione di gas di scarico inquinanti, secondo l’assessore Widmann, la costruzione del tunnel di base del Brennero rappresenta un obiettivo importante che consentirà di spostare il traffico su gomma progressivamente su rotaia. “Uno degli aspetti di forza dell’economia altoatesina” prosegue l’assessore Widmann, nella sua disamina “è rappresentato dal progressivo aumento della percentuale di energie rinnovabili utilizzate che attualmente in Alto Adige rappresentano il 34,8%, mentre a livello nazionale si registra l’8,9%, in Austria il 29,7%, in Germania il 9,8% e la media dell’Unione Europea è dell’11,7%. L’alto Adige in questo campo si colloca al di là degli obiettivi posti dall’Ue per il 2020 e svolge un ruolo di punta che è da ricondurre, secondo Widmann, anche alle politica di incentivi che e stata portata avanti dalla Provincia autonoma. “Di questa politica si avvantaggiano non solamente l’economia ed i cittadini, ma anche l’ambiente” afferma Widmann. Nel suo studio l’Astat si occupa anche della povertà della popolazione e sottolinea che in Alto Adige circa l’1,4% della popolazione si trova in condizioni di sensibile deprivazione (la media Ue è dell’8,1%) mentre circa il 5,1% delle famiglie si trova a livelli economici piuttosto bassi (la media Ue è del 10%). Si registrano dei dati meno positivi per quanto riguarda i casi di persone vicine alla soglia di povertà in base alle prestazioni sociali, questo dati si colloca ai livelli europei ma è più alto di quello registrato in Austria o in Germania. “Per ridurre il numero di persone che fanno ricorso ai servizi sociali” secondo Widmann “è importante realizzare posti di lavoro sostenendo l’economia, una misura che proprio in questi giorni è in fase di discussione nell’ambito della Giunta provinciale. Attraverso incontri e confronti con le associazioni imprenditoriali e le banche stiamo operando attivamente per migliorare questa situazione” conclude l’assessore.  
   
 

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