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Notiziario Marketpress di
Giovedì 14 Giugno 2012 |
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PARLAMENTO EUROPEO: UNA GOVERNANCE ECONOMICA CAPACE DI CREARE CRESCITA
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Strasburgo, 14 giugno 2012 - La prossima legislazione sulla governance economica deve essere rivolta alla crescita e il nuovo potere di veto della Commissione europea sui bilanci nazionali sottoposto a un controllo democratico più stringente, secondo quanto approvato mercoledì dal Parlamento nella sua posizione sul cosiddetto "two-pack". Le modifiche più rilevanti alla proposta della Commissione sono un nuovo capitolo sul coordinamento delle politiche economiche, una parziale condivisione del debito della zona euro e la tutela giuridica per i paesi a forte rischio default. Il voto di mercoledì arriva dopo che la commissione per gli affari economici e monetari aveva approvato i due testi con una maggioranza non abbastanza ampia per offrire un mandato politico chiaro per cominciare i negoziati con il Consiglio. Con il mandato della Plenaria approvato mercoledì, i negoziatori del Parlamento possono ora cominciare il loro lavoro. Jean-paul Gauzes (Ppe, Fr), relatore per la legislazione sui paesi in forti difficoltà finanziarie, ha dichiarato che "se tali regole fossero state in vigore già due anni fa, si sarebbero potuti evitare i problemi che oggi alcuni paesi stanno sperimentando, poiché sarebbero state intraprese rapidamente delle azioni chiare". Elisa Ferreira (S&d, Pt), relatrice sul testo legislativo che rafforza gli obblighi d´informazione sui bilanci per tutti i governi della zona euro, ha sostenuto che le nuove regole devono riflettere un contesto politico più ampio. "La disciplina fiscale non può essere l´alfa e l´omega della nostra strategia. Abbiamo bisogno di riequilibrare i nostri obiettivi a breve termine e affrontare anche le questioni della crescita e il circolo vizioso degli alti tassi d´interesse sul finanziamento del debito". Fondo di redenzione, eurobond e investimenti in infrastrutture - La posizione del Parlamento sul pacchetto legislativo prevede alcuni strumenti per un´immediata risposta alla crisi del debito. Il più importante è probabilmente il Fondo europeo di redenzione che dovrebbe essere creato per condividere la frazione di debito dei paesi della zona euro che supera il 60% dei rispettivi Pil. Il debito complessivo, che oggi ammonta a 2,3 trilioni di euro, sarebbe poi ripagato su un periodo di 25 anni a un tasso d´interesse medio più basso. Questo sistema darebbe un po´ di respiro alle finanze dei paesi che devono affrontare forti riforme strutturali e contribuirebbe a interrompere la spirale: aumento tassi d´interesse, maggior debito, minor crescita. Inoltre, come soluzioni a più lungo termine, i deputati propongono che, un mese dopo l´entrata in vigore della legislazione, la Commissione presenti una tabella di marcia per l´introduzione degli eurobond e una proposta per uno strumento di crescita capace di mobilitare l´1% del Pil l´anno, su 10 anni, per investimenti in infrastrutture. Sì ai nuovi poteri di sorveglianza della Commissione, ma con maggior controllo - L´esercizio dei nuovi poteri di sorveglianza della Commissione dovrebbe essere monitorato più da vicino dagli Stati membri e dal Parlamento europeo per garantire un maggior controllo democratico. A tal fine, i deputati propongono che questi nuovi poteri siano rivisti ogni 3 anni e che il Parlamento e il Consiglio abbiano la possibilità di revocarli. Il testo che riguarda i poteri della Commissione sui paesi che rischiano il fallimento, così come emendato dal Parlamento, pone l´Esecutivo europeo in una posizione più forte rispetto a quella prevista dalla proposta legislativa originaria, in particolare prevedendo un uso più frequente della maggioranza qualificata "inversa" per le votazioni in Consiglio. Per esempio, tale regola si applicherebbe alle raccomandazioni della Commissione su misure correttive da intraprendere da parte di un paese in difficoltà o nel caso della presentazione di un piano di riduzione del debito. Tali decisioni sarebbero ritenute adottate in mancanza di un voto contrario del Consiglio. La crescita è l´obiettivo finale - Entrambe le posizioni del Parlamento sui due testi in esame sottolineano la necessità di evitare che la disciplina fiscale costituisca un ostacolo alla crescita. Pertanto, la valutazione del bilancio paese per paese della Commissione dovrebbe evitare che i tagli ai bilanci blocchino investimenti che potrebbero creare crescita. Infatti, il Parlamento propone di escludere tagli su istruzione e sanità per i paesi ai quali sono richieste forti diminuzioni della spesa, in particolare per quelli in gravi difficoltà finanziarie. La Commissione dovrebbe inoltre monitorare possibili effetti a catena per evitare che le difficoltà di un paese abbiano ripercussioni su altri. Il Parlamento propone anche che gli Stati membri siano obbligati a dettagliare i propri investimenti con un potenziale occupazionale e di crescita e che le scadenze per la riduzione del debito siano applicate in maniera più flessibile, tenendo conto cioè di circostanze eccezionali o di una grave recessione economica. Infine, i deputati auspicano che sia data la possibilità ai partner sociali e alla società civile di esprimere il proprio parere pubblicamente sulle raccomandazioni della Commissione. Tutela giuridica per i paesi sull´orlo del fallimento - I deputati propongono una nuova regola che darebbe alla Commissione il potere di sottoporre a tutela giuridica un paese sull´orlo del default per assicurare maggiore chiarezza giuridica, stabilità e prevedibilità al percorso da intraprendere per risolvere le criticità. Una volta sotto protezione, il paese non potrebbe essere dichiarato in fallimento, i creditori dovrebbero palesarsi entro due mesi e gli interessi sui prestiti sarebbero congelati. La relazione Gauzès è stata approvata con 471 voti a favore, 97 contrari e 78 astensioni. La relazione Ferreira è stata approva con 501 voti a favore, 138 contrari e 36 astensioni. |
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