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Notiziario Marketpress di Giovedì 14 Giugno 2012
 
   
  SCOPERTA UNA NUOVA FORMA DI AMILOIDOSI CON IL CONTRIBUTO DEI RICERCATORI DELLA UNIVERSITÀ DI PAVIA.

 
   
  Pavia, 7 giugno 2012 - Sull’ultimo numero del New England Journal of Medicine ( http://www.Nejm.org ) viene riportata l’identificazione e la caratterizzazione molecolare di una forma molto rara di amiloidosi familiare causata da una proteina che in forma non mutata causa generalmente l’amiloidosi associata a trattamenti emodialitici prolungati. Questa scoperta getta una nuova luce sul meccanismo di formazione del materiale amiloide patologico e dimostra come la ricerca sulle malattie rare, oltre a rispondere a forti motivazioni etiche, può avere importanti e benefici risvolti nella comprensione di malattie più comuni. La proteina responsabile di questa nuova forma di amiloidosi è la 2-microglobulina che svolge normalmente una funzione molto importante nel sistema immunitario. Questa proteina è stata studiata intensamente negli ultimi anni perché associata all´amiloidosi che complica i trattamenti emodialitici prolungati, ma anche come proteina modello per capire i meccanismi generali della formazione degli aggregati amiloidi responsabili di gravi malattie associate all´invecchiamento. Gli studi condotti su questa forma mutata della proteina chiariscono alcuni aspetti molecolari del processo patologico finora sconosciuti. Lo studio, coordinato da Vittorio Bellotti, è stato reso possibile dal lavoro di Monica Stoppini, Patrizia Mangione, Sofia Giorgetti e Riccardo Porcari che afferiscono all’Istituto di Biochimica del Dipartimento di Medicina Molecolare e alla Facoltà di Farmacia. Insostituibile e’ stata la collaborazione con il gruppo del Prof. Martino Bolognesi dell’Università Statale di Milano e il coinvolgimento di ricercatori Francesi e Inglesi. In particolare, anche in questo caso, si è rivelata fondamentale la collaborazione con il gruppo del Prof. Mark Pepys del National Amyloidosis Centre dell’Ucl di Londra. E´ doveroso ricordare il sostegno alla ricerca di Istituzioni Italiane: la Fondazione Cariplo, la Regione Lombardia, la Fondazione Banca del Monte, il Miur e il Centro per lo Studio delle Amiloidosi Sistemiche del Policlinico S. Matteo di Pavia. A ulteriore commento, Bellotti aggiunge che la collaborazione internazionale è una opportunità unica per valorizzare il patrimonio intellettuale di cui è ancora molto ricco il nostro Paese e la nostra Università. Tuttavia, le collaborazioni scientifiche internazionali sono straordinariamente impegnative. Se vogliamo sostenerle e’ necessario che il sistema ascolti con più attenzione i nostri ricercatori e renda disponibili, per soddisfare le necessità della ricerca competitiva, tutte le risorse umane e finanziarie ancora disponibili.  
   
 

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