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Notiziario Marketpress di Lunedì 18 Giugno 2012
 
   
  TIPI DIVERSI DI CONTATTO HANNO EFFETTI DIVERSI SULLE NOSTRE EMOZIONI

 
   
  Bruxelles, 18 giugno 2012 - Un team internazionale di scienziati provenienti da Paesi Bassi, Italia e Stati Uniti ha scoperto che quando il cervello fa un collegamento tra il tatto e l´emozione, l´associazione comincia nella corteccia somatosensoriale primaria del cervello. Finora, i neuroscienziati pensavano che questa regione rispondesse solo al contatto in quanto tale e non alla sua qualità emotiva. In un articolo pubblicato sulla rivista Pnas, il team spiega come ha misurato l´attivazione del cervello. Soggetti maschi eterosessuali sono stati messi in uno scanner per la risonanza magnetica (Mri) funzionale, ognuno di essi è stato accarezzato sulla gamba in due condizioni diverse. La prima condizione prevedeva che guardassero un video di una donna attraente che si chinava per accarezzarli, nella seconda invece c´era un uomo che faceva la stessa cosa. I soggetti maschi hanno riferito che l´esperienza era piacevole quando pensavano che il tocco venisse dalla donna e spiacevole quando pensavano che venisse dall´uomo, le loro affermazioni sono state confermate dall´attività misurata nella corteccia somatosensoriale primaria di ogni uomo. In ogni caso, all´insaputa dei soggetti, era sempre una donna a toccarli. La sensazione per loro era però diversa quando pensavano che l´agente fosse un uomo e non una donna. La corteccia somatosensoriale primaria reagiva di più al tocco "femminile" rispetto a quello "maschile", anche quando i soggetti vedevano un video che mostrava una persona che si avvicinava semplicemente alla loro gamba. Lo studio è stato fatto da ricercatori del Caltech Brain Imaging Center negli Stati Uniti, in collaborazione con il team formato da marito e moglie Christian Keysers e Valeria Gazzola, neurologi dell´Università di Groningen nei Paesi Bassi. Il professor Keysers ha ricevuto un contributo per l´eccellenza Marie Curie (Ext) del valore di 1,34 milioni di euro per formare il proprio team di ricerca: il Social Brain Lab presso l´Istituto di neuroscienza olandese dell´Accademia reale olandese delle arti e delle scienze (Nin-knaw). Il professor Keysers osserva: "Niente nel nostro cervello è veramente oggettivo. La nostra percezione è profondamente e pervasivamente formata da come ci fanno sentire le cose che percepiamo." Valeria Gazzola aggiunge: "Intuitivamente, crediamo tutti che quando qualcuno ci tocca, prima percepiamo oggettivamente le proprietà fisiche del tocco, la velocità, la delicatezza, la ruvidezza della pelle. Solo dopo, in una seconda fase distinguibile che dipende da chi ci ha toccato, crediamo di dare un valore a questo tocco." Valeria Gazzola conclude dicendo che i risultati di questa ricerca mostrano che questa visione in due fasi non è corretta in termini di separazione tra regioni del cervello. Lo studio dimostra che chi pensiamo che ci stia toccando distorce anche una rappresentazione ipoteticamente oggettiva della sensazione del tocco sulla pelle. Per ulteriori informazioni, visitare: California Institute of Technology (Caltech): http://www.Caltech.edu/    
   
 

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