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Notiziario Marketpress di Mercoledì 20 Giugno 2012
 
   
  VENDOLA SALUTA LA TASK FORCE SU START UP INNOVATIVE DEL MINISTERO DELLO SVILUPPO

 
   
   Bari, 20 giugno 2012 - “O si è in grado di usare la bussola dell’innovazione per orientarsi nel mare agitato della crisi, oppure penso che saremo condannati a naufragare”. Lo ha dichiarato il Presidente della Regione Puglia Nichi Vendola accogliendo ieri mattina la Task force – Start up innovative del Ministero dello Sviluppo Economico che si è riunita ieri a Bari per concludere i lavori che porteranno ad individuare in tempi brevi le misure da attuare per creare in Italia un ambiente favorevole alle start up innovative. “L’innovazione – ha spiegato Vendola ai componenti della Task force – è stata la fissazione della mia Amministrazione. Nel 2005 c’era un dato che turbava molto i nostri sonni: eravamo agli ultimi posti tra le regioni d’Europa per interventi sull’innovazione. Innovazione intesa come costruzione di un ambiente sociale favorevole, realizzazione di raccordi tra il sistema universitario e della ricerca e gli apparati produttivi. Nel quinquennio 2000-2005 erano stati spesi meno di 100 milioni di euro sul capitolo “sviluppo-ricerca-innovazione”, nel quinquennio 2005-2010 sono stati investiti un miliardo e 700 milioni di euro. In generale, innovazione per noi significava non una delega specialistica, ma il modo di ripensare tutte le politiche pubbliche”. L’obiettivo della Task force è quello di favorire le condizioni per cui i giovani – e i meno giovani – pieni di talento, energia, e creatività portino avanti i loro progetti imprenditoriali. La Task Force è stata coordinata da Alessandro Fusacchia, consigliere del Ministro Passera per gli affari europei e i giovani, il merito e l’innovazione, ed è composta da esperti di riconosciuta competenza. Proprio le politiche giovanili, ha ricordato Vendola, “qui in Puglia non sono state immaginate come una sorta di specialismo ornamentale, ma un osservatorio particolare del rapporto tra la formazione delle giovani generazioni, il carattere asfittico del mercato del lavoro e l’arretratezza di un sistema produttivo, che dovrebbe sentire la necessità di sfidare i propri competitors nell’era globale. Trovare il raccordo tra il talento e l’economia”. “Noi – ha continuato Vendola – in questi anni abbiamo messo in piedi i rudimenti di una forma di economia della creatività, accanto a investimenti forti nella direzione dell’economia della conoscenza. Le politiche giovanili per noi non sono state un fenomeno di giovanilismo retorico, ma il tentativo di riflettere su come si riaggancia una generazione”. “Resto convinto – ha concluso Vendola – che le politiche di innovazione siano le uniche che ci possano aiutare a trarci su dalla palude della crisi e penso che questa terra non ha fatto discorsi retorici sui giovani, ma ha fornito loro delle chance, aiutandoli ad entrare nel mondo del lavoro e a diventare protagonisti del cambiamento”.  
   
 

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