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Notiziario Marketpress di Mercoledì 20 Giugno 2012
 
   
  “IL MALE CURABILE”: TUMORI E RICERCA NEL LIBRO DI MICHELE CUCUZZA

 
   
  Aosta, 20 giugno 2012 - E’ stata una serata densa di umanità e d’importanti approfondimenti sul confronto tra la sanità pubblica e privata, italiana e americana, quella che si è svolta venerdì 15 giugno nel salone di Palazzo regionale in occasione della presentazione del libro “Il male curabile” del giornalista Michele Cucuzza, presente alla serata insieme all’oncologo Gianmauro Numico. Il libro è un reportage realizzato a Houston, Texas, dove uno scienziato italiano, il professor Mauro Ferrari, grazie alle nanotecnologie, conduce una lotta rivoluzionaria contro i tumori cercando di entrare in rapporto con la natura attraverso analisi della dimensione pari a un milionesimo di millimetro. Questo, di fatto, significa guardare in faccia la cellula, cambiando tutta la capacità e possibilità di intervenire. Il dottor Ferrari dice io voglio riuscire a trovare quei veicoli, quei taxi, che portino, là dove ora i medici dicono “ormai è tardi” ciò che serve, anche per curare tumori in stato avanzato. Michele Cucuzza nel libro “Il male curabile” racconta del suo incontro a Houston col professore e la sua équipe di giovani collaboratori provenienti da tutto il mondo. Matematici, chimici, biologi, ingegneri e medici coalizzati nella missione comune di sconfiggere il cancro attraverso le nanotecnologie. Una finestra aperta sul futuro della scienza medica, ma anche su una realtà, quella americana, che punta enormi risorse pubbliche e private sulla ricerca e sull’innovazione al contrario di quanto accade nel nostro Paese. Il libro parte proprio dall’impegno di Ferrari. Michele Cucuzza – Giornalista - Il protagonista è uno studioso di Udine, Laurea in matematica, master in ingegneria, futuro radioso in apparenza in California. Purtroppo invece gli capita la tragedia più terribile che può capitare a chi ha una bella famiglia, la morte della moglie per cancro. Allora lui decide di utilizzare tutte le conoscenze che ha, soprattutto lì, nella California della Silicon Valley, La California dei Computer, dei telefonini e così via e prova a portare le medicine nelle zone delle metastasi attraverso oggettivi, creati minuscoli, pensate che un nanometro è un milionesimo di millimetro, quindi qualcosa di estremamente più sottile di un capello, ecco creati a forma di piccola astronave che può viaggiare dentro ai nostri vasi sanguigni, al cui interno ci sono le medicine. Questa ci chiama nanomedicina o nanotecnologia, siamo in una fase di ricerca, quindi non c’è un farmaco, qui non vendiamo farmaci miracolosi, qui c’è però un esempio concreto dell’eccellenza della ricerca , così come ci sono in tanti luoghi italiani. Quindi voglio dire, Il male curabile, è la speranza che il cancro possa diventare soprattutto un male cronico, come una malattia certo fastidiosa, ma che non ci riduca a quelle sofferenze e a quei dolori che purtroppo quando si è in metastasi si provano e poi all’esito finale che purtroppo in quei casi è la morte. Il Dott. Ferrari è stato presente alla serata in videoconferenza. Una presenza, seppur virtuale, di grande spessore che ha permesso di comprendere prima di tutto il funzionamento e la dimensione della sanità privata e pubblica in America oltre che il fondamentale e grande lavoro della ricerca. Per Ferrari il servizio pubblico garantisce prestazioni di civiltà soprattutto per le fasce più deboli, i servizi nazionali sono insostituibili per il ricercatore italiano. Tuttavia nel mondo della sanità privata, se gestita in modo etico, le cose spesso vanno molto meglio, soprattutto sul fronte della ricerca. L’esperienza americana da questo punto di vista è lontana anni luce poiché gli investitori privati sono molti e molto è il capitale che viene messo a disposizione della ricerca. Basti un dato: negli Stati Uniti gli investimenti per la ricerca coincidono al 7-8% del Pil, in Italia allo 0,8%. E un paese che non investe in ricerca, per Ferrari, condanna le generazioni future a vivere in serie B e C, facendo una metafora calcistica, compromettendone il futuro. Ci sono realtà che tuttavia stanno investendo sul fronte sanitario pubblico, come la Valle d’Aosta. A presentare il quadro locale è stato l’Assessore regionale alla sanità Albert Lanièce che ha approfondito gli investimenti nel campo dell’oncologia, specificando che in Valle, così come nel mondo occidentale, il tumore è la seconda causa di morte, dopo le malattie cardiovascolari. Albert Lanièce – Assessore regionale sanità e politiche sociali - Noi stiamo mettendo tante energie e tante risorse per la lotta contro il cancro. Il messaggio di questa sera è un messaggio di speranza e io mi sento di supportare questo messaggio anche per ciò che noi stiamo mettendo veramente nell’ambito della prevenzione, nell’ambito della diagnosi, e della cura. Devo dire tra poche settimane inizierà l’attività del nuovo macchinario che è la Pet Ct che permetterà di fare delle diagnosi raffinate nell’ambito dell’oncologia e se calcoliamo che pochissimi anni fa abbiamo iniziato l’attività della radioterapia con la tomoterapia, abbiamo di fatto a disposizione tutte le armi per poter trattare gli ammalati di cancro, compresi naturalmente tutti i protocolli chemio terapici più all’avanguardia, ecco questo naturalmente ci permette di dare una risposta concreta e importante a tutti gli ammalati di tumore. In più come sapete da circa due anni abbiamo la Fondazione regionale Valle d’Aosta per la ricerca sul Cancro che con una Convenzione con Candiolo permetterà di supportare la ricerca, dunque questo è l’aspetto importante per tutta una serie di tumori che non si possono ancora prevenire ma per i quali la ricerca è fondamentale, quindi con questa parte di fondi destinati alla ricerca agiamo a 360 gradi. La serata ha visto alternarsi alcune esperienze di vita di donne ammalate di cancro. Testimonianze commoventi, che hanno anche fatto risaltare il grande lavoro dell’Associazione valdostana Viola - Associazione a sostegno della vita dopo il cancro al seno – e l’importanza del supporto psicologico.  
   
 

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