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Notiziario Marketpress di Mercoledì 20 Giugno 2012
 
   
  DISMISSIONI IMMOBILI EX ENTI PREVIDENZIALI , ALEMANNO SCRIVE A PREFETTO E QUESTORE

 
   
  Roma, 20 giugno 2012 - Il sindaco di Roma, Gianni Alemanno, ha scritto ieri al prefetto di Roma, Giuseppe Pecoraro, e al Questore, Fulvio Della Rocca, in merito alle procedure di dismissione dei patrimoni immobiliari degli Enti privatizzati ex decreto legislativo 30 giugno 1994, n. 509. Di seguito il testo della missiva. “Si porta nuovamente alla massima attenzione delle Ss.ll. La delicata problematica delle procedure di dismissione, ai sensi del decreto legislativo 30 giugno 1994, n. 509, da parte degli enti previdenziali privatizzati (Enasarco, Empam, etc.) degli immobili di proprietà, di cui gran parte insistenti nel Comune di Roma, materia questa che sta generando una gravissima situazione di disagio a carico degli inquilini di detti enti. La situazione di disagio deriva da un lato dal rinnovo dei contratti di locazione con imposizione di rilevanti aumenti dei canoni, con conseguente rischio di sfratto e aggravamento dell’emergenza abitativa già in atto nella Capitale per tutti i soggetti con basso reddito che non si trovano nella condizione di poterli accettare; dall’altro, dalle modalità di determinazione dei valori di vendita da alcuni degli stessi enti intraprese, che, seppur attuative delle disposizioni normative di riferimento, costituiscono, nell’attuale congiuntura economica, un serio ostacolo all’acquisto degli immobili per la gran parte degli inquilini. Roma Capitale, che non poteva non farsi carico della questione afferendo la problematica al proprio territorio, si è quindi attivata, come conosciuto, proponendo l’istituzione di Tavolo tecnico istituzionale al fine di individuare ogni rimedio utile al superamento o mitigazione della descritta situazione. Il Tavolo tecnico, composto dai rappresentanti del Ministero del lavoro, del Ministero delle infrastrutture, del Ministero dell’economia, di Roma Capitale e della Prefettura di Roma, nel corso delle riunioni svoltesi il 13 marzo e il 28 maggio 2012, ha concordato sulla rilevanza sociale della tematica, nonché sulla sua specifica riferibilità al territorio di Roma Capitale, ma ha, al contempo, dovuto registrare che la legislazione vigente in materia lascia pochi margini di manovra per eventuali interventi in via amministrativa, stante sia la previsione ope legis della determinazione dei valori di vendita alla stregua dei prezzi di mercato, sia l’autonomia gestionale di cui gli enti in parola sono dotati. Ciò che, tra l’altro, ha comportato l’estrema diversificazione delle scelte a monte delle procedure attuative delle dismissioni, con la conseguenza di rendere vieppiù complessa la possibilità di intravedere un percorso solutivo equo ed univoco. Non pare dubbio, pertanto, che, al fine di conciliare le finalità pubblicistiche perseguite da detti enti mediante le dismissioni con l’intento – reso imprescindibile dall’emergenza abitativa già in atto – di attuare correttivi finalizzati ad assicurare una politica che rispetti prioritariamente le esigenze delle fasce di popolazione più deboli, la questione debba essere affrontata in via legislativa. Al riguardo, si ricorda che presso la Camera dei Deputati già pende una mozione (allegata) che impegna il Governo ad intervenire nel più breve tempo possibile per garantire, tra altro, una maggior tutela della posizione degli inquilini degli enti previdenziali privatizzati. Nelle more del raggiungimento dell’auspicata modifica della normativa vigente, nonché dell’obiettivo, fatto proprio dal predetto Tavolo tecnico, di cooptare gli Enti interessati dalle dismissioni nell’ambito dei propri lavori, al fine di pervenire, al contempo, ad una più approfondita valutazione degli elementi inerenti le diversificate strategie delle dismissioni e di stimolare in via di moral suasion, ove possibile ed utile, l’autonoma adozione di correttivi delle procedure di dismissione da parte degli Enti stessi, è imprescindibile assicurare che le future necessarie soluzioni volte a fronteggiare la problematica in parola non siano vanificate da eventi imminenti. Mi riferisco, in particolare, alla esecuzione di sfratti per morosità dagli immobili in parola, derivante come sopra detto dal rilevantissimo aumento dei canoni di locazione, che riguarda un elevato numero di residenti nel territorio della Capitale (60 mila famiglie in Italia, di cui oltre il 70% a Roma). E’ evidente, dunque, che la eventuale esecuzione degli sfratti, oltre ad aggravare drammaticamente la conosciuta emergenza abitativa già in atto nella Capitale, causerebbe insostenibili oggettivi riflessi di ordine pubblico di ampia portata, pregiudicando inoltre gli interessi e le aspettative di quanti hanno confidato, tenuto conto delle conosciute limitate disponibilità finanziarie, su una generale politica abitativa nazionale improntata ai valori dello sviluppo e dell’equità, e che si ritrovano, oggi, privi di quella tutela che sarebbe, invece, vieppiù imposta, tenuto anche conto dell’attuale congiuntura economica. Nel rappresentare, così, il perdurante e forte impegno di questa Amministrazione teso alla individuazione con le Amministrazioni centrali e territoriali competenti nella materia di ogni possibile soluzione utile ad affrontare a regime la problematica in discorso, si confida che le Ss.ll., con la sensibilità sempre dimostrata nell’affrontare le comuni problematiche istituzionali, possano condividere quanto rappresentato, assicurando, nell’ambito delle proprie competenze, ogni legittimo intervento volto ad escludere situazioni che possano determinare prevedibili tensioni sociali e conseguenti rilevanti problematiche di ordine pubblico difficilmente contenibili o risolvibili».  
   
 

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