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Notiziario Marketpress di Lunedì 25 Giugno 2012
 
   
  EUROBAROMETRO: IL 98% DEGLI INTERVISTATI AFFERMA CHE L´APPRENDIMENTO DELLE LINGUE È POSITIVO PER I PROPRI FIGLI, MA DAI TEST EMERGONO CARENZE DI COMPETENZE

 
   
   Bruxelles, 25 giugno 2012 - Quasi nove cittadini dell´Ue su dieci ritengono che la capacità di parlare lingue straniere sia estremamente utile e il 98% afferma che la padronanza delle lingue sarà positiva per il futuro dei loro figli, come risulta da una nuova indagine Eurobarometro sugli atteggiamenti dei cittadini dell´Ue nei confronti del multilinguismo e dell´apprendimento delle lingue straniere. Uno studio separato della Commissione europea, la prima Indagine europea sulle competenze linguistiche (European Survey on Language Competences) evidenzia tuttavia che vi è un divario tra le aspirazioni e la realtà allorché si esaminano le competenze in lingua straniera nella pratica: da test eseguiti tra studenti e adolescenti in 14 paesi europei emerge che soltanto il 42% è competente nella propria prima lingua straniera e soltanto il 25% nella seconda. Un numero significativo, il 14% nel caso della prima lingua straniera e il 20% nel caso della seconda, non raggiunge nemmeno il livello di base. Androulla Vassiliou, Commissario europeo responsabile per l´istruzione, la cultura, il multilinguismo e la gioventù, ha affermato: "Questa indagine Eurobarometro indica che il multilinguismo e l´apprendimento delle lingue contano molto per i cittadini e di questo non possiamo che rallegrarci. Dobbiamo però fare di più per migliorare l´insegnamento e l´apprendimento delle lingue. Essere in grado di comunicare in una lingua straniera allarga gli orizzonti e apre porte; accresce l´occupabilità e, nel caso delle aziende, schiude un maggior numero di opportunità nel mercato unico." Dieci anni dopo la Dichiarazione di Barcellona del 2002 adottata dai capi di Stato e di Governo che hanno sollecitato l´insegnamento di almeno due lingue straniere in un´età precoce, i cittadini europei sono diffusamente consapevoli dei vantaggi del multilinguismo. Quasi tre quarti de cittadini (72%) è d´accordo con questo obiettivo e il 77% ritiene che dovrebbe costituire una priorità politica. Più della metà dei cittadini europei (53%) usa le lingue sul lavoro e il 45% ritiene di avere ottenuto un lavoro migliore nel proprio paese grazie alle competenze in lingue straniere. Tuttavia, il numero di cittadini europei che affermano di essere in grado di comunicare in una lingua stranierà è leggermente calato passando dal 56% al 54%. Ciò è dovuto in parte al fatto che il russo e il tedesco non sono più obbligatori nei curricoli scolastici dei paesi dell´Europa centrale e orientale. La proporzione di allievi che sono competenti nella loro prima lingua va dall´82% a Malta e in Svezia (dove l´inglese è la prima lingua straniera) a solo il 14% in Francia (apprendimento dell´inglese) e al 9% in Inghilterra (apprendimento del francese). Uno dei cambiamenti più rimarchevoli a partire dal 2005 è che internet ha incoraggiato le persone a ampliare le loro competenze "passive" di lettura e di ascolto di lingue straniere. Il numero di cittadini europei che usa regolarmente le lingue straniere su internet, ad esempio attraverso le reti sociali, è aumentato di 10 punti percentuali passando da 26% a 36%. I prossimi passi La Commissione europea intende accrescere il sostegno all´apprendimento delle lingue attraverso il nuovo programma "Erasmus per tutti" (Ip/11/1398). L´apprendimento delle lingue è uno dei suoi sei obiettivi specifici e la Commissione intende intensificare i finanziamenti per i corsi di lingua destinati alle persone che desiderano studiare, ricevere una formazione o far opera di volontariato all´estero. La Commissione proporrà entro la fine del 2012 un quadro di riferimento europeo delle competenze linguistiche che servirà a misurare i progressi compiuti dagli Stati membri nell´insegnamento e apprendimento delle lingue. I risultati dell´indagine Eurobarometro "Gli europei e le loro lingue" e l´Indagine europea sulle competenze linguistiche verranno discussi in occasione della Conferenza internazionale di Limassol (Cipro) che coinciderà con la prossima Giornata europea delle lingue (26 settembre). Contesto Il Consiglio di Barcellona del 2002 ha sollecitato interventi "per migliorare la padronanza delle competenze di base, segnatamente mediante l´insegnamento di almeno due lingue sin dall´infanzia" e per la "fissazione di un indicatore di competenza linguistica". L´eurobarometro speciale (386) sugli europei e le loro lingue è stato realizzato nella primavera del 2012. Quasi 27 000 persone sono state intervistate de visu nella loro madrelingua. Tutti i 27 Stati membri sono stati coperti dall´indagine e i rispondenti provenivano da gruppi sociali e demografici diversi. La madrelingua più parlata è il tedesco (16%), seguita dall´italiano e dall´inglese (13% ciascuna), dal francese (12%) e quindi dallo spagnolo e dal polacco (8% ciascuna). I paesi che registrano l´aumento più rimarchevole nella proporzione di rispondenti che affermano di essere in grado di parlare almeno una lingua straniera sufficientemente bene da sostenere una conversazione, rispetto ai dati dell´indagine Eurobarometro 2005, sono l´Austria (+16 punti percentuali, 78%), la Finlandia (+6 punti percentuali, 75%), e l´Irlanda (+6 punti percentuali, 40%). Di converso, la proporzione di persone capaci di parlare almeno una lingua straniera è diminuita notevolmente in Slovacchia (-17 punti percentuali, 80%), nella Repubblica ceca (-12 punti percentuali, 49%), in Bulgaria (-11 punti percentuali, 48%), in Polonia (-7 punti percentuali, 50%), e in Ungheria (-7 punti percentuali, 35%). In questi paesi si è registrato un calo rispetto al 2005 nelle proporzioni di persone capaci di parlare lingue straniere quali il russo e il tedesco. Le cinque lingue straniere più parlate rimangono l´inglese (38%), il francese (12%), il tedesco (11%), lo spagnolo (7%) e il russo (5%). A livello nazionale l´inglese è la lingua straniera più parlata in 19 dei 25 Stati in cui non è lingua ufficiale (escludendo quindi il Regno Unito e l´Irlanda). Per la prima volta si è esplorato il ruolo della traduzione in ambiti quali la salute e la sicurezza, l´istruzione, la ricerca di lavoro, l´informazione e le attività del tempo libero come ad esempio i film e la lettura. Le precedenti indagini Eurobarometro sulle lingue sono state condotte dalla Commissione nel in 2001 e nel 2005. L´indagine europea sulle competenze linguistiche è stata condotta nella primavera del 2011 e le risultanze sono pubblicate oggi in seguito a un´analisi dettagliata. L´indagine ha testato quasi 54 000 allievi di 14 paesi e di 16 sistemi educativi (le tre comunità linguistiche del Belgio, la Bulgaria, la Croazia, l´Inghilterra, l´Estonia, la Francia, la Grecia, Malta, i Paesi Bassi, la Polonia, il Portogallo, la Slovenia, la Spagna e la Svezia). La valutazione fornisce dati comparabili sul livello di competenze in lingue straniere degli allievi di 14-15 anni. In ciascun paese i test hanno misurato le abilità di lettura, ascolto e scrittura in due delle cinque lingue ufficiali dell´Ue maggiormente insegnate: inglese, francese, tedesco, italiano e spagnolo. Inoltre, sulla base di questionari compilati dagli allievi, nonché da quasi 5 000 insegnanti di lingue e 2 250 direttori di scuole, la valutazione conclude che le capacità di apprendimento delle lingue sono strettamente correlate alla motivazione, che è a sua volta funzionale alla situazione familiare, al livello d´istruzione e alla condizione sociale in generale.  
   
 

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