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Notiziario Marketpress di Lunedì 25 Giugno 2012
 
   
  CICLISMO: CICLISTA SU SEDIA A ROTELLE LUCA PANICHI RICEVUTO A PALAZZO DONINI DA ASSESSORE REGIONALE ALLO SPORT DELL’ UMBRIA

 
   
  Perugia, 25 giugno 2012 - All´assessore allo sport della Regione Umbria Fabrizio Bracco, l´impresa di Luca Panichi che (dopo gli exploits del 2010 al Passo del Tonale e del 2011 al ghiacciaio del Grossglockner) ha scalato quest´anno gli ardui tornanti del Passo dello Stelvio, arrivando acclamato in vetta sulla sua bicicletta speciale, una sedia a rotelle spinta a forza di braccia, ha ricordato Fausto Coppi e i valori del ciclismo di un tempo. "L´impresa di Luca - ha detto il 20 giugno Bracco, ricevendo l´atleta a Palazzo Donini, per consegnargli un riconoscimento della Regione in una cerimonia cui hanno preso parte i rappresentanti del Coni e della Federazione Ciclistica dell´Umbria - mi fa pensare all´epos del ciclismo delle origini, legato ai valori del sacrificio, dell´etica e dello sport inteso come esempio e strumento di emancipazione. L´attività di Luca - ha aggiunto - riveste grandi significati umani, etici e sportivi". Corridore fino al 1994, quando, durante il cronoprologo del Giro dell´Umbria, corsa a tappe internazionale per dilettanti, Luca Panichi fu travolto lungo il percorso da un´auto che non avrebbe dovuto trovarsi lì, riportando lesioni alla colonna vertebrale che, da allora, lo costringono su una sedia a rotelle. Una sedia a rotelle che, ora, spinta a forza di braccia su percorsi ciclistici "veri", come quelli del Giro d´Italia, è diventata la sua bicicletta e il mezzo per esprimere un chiaro messaggio: quello - ha ripetuto Luca ieri sera, che "il ciclista va sempre avanti, al di là di tutto, con l´entusiasmo di proseguire". Luca, che nel frattempo si è laureato in Scienze Politiche, ha conseguito un "master" sulla Comunicazione e Consulenza Politica all´Università "Luiss" di Roma e collabora a vari progetti di ricerca in ambito socio-politico, ha una chiara visione del suo impegno. "Non è un impegno agonistico - dice della sua attività -, non si tratta di prevalere o di ´vincere´ su qualcuno. Essere una persona vincente, in questo contesto, è un concetto sbagliato. Lo scopo è quello dare il massimo, superando le difficoltà, ascoltare se stessi e i propri limiti. Conta la disposizione, l´atteggiamento, non il risultato. E proprio questo - conclude Luca Panichi - può rivestire un profondo significato d´inclusione sociale, un messaggio positivo per i disabili".  
   
 

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