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Notiziario Marketpress di Giovedì 28 Giugno 2012
 
   
  BOLZANO: PARASSITI DEI BOSCHI INDICATORI DI VITALITÀ E BIODIVERSITÀ

 
   
  Le evidenti manifestazioni di danno che si notano nei boschi altoatesini sono dovute in gran parte a dei parassiti, ma, come fa presente Sefano Minerbi direttore sostituto dell´Ufficio amministrazione forestale della Provincia, costituiscono l’espressione della fervente attività espressa dagli innumerevoli esseri viventi che popolano i boschi dell’Alto Adige, (bio-) indicatori del fatto che il bosco è vivo nel segno della biodiversità. I boschi altoatesini coprono il 45 per cento del territorio provinciale con una superficie di 336.000 ettari ai quali si aggiungono 35.000 ettari di altre tipologie di aree boscate. Lo stato di salute dei boschi altoatesini è buono e viene tenuto sotto controllo con attenzione dalla Ripartizione foreste della Provincia. Nel 2011 sono stati segnalati 400 eventi di danno che hanno interessato il 21,3 per cento della superficie boscata. Nella maggioranza dei casi gli ecosistemi forestali sono in grado di reagire e garantire nel lungo periodo la rigenerazione delle piante e la vitalità dei popolamenti boschivi. Tutte queste “evidenti manifestazioni di danno” sono dovute in gran parte a dei parassiti, ma, come fa presente Sefano Minerbi direttore sostituto dell´Ufficio amministrazione forestale della Provincia, costituiscono l’espressione della fervente attività espressa dagli innumerevoli esseri viventi che popolano i boschi dell’Alto Adige. Più che messaggeri di “danni boschivi” questi esseri viventi devono essere considerati quali (bio-) indicatori che il bosco è vivo nel segno della biodiversità. In questi giorni in più parti della provincia si nota, ad esempio, l’aspetto autunnale assunto dai lariceti. L’ingiallimento è da attribuire ad un piccolo lepidottero, la “fillominatrice del larice”. Coleophora laricella, è il nome scientifico, vive abitualmente nei nostri lariceti, in zone protette di versanti soleggiati a quote medio-basse (da non confondere con la “Tortrice grigia del Larice” presente alle quote alpine). Sverna come larva protetta in un tipico astuccio ricavato da un ago di larice svuotato. Nella primavera successiva possono talora insorgere forti pullulazioni. Le larvette penetrano all’interno degli aghi divorandone il contenuto (minandoli, da cui il nome). Gli aghi così svuotati assumono di conseguenza una colorazione giallastra. A meno di minime perdite incrementali, l’attacco non provoca danni permanenti al lariceto. In natura la primavera rappresenta il momento per lo sviluppo di numerosi esseri viventi. Forti attacchi di diversi insetti si registrano altresì nei boschi misti delle quote inferiori. Tali sono attualmente due curculionidi: Attelabus nitens, la cui femmina arrotola il lembo della foglia di quercia (Foto)per poi ovideporvi, e Rhynchaenus quercus, le cui larve minano l’interno della foglia. Nei due casi l’attacco ha come conseguenza una mera perdita di incremento a carico del popolamento di roverella interessato, in seguito alla ridotta superficie fogliare fotosintetizzante. Il “Cinipide galligeno del Castagno” (Dryocosmus kuriphilus), introdotto dall’Asia Orientale, presenta ora, dopo la prima apparizione in Alto Adige nel 2008, un’ampia diffusione. Praticamente in tutto l’areale di diffusione del castagno sono osservabili le galle prodotte dall’insetto.  
   
 

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