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Notiziario Marketpress di
Martedì 26 Giugno 2012 |
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LA BRIANZA NEL 2030? SAREMO QUASI 1 MILIONE CON UN REDDITO DI 32,5 MILA EURO, CI SARANNO PIÙ DI 80MILA IMPRESE E IL VALORE DELLE CASE SARÀ 3500 EURO AL MQ
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Monza, 26 giugno 2012 - La Brianza nel 2030? Saremo quasi 1 milione di abitanti, con un reddito per contribuente di 32,5 mila Euro. Ci saranno più di 80mila imprese e il valore delle case sarà 3500 Euro al mq, questi i dati stimati dalla Camera di commercio di Monza e Brianza in occasione di Brianza 2030. Intanto nel 2012 si fanno sentire gli effetti della crisi in Brianza: tra manifattura, servizi e commercio, mediamente più di 7 imprese su 10 hanno ridotto il fatturato in questi ultimi anni. Il futuro? Ancora buio per 9 imprenditori su 10 ma con la fabbrica si resta in Brianza a lavorare: 1 su 3 ritiene che non potrebbe lavorare altrove. Il saper fare brianzolo si passa “geneticamente”, di padre in figlio (38,7%) o con l’insegnamento dei lavoratori più anziani (39%). La preoccupazione viene dall’esterno: per 1 imprenditore su 4 c’è scarsa propensione dei giovani ad apprendere. Sono alcuni dati che emergono dalla indagine “Brianza 2030” promossa dalla Camera di commercio di Monza e Brianza, in collaborazione con Veneto Banca e Consorzio A.a.ster, condotta attraverso Digicamere, con metodo Cati su 1000 imprese dei settori mobili e design, meccanica, costruzioni e hi-tech della Brianza e su circa 200 imprese dei settori commercio e servizi. L’indagine è stata presentata oggi a Monza presso l’hotel de la Ville alla presenza di Carlo Edoardo Valli Presidente della Camera di commercio di Monza Brianza, Dario Accetta Direttore Territoriale Veneto Banca, Dario Allevi Presidente della Provincia di Monza e Brianza, Roberto Scanagatti sindaco del Comune di Monza, Giuseppe Capuano Ministero dello Sviluppo Economico, Aldo Bonomi Consorzio A.a.ster, Gian Carlo Blangiardo Università degli Studi di Milano-bicocca, Enzo Rullani Università Ca’ Foscari di Venezia, Carlo Formenti Università del Salento e di alcuni rappresentanti dell’imprenditoria della Brianza. “Da qui al 2030 dovremo fare in modo che la Brianza possa essere ancora un territorio del saper fare. – ha dichiarato Carlo Edoardo Valli, Presidente della Camera di commercio di Monza e Brianza - E’ importante recuperare la reputazione e il riconoscimento di chi fa le cose. Perché per fare le cose non bastano le mani ci vuole anche la testa. Nel 2030 sarà ancora più importante avere testa e mani che modellano il futuro.” “La crisi ha pesantemente fiaccato il tessuto imprenditoriale lombardo - ha dichiarato Dario Accetta, Direttore Territoriale Nord Ovest di Veneto Banca -. Essere ottimisti è difficile, anche se ci sono aspetti che ci fanno guardare al futuro con un pizzico di positività: mi riferisco al dinamismo e alla capacità di reinventarsi delle imprese locali, una risorsa sulla quale si può davvero contare. Oltre a questo, la direzione giusta è quella che guarda all’innovazione, all’export e al lavoro di squadra.” Le imprese manifatturiere. Brianza terra d’impresa. Circa 1 imprenditore su 3 manifesta il proprio radicamento al territorio dichiarando che non potrebbe lavorare altrove, mentre il 43,4% crede che sia un fattore importante anche se non decisivo. Gli effetti della crisi per la manifattura della Brianza. Il primo problema con cui le imprese devono fare i conti è la diminuzione del fatturato: il 72,5% degli imprenditori ha registrato una riduzione del giro d’affari in questi ultimi anni. Fatturato ridotto soprattutto per i settori del mobile e design e della meccanica, un impatto meno intenso hanno registrato le imprese high-tech. Al secondo posto si registra la riduzione delle commesse: il 45,5% delle imprese ha, infatti, riscontrato un calo degli ordini (problematica più “forte” per meccanica e costruzioni dove incide di più la subfornitura), mentre al terzo posto la difficoltà nei pagamenti per i lavori e le commesse eseguiti, che “pesa” per oltre 1 imprenditore su 3. Come uscire dalla crisi. L’81,7% degli imprenditori crede che siano le misure fiscali a favore delle imprese il mezzo migliore per essere supportate in questo periodo. Il 43,1% riflette anche sull’importanza dell’accesso al credito e dei rapporti con le banche. L’occupazione e le figure più difficili da reperire. Per le aziende che ancora assumono, il reclutamento di personale qualificato non presenta particolari problemi, così la pensa il 44,2% degli intervistati. Tecnici ed operai specializzati sono figure di più difficile reperimento per il 32,1% delle imprese brianzole. La terziarizzazione. Il tasso di addetti che operano nell’ambito dei servizi sul totale degli addetti presenti in azienda è un fenomeno che in Brianza si manifesta in misura più evidente nel settore dell’high – tech (33,48%) piuttosto che nei settori del mobile e design, della meccanica e delle costruzioni e che riguarda soprattutto le imprese di medie dimensioni, con più di 50 dipendenti (33,39%). Il saper fare. È innato nel Dna della Brianza. La trasmissione dei saperi tecnici dentro le mura della fabbrica secondo gli imprenditori avviene da un lato attraverso gli insegnamenti dei genitori, e della famiglia proprietaria (38,7%), dall’altro attraverso processi “on the job” tra generazioni diverse con l’insegnamento dei lavoratori più anziani (39%). Un meccanismo rodato per quasi la metà delle imprese della Brianza, che non ravvisa particolari difficoltà nel processo di trasmissione dei saperi tecnici entro le mura della fabbrica. La preoccupazione viene dall’esterno: per 1 imprenditore su 4 c’è scarsa propensione dei giovani ad apprendere e per le difficoltà di dialogo tra tradizione ed innovazione (4,5%). Le imprese del commercio e dei servizi. Più pessimisti gli imprenditori brianzoli nel settore del commercio e dei servizi: per 9 su 10 la crisi che stiamo vivendo durerà ancora a lungo, perché si tratta di una crisi strutturale. Gli effetti della crisi. Il commercio, a causa del calo dei consumi, ha subito una riduzione significativa del fatturato per il 78,6% degli imprenditori, mentre nei servizi le ricadute si sono sentite in misura maggiore nella riduzione delle commesse e nella difficoltà dei pagamenti, rispettivamente per il 44,4% e per il 57,4% degli intervistati. Come uscire dalla crisi. Tra i commercianti al primo posto per affrontare la crisi c’è l’accesso al credito con il ricorso al sistema bancario (47,6%) e i nuovi mercati di sbocco (40,5%). Per gli imprenditori nel settore dei servizi, al primo posto gli investimenti in pubblicità e marketing (35,2%) e al secondo la collaborazione attraverso logiche di rete (25,9%). Sono alcuni dati che emergono dalla indagine “Brianza 2030” promossa dalla Camera di commercio di Monza e Brianza, in collaborazione con Veneto Banca e Consorzio A.a.ster, condotta attraverso Digicamere, con metodo Cati su 1000 imprese dei settori mobili e design, meccanica, costruzioni e hi-tech della Brianza e su circa 200 imprese dei settori commercio e servizi. |
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