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Notiziario Marketpress di Giovedì 08 Febbraio 2007
 
   
  DOMUS DI FEBBRAIO TUTTO IN OUTSOURCING: PROGETTAZIONE, LEZIONI DI MATEMATICA, L’ORDINE DI UN HAMBURGER E PERSINO LE TORTURE.

 
   
  Milano, 8 febbraio 2007 - domus presenta questo mese una importante indagine trasversale sullo ‘stato dell’arte’ dell’outsourcing, un fenomeno in rapida evoluzione che, oltre a cambiare sensibilmente gli assetti commerciali e finanziari che definiscono il rapporto tra Occidente e non Occidente, ha profonde implicazioni sul nostro rapporto con lo spazio. Come già accade da tempo per la produzione industriale degli oggetti, oggi anche i servizi migrano e si sedimentano laddove costano di meno e comportano meno rischi. E’ così, per esempio, che uno studio di progettazione finisce per espandersi in maniera tentacolare attraverso i continenti. “Gli oggetti, e oggi anche le architetture, sono la materializzazione fisica dell’incontro di energie e idee diverse che provengono da tutto il mondo, come abbiamo già raccontato parlando del fenomeno del geodesign” spiega Stefano Boeri, direttore di domus. “Questo però influenza fortemente equilibri e squilibri politici, economici, estetici e psicologici. E ciò vale tanto più per l’outsourcing”. Per spiegare ciò domus esamina una serie di casi emblematici, non solo di architettura. Satellier, o l’architettura in outsourcing: Un’azienda che nel corso degli ultimi dieci anni è stata la prima a sperimentare la nascita e lo sviluppo dell’industria della terziarizzazione nel campo dell’architettura. Satellier ha sede a Noida, un distretto di media grandezza alla periferia di Delhi, acronimo di New Okhla Industrial Development Authority. Come spiega il fondatore della società Michael Jansen l’idea era quella di “ottimizzare il flusso di lavoro tra noi e gli studi per cui lavoravamo. In realtà stavamo inventando una nuova struttura per gli studi di architettura, una struttura nella quale la progettazione era svolta dal cliente e il lavoro esecutivo era curato da noi”. Oggi Satellier dà lavoro a 300 architetti e il valore dell’azienda è aumentato di venti volte negli ultimi 30 mesi. Le ragioni di questo inaspettato successo, sono i costi bassi e il vantaggio di un modello di attività ‘a ritmo continuo’, nel quale le differenze di fuso orario permettono a un ufficio di essere produttivo quasi 24 ore al giorno. ’ Growing Star, le ripetizioni di matematica a ritmo continuo: L’azienda fornisce servizi agli studenti che hanno bisogno di ripassare le lezioni di matematica e fisica. Il mezzo è internet a banda larga. L’obiettivo di Growing Star è fare soldi con la differenza di compenso esistente per un’ora di algebra impartita da un insegnante di Bangalore, India, e gli stessi sessanta minuti passati con una professoressa di Sacramento, California. Anche in questo caso la variabile decisiva è la differenza di salari tra l’India e gli Stati Uniti, e le variabili significative sono la possibilità di avere accesso alla qualità degli insegnanti indiani - noti per la loro specializzazione nelle materie scientifiche – il fatto che, sfruttando le differenze di fuso, il servizio è 24/24. Greenville, o quel che resta dell’outsourcing. Per decenni è stata una refrigerator town, perché la multinazionale svedese Electrolux qua aveva impiantato le proprie catene di montaggio. Ma nel 2004 la Electrolux ha spostato il centro di produzione in Messico, dove il costo del lavoro più basso avrebbe permesso di incrementare in modo significativo gli stipendi dei grandi manager e soprattutto degli azionisti. Greenville è l’ennesimo posto triste americano, sperduto, isolato, prima valorizzato e in seguito ‘allontanato di valore’. La sua storia può funzionare per descrivere cosa ha prodotto in luoghi come questi la forma di outsourcing più radicale e classica che si conosca, l’offshoring. Bronco Communications, il viaggio dell’ordine di un hamburger. E’ una società californiana che ha in appalto le catene di drive thru Mcdonald’s. La prima cosa che viene in mente pensando a un drive-thru è la finestra presso cui si paga e si riceve il cibo. Ma il ‘primo’ punto d’incontro è la colonnina in cui si parla, sporgendosi appena dall’alveolo dell’abitacolo, per effettuare l’ordine. Gli ordini, gestiti dalla Bronco Communications vengono immediatamente rimbalzati sulle linee telefoniche di call center dislocati nei soliti posti, dall’India in su. La voce così entra nella colonnina e rimbalza chissà dove, per poi essere risucchiata in forma di dato registrato e incontrovertibile qualche secondo dopo, sui computer della cassa centrale, luogo di consegna fisica del panino. Sea Code, la nave di ingegneri al di fuori di ogni regola E’ un progetto realizzato da Roger Green e David Cook, i quali spiegano: “La chiave di tutto era provare a mettere su una nave da crociera un certo numero di programmatori indiani o cinesi, o di qualunque altra zona in cui avremmo messo in atto un normale programma di outsourcing. In questo modo avremmo potuto unire la convenienza e la qualità di un servizio fatto in India alla comodità di ragionare col cliente face to face”. Se un ingegnere elettronico indiano vuole farsi assumere da Sea Code si deve aspettare una stanza in una nave da crociera e dieci ore di lavoro lì sopra. Poi incontrerà i suoi clienti americani che saliranno dal molo sulla nave da crociera e lì discuterà le esigenze di protezione dei sistemi che sta scrivendo per loro. Avrà un giorno libero alla settimana e soprattutto riceverà lo stesso stipendio che avrebbe ricevuto stando a Bangalore. Texas Borderwatch, la spia elettronica alla frontiera Mexico-usa E’ un singolare tipo di outsourcing, si tratta di un sito in cui il governo americano spinge qualunque cittadino a denunciare il passaggio illegale di frontiera tra il Messico e gli Usa. Internet diventa così sempre di più il mezzo più utile per attuare una sorta di totalitarismo per via tecnologica e in modo compartecipato. La Cia e i rendition flights, i voli della tortura post 11/09 Sono i voli ‘schermati’ usati dal governo americano post Undici Settembre per dare in outsourcing la tortura di prigionieri a Paesi ´consenzienti´. Domus riporta il parere del geografo Trevor Pangler: ”Le aziende ‘fanno fare le cose fuori’ perché costa meno. Risparmiano. Risparmiano tantissimo. E di conseguenza guadagnano di più. Fine della storia. La Cia, invece, non ha come obiettivo il profitto ma tanti altri: alcuni evidenti, altri nascosti, altri ancora assai incomprensibili. ” Così, in questo caso, lo spazio reale, fisico, dell’outsourcing sono le prigioni, le cabine degli aerei, luoghi pubblici in cui avvengono cose totalmente illegali e segrete. Su domus di febbraio anche: Hand Ulrich Obrist intervista Gilbert Proesch e George Passmore a pochi giorni dall’inaugurazione di ‘Major Exhibition’ la loro prima mostra alla Tate Modern di Londra. Yona Friedman commenta Atlantropa, il progetto utopico di diga gigante attraverso lo stretto di Gibilterra, realizzato negli anni ’30 da Herman Sögel. In allegato alla rivista il supplemento ‘Fra terra e cielo’ con il racconto dei progetti di Fuksas, Hadid, Iosa Ghini, Lissoni, Holl e Siza. .  
   
 

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