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Notiziario Marketpress di
Lunedì 02 Luglio 2012 |
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PUGLIA: DIMINUISCE LA MOBILITÀ PASSIVA IN SANITÀ
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Bari, 2 luglio 2012 -L’assessore alle Politiche della Salute, Ettore Attolini, ha diffuso la seguente nota sulla mobilità passiva: “Un’analisi accurata sui dati della mobilità passiva della regione Puglia ci restituisce una fotografia certamente confortante, in quanto i viaggi fuori regione, cosiddetti viaggi della speranza, per ricorrere alle cure e all’assistenza sanitaria sono ormai in costante dal 2007. E questo è certamente merito di un articolato processo di ristrutturazione della rete dei servizi sanitari più omogenea e più rispondente alle necessità di salute dei cittadini. Un risultato di questo tipo è anche il frutto di uno studio puntuale e costante, su base scientifica, delle cause che spingono i cittadini a cercare risposte alle domande di salute fuori dal proprio territorio. Abbiamo già da tempo individuato le cause strutturali principali, così come ci sono noti i “Drg” (raggruppamenti omogenei di diagnosi) per i quali i cittadini preferiscono il ricovero fuori regione. Ci sono territori in Puglia, ad esempio, che soffrono di carenze di alcune discipline specifiche che nel corso degli anni hanno condizionato l’andamento della mobilità passiva, costringendo i cittadini a cercare risposte adeguate sia all’interno della stessa regione, in altre province, che in strutture ospedaliere extraregionali. Su questo aspetto siamo impegnati già da tempo e il Piano di riordino della rete ospedaliera può rappresentare una grande opportunità per tappare quelle falle che il nostro sistema sanitario presentava”. Secondo Attolini “un effetto positivo del potenziamento della rete dei servizi, ad esempio, lo si vede chiaramente nell’andamento della mobilità passiva per la cura di patologie come i tumori: la mobilità per questo tipo di patologie va riducendosi costantemente negli ultimi cinque anni, dal 2006 al 2010, passando da 13.266 a 12.177 ricoveri fuori regione. Una riduzione del 9% dei ricoveri di mobilità passiva per patologie neoplastiche, a fronte di una riduzione dei ricoveri complessivi fuori regione del 6%. Un altro dato molto interessante riguarda la mobilità passiva extraregionale per le prestazioni specialistiche di Pet Tac: nel 2006 i pugliesi che si recavano fuori regione per questo tipo di prestazioni diagnostiche, fondamentali per la cura delle patologie neoplastiche, erano 5.520, e le prestazioni erogate in Puglia erano appena 308; mentre nel 2010 si sono registrate 4.273 prestazioni per cittadini pugliesi in ospedali non pugliesi, a fronte di 10.266 prestazioni nelle strutture pugliesi. Un abbattimento della mobilità passiva del 23% dovuto all’implementazione di una rete di Pet tac pubbliche sul territorio pugliese, a partire dal 2007. Ricordo, infatti, che fino al 2006 la Puglia era sprovvista di Pet tac pubbliche, oggi invece la Puglia ne conta ben 5, più un’altra che entro qualche mese sarà a disposizione della Asl Lecce, soddisfacendo il 70% della richiesta di prestazioni, a fronte del 5% nel 2006”. “Va specificato – prosegue l’assessore - che esistono diversi tipi di mobilità passiva. Innanzitutto, ci sono quote di mobilità per patologie di elevatissima complessità, per cui i cittadini preferiscono rivolgersi a strutture di eccellenza pressoché uniche sul territorio nazionale; del resto un fenomeno analogo si verifica anche all’interno della nostra regione, nella quale 10 ospedali coprono oltre la metà della domanda di salute, esercitando una forte attrazione per i cittadini di tutto il territorio pugliese. C’è poi un’altra quota di mobilità che riguarda prestazioni di bassa complessità, ovvero prestazioni che potrebbero essere erogate nelle strutture pugliesi in condizioni di sicurezza, con livelli di qualità dei servizi adeguati e con tempi d’attesa per i ricoveri in linea con la media nazionale. In questi casi la mobilità si configura come fenomeno che fa aumentare i costi del sistema sanitario, senza però modificare la qualità dell’assistenza sanitaria. Va pure precisato che una quota di tale mobilità è verosimilmente dovuta a prestazione erogate a cittadini che risultano residenti in Puglia, ma che lavorano o studiano in altre regioni, un fenomeno quindi, rispondente ad altre cause e non all’offerta di prestazioni nelle strutture regionali”. “Tuttavia – conclude - la mobilità passiva per prestazioni di bassa complessità è una problematica su cui si sta sviluppando una profonda riflessione a livello nazionale, con proposte di correttivi che sono al vaglio della Commissione degli assessori regionali alla Salute e di uno dei tavoli tecnici che sono stati istituiti presso il Ministero della Salute per la elaborazione del Nuovo Patto della Salute 2013-2015. E’ chiaro, quindi, che non si tratta di un problema che riguarda solamente la Puglia, ma coinvolge tutte le regioni italiane e in molti casi, investe direttamente il rapporto fra l’offerta pubblica e l’offerta privata. Questa mattina l’Assessorato e l’Ares hanno incontrato alcuni rappresentanti dell’Agenas (Agenzia Nazionale per i Servizi Sanitari Regionali) proprio per mettere a punto uno studio di dettaglio sulla mobilità passiva e sulle strategie per il suo contenimento. |
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