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Notiziario Marketpress di Lunedì 02 Luglio 2012
 
   
  «CHI È DI SCENA? IL PUBBLICO», SUL PALCO CON PASSIONE E VOGLIA DI IMPARARE

 
   
  Busto Arsizio (Varese), 2 Luglio 2012 - lunedì 18 giugno 2012 (aggiornamento mercoledì 27 giugno 2012) – E’ tempo di bilanci per il corso «Chi è di scena? Il pubblico», promosso dall’associazione culturale «Educarte», con il patrocinio e il contributo economico della Fondazione Cariplo di Milano, che ha premiato questo progetto triennale, nato da un’idea di Delia Cajelli, direttore artistico del teatro Sociale di Busto Arsizio, nell’ambito del bando con scadenza «Avvicinare nuovo pubblico alla cultura». Sabato 16 giugno gli iscritti al primo anno del laboratorio di recitazione e di educazione alla teatralità e alla drammaturgia attivo presso la sala di piazza Plebiscito, ultimo nato in seno al progetto «Officina della creatività», sono stati protagonisti di un lungo seminario sulla costruzione del personaggio e sulla danza caucasica, in vista dei provini per lo spettacolo «Il cerchio di gesso del Caucaso» di Bertolt Brecht, che martedì 23 ottobre, alle ore 21, aprirà il sipario della nuova stagione del teatro Sociale di Busto Arsizio. In attesa delle audizioni per conoscere chi interpreterà la parte Groucha e chi quella di Azdak (i provini sono iniziati nella serata di lunedì 25 giugno e proseguiranno lunedì 2 luglio, a partire dalle ore 19), gli allievi del corso per operatori teatrali di «Educarte» hanno ripercorso, con la stampa, la loro avventura alla scoperta dell’Abc della drammaturgia e della prassi scenica. Un’avventura, iniziata lo scorso ottobre, che ha portato gli iscritti a studiare le differenti componenti di uno spettacolo: dal testo drammaturgico all’importanza delle scelte registiche, dalle tecniche dello straniamento e dell’immedesimazione ai i metalinguaggi del teatro, come la musica, la scenografia, i costumi e l’illuminotecnica. «Chi è di scena? Il pubblico», corso gratuito nato con l’intento di formare personale qualificato che possa inserirsi negli uffici promozione dei teatri italiani e che educhi, soprattutto i giovani, ai linguaggi dello spettacolo, non ha visto, però, solo lezioni teoriche, ma anche improvvisazioni sul proprio vissuto personale e molte esercitazioni pratiche su testi come l’«Antigone» di Sofocle e l’«Inferno» di Dante Alighieri. Durante l’anno, i corsisti sono stati, inoltre, inseriti in spettacoli prodotti dal teatro Sociale di Busto Arsizio e dall’associazione culturale «Educarte», come «Libertà» (16 novembre 2011), «Vita di Karol (Il mio Wojtyla)» (15 dicembre 2011) e «Chi di voi è Wanda? (I «coniglietti» di Ravensbrück)» (27 gennaio 2012). Un approccio, dunque, concreto al dietro le quinte di una rappresentazione scenica quello proposto dal corso di «Educarte», perché –spiega Delia Cajelli- «non è possibile insegnare storia della drammaturgia e trasmettere agli altri l’amore per il teatro, senza conoscerne i codici, i meccanismi che stanno dietro a uno spettacolo». Ad accompagnare i corsisti in questa nove mesi di lezioni, tenutesi presso il ridotto «Luigi Pirandello», sono stati anche gli attori Ambra Greta Cajelli e Mario Piciollo (insegnante di dizione) e la coreografa Elisa Vai. Quaranta gli allievi, di età compresa tra i 18 e i 66 anni, che porteranno in scena lo spettacolo «Il cerchio di gesso del Caucaso» di Bertolt Brecht, per la regia di Delia Cajelli. Differenti i percorsi e le esperienze di vita che li hanno condotti ad iscriversi al progetto di «Educarte». C’è chi ha già alle spalle una lunga esperienza sulle assi del palcoscenico, come Maria Riolo: «Ho intrapreso la strada teatrale una ventina di anni fa, a Buenos Aires, al teatro Armando Discépolo. Ho anche frequentato la scuola per attori professionisti del Sociale di Busto Arsizio, «Il metodo», e ho avuto modo di studiare con Maria Fernanda Cartier. Appena ho saputo della possibilità di approfondire la mia conoscenza teatrale con questo nuovo corso, ho deciso di iscrivermi. Ne è valsa la pena». C’è chi, come Fiorella Zito, era, invece, totalmente a digiuno di recitazione, ma voleva avere gli strumenti per convincere amici e parenti a godersi una bella serata a teatro: «Mi sono iscritta a questo laboratorio per imparare che cosa sia uno spettacolo e per poterlo insegnare agli altri. Nella vita mi occupo di jazz e mi rendo conto che molte persone non si avvicinano a questo genere musicale più per mancanza di conoscenza che per reale disinteresse. Il mio grande desiderio è accendere nelle persone l’amore per il teatro». Un desiderio, questo, condiviso anche da Igino Portatadino: «Citando Gaber, ho una «illogica utopia»: spero di poter trasmettere ciò che ho appreso ai ragazzi e di portare così più persone possibile a vedere uno spettacolo. In questo corso, non è importante essere dei bravi attori, ma saper raccontare che cosa si ha dentro. In questo senso, il teatro è terapia. Ti permette di andare in profondità e di non restare in superficie delle cose». Di recitazione come strumento terapeutico parla anche Miriam Errico: «questo laboratorio mi serve per far uscire i sentimenti, le emozioni. Grazie al corso, credo di aver migliorato il modo di relazionarmi con gli altri».Mentre la giovanissima Francesca Gallotti sottolinea l’aspetto educativo del progetto culturale di «Educarte»: «E’ diverso imparare la letteratura a scuola e impararla a teatro. Con Delia Cajelli e con questo laboratorio ci si innamora di Dante e Pirandello. Il teatro non è assolutamente noioso, anzi». Giuseppe Scolese parla addirittura delle lezioni di «Chi è di scena? Il pubblico» come di un «nutrimento dell’anima» e, poi, afferma «il teatro è il più bel gioco del mondo. Il teatro è stupore e meraviglia. Ce lo insegnano i bambini. Lo diceva anche Pirandello: imparate dai bambini che fanno il gioco serio del teatro». Ed era proprio un bambino Leonardo Gallina, un altro dei corsisti, quando si è innamorato del mondo della scena. Così ricorda quel momento: «da piccolo, ho assistito, al Sociale di Busto Arsizio, alle prove di uno spettacolo, al quale partecipava mia madre. Quell’esperienza mi ha affascinato. Sono da poco ritornato in Italia, dopo aver trascorso alcuni anni a Buenos Aires, e ho deciso di intraprendere questo viaggio nella recitazione, proprio nel luogo in cui è nata la mia passione per il teatro. Il corso mi serve anche per esercitarmi con la lingua italiana». Si respira, dunque, passione tra gli allievi di «Chi è di scena? Il pubblico», ma anche tra gli insegnanti. Lo spiega chiaramente Luisella Bertazzo: «ho già lavorato in altri due teatri, a Milano. Con questo corso mi è stata offerta un’esperienza diversa. Altrove sono interessati all’aspetto commerciale, qui c’è ancora amore per il proprio lavoro e capacita di cercare, in ogni persona, il talento da valorizzare». Barbara Fulvia De Fusco continua, affermando: «in passato ho seguito due o tre corsi, ma qui c’è una continuità di insegnamento e un’attenta direzione artistica che non ho trovato in altri posti. Il nostro è un gruppo coeso, non sentiamo le differenze generazionali, perché il teatro non divide, ma unisce». In effetti, tra i corsisti e i docenti si respira un clima di complicità, di amore per quel mondo magico e senza barriere che è il palcoscenico. E Nicola Seguino chiosa, tra le risate dei “colleghi”: «Per quanto riguarda lo spettacolo «Il cerchio di gesso del Caucaso», vorrei dire una cosa: se sarà un successo sarà prevalentemente merito nostro, di noi attori; se sarà un insuccesso sarà tutta colpa della regista». Delia Cajelli sorride e promette che quello di martedì 23 ottobre sarà un appuntamento da non perdere.  
   
 

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