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Notiziario Marketpress di Giovedì 08 Febbraio 2007
 
   
  NGC 3741: UNA SPIRALE NANA CON UN ENORME ALONE DI MATERIA OSCURA SUL MONTLY NOTICES OF THE ROYAL ASTRONOMICAL SOCIETY I RISULTATI DELLE OSSERVAZIONI DI UN TEAM INTERNAZIONALE DI ASTROFISICI

 
   
  Bonn e New Mexico, 8 febbraio 2007 - Misurato l’enorme alone di materia oscura che circonda la galassia Ngc 3741, una spirale nana formata da un disco stellare di circa 5 milioni di stelle e distante 3 Mega Parsecs dalla Terra. Un team internazionale di astrofisici, costituito da ricercatori della Sissa di Trieste, dell’Università di Bonn e del New Mexico, ha scoperto che la galassia Ngc 3741 è circondata da un alone di materia oscura che si estende, con densità quasi costante, almeno fino a 43 volte le dimensioni visibili della galassia. La materia oscura, cioè, supera quella "normale" e luminosa per un rapporto di 1000 a 1. Fino a oggi le osservazioni indicavano un´estensione dell´alone oscuro fino a circa 10 volte le dimensioni caratteristiche del disco luminoso, con un rapporto quindi di 100 a 1 tra la massa oscura e quella luminosa. «Come illustriamo nell’articolo Ngc 3741: dark halo profile from the most extended rotation curve, sul Montly Notices of the Royal Astronomical Society – spiega Paolo Salucci, docente di astrofisica alla Scuola Internazionale Superiore di Studi Avanzati di Trieste - questa scoperta estende la nostra conoscenza sulla materia oscura, la cui natura resta ancora un enigma, una sfida che impegna da circa 20 anni gli astrofisici e i fisici delle particelle di tutto il mondo». Negli anni Ottanta, infatti, gli astronomi cominciarono a rendersi conto che non tutta la materia dell’Universo è osservabile. La materia oscura, la cui esistenza è stata poi confermata dall´analisi della rotazione delle galassie, è addirittura il 90% della materia di tutto il cosmo. Per le osservazioni, il team ha utilizzato il Westerbork Synthesis Radio Telescope, in Olanda, con rilevatori di nuovissima generazione. «Lo strumento – precisa Salucci - consiste in 14 antenne circolari ognuna delle quali ha un diametro di 25 metri quadri e si estende per circa 1. 5 chilometri. Grazie a questa tecnologia all’avanguardia abbiamo potuto raccogliere dati profondi e accurati che provano che la materia oscura ha una estensione enorme, supposta ma mai prima rilevata, intorno alla galassia». «E la galassia – continua l’astrofisico - può essere considerata come un laboratorio adatto a investigare una componente dell´Universo, probabilmente una particella, ancora mai rivelata dai nostri laboratori terrestri». Le galassie a spirale sono dischi di stelle inseriti in dischi più grandi di idrogeno e di elio. Dal 1980 questi oggetti sono diventati fondamentali per la conoscenza dell´Universo: stelle e gas, infatti, ruotano a una velocità molto maggiore di quella dovuta alla loro auto gravità. Ciò implica la presenza di un alone sferico di materia oscura che le avvolge. La natura di questa materia che, a differenza di tutto ciò che conosciamo, interagisce con gli atomi attraverso soltanto la forza di gravità e non attraverso le altre forze della natura (elettromagnetica, debole, nucleare), è attualmente sconosciuta, nonostante molti esperimenti per la sua rivelazione vengano eseguiti in molti laboratori in tutto il mondo, tra cui quello del Gran Sasso. «Il nostro studio – conclude Salucci - apre due interrogativi a cui la ricerca attuale non sa ancora dare risposta. Perchè le stelle si formano soltanto in una zona minuscola della galassia, coprendo solo un milionesimo del suo volume? E perchè la materia oscura è distribuita nelle galassie come una sfera a densità costante, mentre in tutti gli altri oggetti sferici dell´Universo, per esempio nelle stelle, nei pianeti e nei buchi neri, la densità notevolmente diminuisce quando ci si allontana dal loro centro? La spiegazione di entrambi probabilmente riguarda il mondo dell´infinitesimamente piccolo, il mondo delle particelle elementari. Infatti questi nuovi risultati su oggetti di dimensione astronomica non soltanto sembrano confermare l´esistenza di una nuova particella non ancora rilevata in natura, ma suggeriscono che questa agisce, a dimensioni submicroscopiche, anche con un nuovo tipo di forza che la collega con la materia ordinaria». .  
   
 

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