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Notiziario Marketpress di Giovedì 08 Febbraio 2007
 
   
  L’ALIMENTAZIONE BIOLOGICA È DETERMINANTE PER LA PREVENZIONE E LA SALUTE PUBBLICA

 
   
  È quanto è emerso dal talk show “Biobenessere” svoltosi a Roma alla presenza di esperti medico-scientifici, istituzioni, produttori e condotto da Anna Bartolini Ma il settore biologico deve comunicare di più verso il consumatore per diffondere nuovi modelli di nutrizione capaci di migliorare la qualità della vita ad ogni età Alimentarsi con prodotti biologici significa attuare una scelta importante per la prevenzione ed il controllo delle malattie cardiovascolari e cronico-degenerative. Ma i plus nutrizionali e salutistici dell’alimentazione biologica (sicura, senza residui chimici e rispettosa dell’ambiente e degli animali), devono essere comunicati più efficacemente al consumatore per dar luogo a nuovi modelli di consumo, in tutte le fasi della vita, orientati alla qualità sia per i pasti in casa che per la ristorazione collettiva pubblica. È quanto è emerso dal talk show “Biobenessere” tenutosi a Roma e promosso da Pro. B. E. R. (Associazione dei Produttori Biologici e Biodinamici dell’Emilia-romagna), insieme ad Unione Europea ed Agea. Aprendo i lavori, Vittorio Silano – Direttore scientifico dell’Efsa (Autorità Europea per la Sicurezza Alimentare) e Capo Dipartimento Innovazione presso il Ministero della Salute – ha sottolineato come “le peculiarità del progetto Biobenessere riflettano i temi salienti del programma europeo ‘Guadagnare Salute’, recepito prontamente dal Ministero, conferendo particolare rilevanza alla stretta correlazione tra sana e corretta alimentazione, prevenzione e salute”. Stefano Boco – Sottosegretario al Ministero delle Politiche Agricole, Alimentari e Forestali – ha riconfermato l’attenzione del Ministero delle Politiche Agricole verso l’agricoltura biologica, anche con un preciso stanziamento del governo nella Finanziaria 2007. “Al trend di crescita registrato dall’agricoltura biologica in Italia (+21% gli operatori e +11% la superficie coltivata), si è aggiunto negli ultimi anni – ha detto Boco – il sensibile incremento dell’uso dei prodotti biologici nella ristorazione scolastica. Le istituzioni ai vari livelli devono favorire la conoscenza del prodotto biologico dando garanzie di sicurezza al consumatore ed operando al tempo stesso per stimolare le imprese alla conversione produttiva verso il biologico. In tal senso è necessaria una comunicazione istituzionale per far conoscere i valori positivi del consumo di questi prodotti, anche con un’azione pedagogica che insegni ai giovani a mangiare in modo sano ed equilibrato. A livello comunitario l’Italia deve contrastare con una decisa azione politica la proposta di tollerare la presenza dello 0,9% di Ogm nei prodotti biologici”. Silvio Borrello – direttore generale Sicurezza degli Alimenti e Nutrizione del Ministero della Salute – ha spiegato che “il Ministero, anche per le preoccupazioni presenti nel consumatore sulla sicurezza degli alimenti, dopo i recenti scandali, ha predisposto un sistema di controlli spostando le competenze dal mondo agricolo e quello appunto sanitario, creando un esempio unico in Europa, seguito poi anche dagli altri paesi europei. La stessa Ue, sulla base del modello italiano, ha riunito tutte le varie competenze nella Direzione Generale Salute dei Consumatori. Con la creazione dell’Efsa, l’Italia ha voluto separare giustamente il processo di valutazione del rischio alimentare con l’istituzione, all’interno del Ministero della Salute, di un segretariato in cui opera un Consiglio scientifico atto a fornire pareri alle due direzioni competenti in materia di sanità animale e sicurezza alimentare. La Ue ha approvato un regolamento in base al quale gli stati membri devono predisporre un sistema di controlli ufficiali, con creazione di un piano pluriennale integrato che coinvolge più Ministeri (Salute, Politiche Agricole, Attività Produttive, Commercio, ecc. ), obbligati a collaborare tra loro ottimizzando risorse e mezzi”. Da Anna Bartolini, nota Rappresentante italiana nel Consiglio dei Consumatori dell’Unione Europea e giornalista da sempre attenta ai temi dell’alimentazione biologica e di qualità, nonché moderatrice del talk show, è venuto l’invito “a migliorare la comunicazione sui valori nutrizionali dell’alimentazione biologica e sulle importanti iniziative attuate in Italia da enti ed istituzioni a vari livelli, con interventi sui principali media che siano in grado di informare ed educare i consumatori. In ambito europeo va invece sottolineato l’avvio del programma comunitario 2007-2013 per la promozione dell’educazione alimentare fin dai primi anni di scuola”. Il talk show “Biobenessere” ha poi coinvolto il mondo medico-scientifico, esperti nutrizionisti e le istituzioni (Regioni, Comuni, Asl e strutture ospedaliere) per analizzare la relazione tra cibo, salute ed ambiente, in riferimento alla prevenzione e allo sviluppo sostenibile. Dopo gli studi sulla qualità nutrizionale dei prodotti da agricoltura biologica, attestanti la maggiore concentrazione di sostanze ad azione antiossidante che prevengono i problemi di patologie legate alla moderna civiltà (Giovanni Quaglia, Università della Tuscia-viterbo), Enrico Finotti e Flavio Paoletti, ricercatori presso l’Unità Tecnologie Alimentari Speciali Inran, hanno esaminato gli elementi determinanti la qualità del prodotto biologico, rispetto a quello da agricoltura tradizionale, per la maggiore concentrazione di polifenoli. Antonino De Lorenzo e Laura di Renzo – rispettivamente responsabile e coordinatore scientifico del progetto Sabio “Nutrire per Prevenire”, condotto dall’Università di Tor Vergata-roma – hanno reso noto i risultati della ricerca che evidenza la riduzione dei mediatori dell’infiammazione e l’aumento della capacità totale antiossidante ematica in soggetti alimentati con prodotti provenienti da agricoltura biologica. “Questo è un elemento saliente – hanno rilevato – per prevenire le malattie cardiovascolari e cronico-degenerative che, con sempre maggiore frequenza, colpiscono la popolazione”. “D’altronde – ha evidenziato De Lorenzo – la dieta mediterranea, che rappresenta il meglio in fatto di alimentazione sana ed equilibrata, era in origine una dieta composta da prodotti biologici, cioè una dieta biomediterranea”. Ma un’efficace prevenzione sulle nuove generazioni deve prevedere l’alimentazione biologica fin dal divezzamento ed in seguito nell’età pre-scolare e scolare. “L’esperienza clinica con divezzamento biologico – ha rilevato Guido E. Moro, primario di Neonatologia e Terapia Intensiva Neonatale dell’Ospedale Macedonio Melloni di Milano – ha confermato che gli alimenti biologici sono più sicuri e meglio tollerati dai bambini e che mangiare biologico nei primi due anni di vita aiuta a prevenire le malattie dell’età adulta”. “Il pasto biologico nell’infanzia deve essere sempre più una consuetudine sia a casa che a scuola – ha sottolineato Luciano Proietti, pediatra – per contrastare il fenomeno dell’obesità tramite l’educazione ad una corretta e sana alimentazione che deve svilupparsi proprio in ambito scolastico per creare i consumatori di domani”. Roberta Sonnino, docente e ricercatrice dell’Università di Cardiff, ha detto che “le mense italiane vengono considerate in Europa un punto di riferimento cruciale per molti paesi impegnati a combattere la vertiginosa crescita dell’obesità infantile. Il modello italiano è un esempio alto di ristorazione scolastica in termini di qualità e sostenibilità, in quanto il nostro paese può contare su un livello organizzativo efficiente degli approvvigionamenti locali, su adeguati investimenti da parte dei comuni che hanno protetto il legame esistente tra cibo, identità culturale e salute e su un contesto legislativo nazionale che promuove la sostenibilità del sistema di ristorazione scolastica”. Paolo Carnemolla, presidente di Pro. B. E. R. E Federbio, ha quindi illustrato il progetto “Biobenessere” (www. Bio-benessere. It), promosso da Pro. B. E. R. E cofinanziato da Unione Europea ed Agea con l’obiettivo di promuovere e sviluppare i consumi privati e collettivi di prodotti biologici, mettendone in risalto le caratteristiche intrinseche in termini di qualità, sicurezza degli alimenti, metodi di produzione, aspetti nutrizionali e sanitari, etichettatura, benessere degli animali e tutela dell’ambiente. Carnemolla ha ribadito “l’esigenza di una sinergia istituzionale sui controlli finalizzata a dare più sicurezza al consumatore, confermando che la dieta mediterranea di riferimento deve essere biologica e deve avvalersi delle produzioni locali per valorizzare anche la grande cultura e tradizione alimentare del nostro Paese. L’obiettivo a breve è ora rappresentato da un salto di qualità nell’informazione sul biologico a livello europeo ed in specifico il progetto Biobenessere deve coinvolgere anche l’Efsa, l’Agenzia europea della sicurezza alimentare, per prevedere iniziative di comunicazione più mirate ed efficaci verso il consumatore”. .  
   
 

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