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Notiziario Marketpress di Mercoledì 04 Luglio 2012
 
   
  IL RAPPORTO 2011 DELLA BOCCONI INDIVIDUA LA PUGLIA REGIONE VIRTUOSA

 
   
  Bari, 4 luglio 2012 - “La Regione Puglia è tra le regioni italiane che hanno avviato un percorso di risanamento effettivo e virtuoso, facendo dei Piani di rientro un’opportunità di cambiamento degli equilibri della rete di assistenza sanitaria che, nella nostra regione, è stata troppo sbilanciata sull’eccessivo ricorso al posto letto e alla ospedalizzazione, in alcuni casi inappropriata”. Lo ha detto l’assessore alla salute della Regione Puglia Ettore Attolini citando il rapporto Oasi 2011 (Osservatorio sulla funzionalità delle Aziende Sanitarie Italiani) elaborato dall’Università Bocconi di Milano che, soffermandosi sulle differenze sostanziali fra i diversi sistemi regionali che erogano l’assistenza sanitaria in maniera eterogenea su tutto il territorio italiano, riconosce gli sforzi che la Puglia sta compiendo per la modernizzazione del sistema sanitario. “Se ad esempio paragoniamo i dati pugliesi del rapporto Oasi – ha aggiunto Attolini - con quelli di una regione “modello” nell’assistenza sanitaria, come l’Emilia Romagna, ci rendiamo conto non solo di quale sia l’obiettivo da raggiungere e di come la Puglia sia assolutamente sulla giusta strada, ma anche di quanto maggiore sia la quota di finanziamento del fondo sanitario nazionale”. “Nel 2010 – ha spiegato Attolini - la nostra regione conta 40 presidi ospedalieri (che prevedono anche accorpamenti tra più stabilimenti) a fronte dei 27 presenti in Emilia Romagna; questo vuol dire che l’Emilia fa fronte alle esigenze di salute della sua popolazione (che per altro sappiamo essere leggermente superiore alla popolazione pugliese) con ben 13 strutture di ricovero in meno. Analizzando invece la presenza di strutture territoriali (non ospedaliere) pubbliche e private accreditate (ambulatori, laboratori, centri di salute mentale, consultori materno-infantili, centri distrettuali, strutture residenziali, ecc.) emerge una profonda differenza fra Puglia ed Emilia: la nostra regione conta 1.142 strutture, contro le 2.144 dell’Emilia Romagna. Questo però – ha detto Attolini - vuol dire che dobbiamo continuare a concentrare i nostri sforzi nel fornire i servizi direttamente ai territori”. Per quanto riguarda invece il tasto dolente della profonda differenza di disponibilità delle risorse economiche assegnate annualmente dal Ministero attraverso il Fondo Sanitario Nazionale, Attolini ha sottolineato che nel 2011 la Puglia ha potuto contare su quasi 7 miliardi di euro dal riparto, mentre l’Emilia ha usufruito di oltre 7 miliardi e 700 milioni di euro. “Una differenza consistente” per l’assessore che ha anche stigmatizzato l’ultimo posto riservato alla Puglia quale “regione con la quota di accesso al riparto del fondo nazionale pro capite più bassa, il che vuol dire che i cittadini pugliesi ricevono in media meno risorse per la salute rispetto ai cittadini delle altre regioni italiane”. Per Attolini “l’altro elemento di profonda differenza fra la Puglia e l’Emilia è la disponibilità del personale sanitario. Complessivamente l’Emilia Romagna ha quasi 30.000 dipendenti del comparto sanitario, fra medici e infermieri, mentre la Puglia ne ha solo 21.000. Questo significa che in Puglia dobbiamo ottemperare ai bisogni di salute dei cittadini con circa 10.000 unità lavorative in meno rispetto all’Emilia Romagna. Pertanto – ha aggiunto Attolini - va detto con chiarezza che i cambiamenti, per raggiungere i risultati di una regione come l’Emilia, necessitano assolutamente della disponibilità di risorse da allocare”. “La Regione Puglia sta lavorando duramente e sta facendo pienamente la sua parte per modernizzare e rendere più sostenibile e rispondente ai bisogni dei cittadini il sistema sanitario, come ci viene riconosciuto anche dallo studio dell’Università Bocconi – ha concluso Attolini - ma non è sufficiente. C’è bisogno che tutti facciano la loro parte. Ad esempio, ancora oggi non conosciamo le intenzioni del Ministero dell’Economia riguardo il destino del riparto del Fondo Sanitario Nazionale per il 2012 e questo comporta ritardi e danni enormi per il sistema sanitario”.  
   
 

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