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Notiziario Marketpress di Mercoledì 04 Luglio 2012
 
   
  WELFARE, LA LOMBARDIA NON FA UN MERCATO D´ASSISTENZA

 
   
  Milano, 4 luglio 2012 - "Credo che alcune delle critiche che ci sono state rivolte siano del tutto fuori luogo. Ci vengono infatti imputate delle scelte, come quella di immaginare un mercato dell´assistenza, che non abbiamo mai fatto né abbiamo intenzione di fare perché è, ovviamente, assolutamente improponibile". Lo ha detto l´assessore regionale alla Famiglia, Conciliazione, Integrazione e Solidarietà sociale, Giulio Boscagli, rispondendo ad alcune sollecitazioni emerse durante il convegno, organizzato dalla Cisl Lombardia, dal titolo ´Welfare Lombardo quale futuro tra salvaguardia e innovazione´. "Questa preoccupazione - ha aggiunto l´assessore - non è giustificata perché, nel passaggio dall´offerta alla domanda, in ogni caso a Regione Lombardia resta in capo la governance del sistema e tutti gli strumenti di regolazione e di controllo". L´incontro - Alla tavola rotonda sono intervenuti, fra gli altri, don Edoardo Algeri (Consulta Ecclesiale Regionale delle Opere socio assistenziali), Attilio Fontana (presidente Anci Lombardia), don Roberto Davanzo (direttore Caritas Ambrosiana), Fabrizio Tagliabue (portavoce Forum Terzo Settore Lombardia) e Gigi Petteni (segretario generale Cisl Lombardia). Insieme Per Un Nuovo Welfare - "Noi teniamo conto di tutte le osservazioni fatte - ha ricordato Boscagli - ma è chiaro che il tema del welfare parte sempre dalla persona e coinvolge sia la famiglia sia l´associazionismo. Nella nostra regione è presente una rete importante, il cosiddetto ´Terzo settore´ con cui noi abbiamo deciso si dialogare per arrivare insieme ad un ´Patto per il welfare´ che sia costruito mettendo attorno ad un tavolo una serie realtà presenti in Lombardia". La Riforma Necessaria - "Oggi siamo stati accusati di voler riformare il welfare - ha spiegato Boscagli - semplicemente perché, secondo alcuni, non abbiamo abbastanza soldi da investire a causa dei tagli del Governo. In realtà, il nostro welfare va riformato perché non è più in grado di rispondere ai bisogni. E´ questo il reale motivo per cui va ripensato ed è questo l´impegno che ci siamo presi cercando un dialogo costante con il territorio che ci permetta di dare una risposta reale ai bisogni che da lì emergono". Nessuna Taglio A Risorse - L´assessore Boscagli ha poi sottolineato come, nonostante i tagli del Governo, le risorse messe in campo dalla Regione Lombardia non siano diminuite. "Anche sacrificando i bilanci dei miei colleghi - ha detto - siamo riusciti a ripristinare i 70 milioni del Fondo Sociale Regionale, un impegno concreto che è segno dell´attenzione che Regione Lombardia ha verso il welfare". "Sono tre - ha detto ancora l´assessore Boscagli nel corso del convegno organizzato dalla Cisl Lombardia - i motivi che ci hanno portano all´avvio di un confronto con tutti i soggetti del sociale per costruire insieme la riforma del nostro sistema di welfare: la riduzione di risorse dovute alla crisi economica, l´invecchiamento della popolazione e un´eccessiva centralizzazione del sistema". Rete Di Soggetti Attivi - "Nel contesto attuale - ha proseguito Boscagli - non è più immaginabile che il sistema di welfare poggi esclusivamente sul pubblico inteso come Stato e le sue articolazioni. La sussidiarietà richiede che si realizzi una rete ricca e articolata di presenze in cui la Regione giochi un ruolo di ´governance´ senza normalmente sovrapporsi o sostituirsi a chi già opera. Il tessuto lombardo è talmente ricco di presenze, talmente flessibile nelle risposte e generoso nella dedizione di tanti che non sarà difficile costruire insieme una risposta adeguata ai bisogni antichi e a quelli nuovi man mano che si evidenziano". Offerta E Domanda - L´assessore Boscagli ha poi voluto chiarire cosa si intende con passaggio dall´offerta alla domanda all´interno del percorso di riforma del sistema lombardo di welfare. "Questo cambiamento - ha spiegato - implica tre conseguenze: una più attenta valutazione del bisogno, che deve essere ´personalizzato´; il trasferimento delle risorse alle famiglie attraverso una dote o un voucher e la libertà di scelta per il cittadino, garantita dall´assegnazione del titolo di acquisto; la possibilità di muoversi all´interno di una rete di erogatori accreditati". In conclusione, l´assessore alla Famiglia ha elencato i punti centrali del Patto del Welfare: centralità della famiglia, abbandono della logica di offerta di servizi e assistenza verso un sistema imperniato sulla domanda, sussidiarietà, semplificazione e maggiore accessibilità ai servizi, Fattore Famiglia e ruolo strategico del Terzo Settore. Fattore Famiglia - Proprio sul Fattore Famiglia ha ricordato come questo indicatore sia uno dei tasselli della nuova riforma. "L´introduzione del Fattore Famiglia - ha concluso Boscagli - garantisce una migliore lettura del reddito familiare tenendo conto in modo più significativo del numero dei figli (naturali, adottati o in affido), della presenza di situazioni particolari come disabilità, persone anziane non autosufficienti o perdita temporanea del reddito (es. Cassa integrazione). Inoltre il Fattore Famiglia valuta il reddito ´in tempo reale´, non facendo esclusivo riferimento alla dichiarazione dei redditi dell´anno precedente che, in un momento difficile come questo, può non essere attuale".  
   
 

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