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Notiziario Marketpress di Giovedì 05 Luglio 2012
 
   
  LE FAMIGLIE ROMANE E IL MERCATO IMMOBILIARE

 
   
  Roma, 5 luglio 2012 - Il nostro Paese sta attraversando una forte crisi economica e, dunque, un periodo pieno di incertezze in cui però, nonostante tutto, gli italiani hanno sostanzialmente continuato, anche se con una comprensibile flessione, a credere nell’investimento immobiliare. È necessario, inoltre, ricordare che, sempre in questo periodo, il sistema bancario ha adottato una forte e decisa politica restrittiva nell’erogazione dei mutui. Ma venendo ai dati dell’Indagine Tecnoborsa 2012, si tratta di un’Indagine, unica in Italia, che analizza sia a livello nazionale che a Roma il rapporto delle famiglie nei confronti del mercato immobiliare; in particolare, gli argomenti che affronta sono: le transazioni effettuate e previste - cioè le compravendite e gli affitti – e i mutui. Analizzando nello specifico le compravendite, a livello nazionale, dall’ultima Indagine è emerso che solo il 2,4% degli intervistati ha acquistato un’abitazione nel biennio 2010-2011 e, dal confronto con le quattro precedenti Indagini Tecnoborsa, sembra che non si sia arrestato il trend decrescente; infatti, rispetto a quanto rilevato nel 2010, c’è stato un ulteriore calo percentuale di poco più di 1 punto e di ben 4 rispetto al dato riscontrato nell’Indagine 2004; ciò significa che, rispetto a cinque anni fa, le famiglie che hanno acquistato un’abitazione si sono dimezzate. Per quanto riguarda Roma, si riscontrano dati nettamente diversi che vanno sottolineati: il 7,2 % degli intervistati ha acquistato un’abitazione nel biennio di riferimento (2010-2011), confermando un leggero trend crescente rispetto alle precedenti Indagini, certamente in controtendenza rispetto al dato nazionale. Senza alcun dubbio le famiglie romane hanno acquistato l’abitazione principale (il 79,1% di coloro che hanno comprato); ma è anche rilevante il dato degli acquisti per investimento: infatti l’8,1% delle famiglie romane che hanno acquistato un immobile l’ha fatto con una finalità ben precisa: investire i propri risparmi nel mattone. Un ulteriore 8,1% degli acquisti si riferiscono alla casa per le vacanze, mentre il restante 4,7% all’acquisto di una casa per i parenti prossimi - dati che si riscontrano sostanzialmente anche a livello nazionale. Le case più richieste sono state i trilocali (46,5%) e i bilocali (29,1%); le abitazioni con quattro e più vani sono state scelte dal 19,7% degli acquirenti; i monolocali solo dal 4,7%. Dal confronto con quanto rilevato nel 2001 è interessante notare la forte crescita della richiesta di trilocali rispetto ai bilocali. Tra coloro che hanno acquistato una casa, il 61,6% ha dichiarato di aver fatto ricorso a un finanziamento o un mutuo, valore leggermente superiore a quello riscontrato nell’Indagine 2011, ma di 2,4 punti percentuali inferiore a quanto rilevato nel 2009 - il valore riscontrato per la città di Roma è allineato a quello medio nazionale. Prevalentemente ricorrono ai mutui/finanziamenti coloro che hanno acquistato un’abitazione per parenti prossimi e il 63,2% di coloro che hanno acquistato un’abitazione principale; questo è dovuto al fatto che chi acquista abitazioni destinate a questi due usi lo fa spinto da esigenze familiari e, quindi, è disposto anche a indebitarsi. Ben il 45,3% di coloro che hanno acquistato un’abitazione ha ottenuto un mutuo che copre dal 41% al 60% del prezzo del bene; il 30,2% ha ottenuto una quota che va dal 21% al 40%; un ulteriore 24,5% ha acceso finanziamenti che vanno dal 61% all’80% del costo totale necessario all’acquisto; infine, nessuno ha preso mutui che coprono più dell’80% del prezzo del bene. Il 75% delle famiglie che hanno acceso un mutuo negli ultimi due anni hanno impegnato mediamente fino al 30% del proprio reddito per il pagamento delle rate, contro il 60% rilevato nell’Indagine 2011; anche questa è una conseguenza delle politiche restrittive adottate degli istituti di credito e dell’innalzamento del livello di prudenza delle famiglie italiane - e in particolare di quelle romane - in un periodo di incertezza economica e politica; il 9,4% ha utilizzato dal 30% al 40% del proprio reddito, il 7,5% ha impiegato tra il 40% e il 50% del budget familiare e il restante 7,5% oltre il 50%. Coerentemente con quanto riscontrato per la domanda, anche per l’offerta, cioè le vendite, nella città di Roma si assiste a un trend crescente, anche se di soli 0,2 punti percentuali, rispetto al 2011, ma diventano ben 2,2 punti se rapportati al dato rilevato nel 2009. Dai risultati emerge che la Capitale è un Comune piuttosto attivo; infatti, a livello nazionale risulta che hanno venduto un immobile nel biennio 2010-2011 solo l’1,9% delle famiglie intervistate. Le vendite avvenute hanno riguardato prevalentemente le abitazioni principali (60,5% di coloro che hanno venduto), fenomeno in crescita rispetto a quanto riscontrato nella rilevazione precedente; seguite da quelle relative alle seconde case vacanze (18,4%) e alle le abitazioni destinate a parenti prossimi (13,2%); per ultime si trovano quelle per investimento (2,6%) - valore decisamente inferiore a quello rilevato nelle precedenti Indagini sia su Roma che su tutto il territorio nazionale. La motivazione predominante che induce alla vendita di un’abitazione si riscontra essere ancora la sostituzione con un’altra abitazione principale (52,6%), valore in crescita rispetto al periodo 2009-2010. Rilevante anche la quota di chi ha venduto per bisogno di liquidità (18,4%), ma questo dato è leggermente in calo rispetto a quanto riscontrato nelle due Indagini precedenti. Il 7,9% di chi ha ceduto un immobile lo ha fatto per effettuare altri investimenti immobiliari; a parità di percentuale (5,3%) c’è chi ha venduto per acquistare una seconda casa vacanze o per parenti prossimi; il 3,6% per poter fare investimenti finanziari. Continua il trend crescente dei nuclei familiari che negli ultimi anni hanno preso in locazione un’abitazione e, nell’Indagine attuale, il valore arriva a sfiorare il 3%. Spostandosi sul lato dell’offerta, risulta che nel biennio 2010-2011 sono saliti coloro che hanno dato in locazione un bene (2,3%), valore che ritorna ai livelli rilevati nell’Indagine 2009. Per quanto riguarda le previsioni di acquisto di un immobile, il 3,2 % delle famiglie romane intervistate ha dichiarato di avere intenzione di acquistare un immobile residenziale nel prossimo biennio, dato che, raffrontato con le precedenti Indagini, registra una leggera flessione di 0,5 punti percentuali rispetto al 2010 e di 0,8 rispetto al 2009. Quanto all’utilizzo degli immobili che le famiglie romane dichiarano di voler acquistare nel prossimo futuro, emerge una particolarità rispetto al dato nazionale: praticamente, a livello di intenzione, non compaiono le motivazioni che orienterebbero l’acquisto verso una seconda casa vacanze o per parenti prossimi; dunque, a Roma, chi intende acquistare lo farà per comprare la prima casa o per mero investimento. Da tenere presente che la rilevazione Tecnoborsa è avvenuta su un campione significativo di 650 famiglie residenti nel Comune di Roma, nei mesi immediatamente successivi all’inasprimento fiscale sugli immobili e, in particolar modo, sulle seconde case. Infine, spostando l’analisi dalla parte dell’offerta futura, emerge che l’1,1% delle famiglie intervistate ha intenzione di vendere un immobile nel biennio 2012-2013, valore che tocca il suo minimo storico. Dal confronto con il dato nazionale emerge che se le intenzioni dovessero essere confermate l’offerta di immobili su Roma sarà inferiore a quella del resto del territorio nazionale (2,4%). In conclusione, si può affermare che gli italiani - e i romani ancor più - sono propensi e credono nell’investimento immobiliare, anche in un momento difficile e colmo di incertezze come l’attuale ma, al tempo stesso, evidenziano aspettative comprensibilmente ancora incerte. E’ necessario attuare politiche fiscali idonee e allentare la stretta creditizia attuata dal settore bancario; il settore immobiliare in Italia è fondamentale, in particolare a Roma che ha un grande bisogno di riqualificare il proprio patrimonio immobiliare per migliorare la qualità della vita dei suoi cittadini e favorire in ogni modo lo sviluppo di un settore che è sempre stato uno dei fattori di traino economico.  
   
 

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