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Notiziario Marketpress di Giovedì 05 Luglio 2012
 
   
  LEGAMBIENTE, RAPPORTO ECOMAFIE 2012. VENDOLA: "NO AL POTERE DELLE ECOMAFIE"

 
   
  Bari, 5 luglio 2012 - “Vorrei esprimere, a nome di tutti i pugliesi, il più sincero sentimento di gratitudine nei confronti delle forze dell’ordine e della magistratura per i risultati davvero straordinari che sono stati conseguiti sul fronte incandescente del contrasto ai reati ambientali. Il rapporto di Legambiente su Ecomafie 2012 fotografa questa condizione di reattività contro quei gruppi criminali che, perseguendo illeciti profitti, intervengono con violenza su eco-sistemi preziosi, inquinano, coprono territori delicati di cemento abusivo, trafficano in rifiuti”. Così il Presidente della Regione Puglia Nichi Vendola commentando i dati del rapporto Ecomafia 2012 di Legambiente presentato ieri mattina a Bari. Per Vendola “sono risultati conquistati anche attraverso un modello di collaborazione tra autorità preposte al controllo di legalità e pubbliche istituzioni, segnatamente la Regione Puglia”. “Delitti che un tempo non erano debitamente monitorati e repressi – ha aggiunto Vendola - oggi sono al centro di mirate attività investigative e di contrasto. Non dobbiamo dimenticare il contributo offerto al controllo minuzioso del traffico merceologico nei porti pugliesi. La Puglia dunque si conferma, come riconosce Legambiente, “maglia rosa” nella voglia di non subire il potere delle eco-mafie. Riprendersi i territori confiscati dai clan, bonificare i siti avvelenati, stimolare una nuova cultura civica: sono questi i compiti istituzionali a cui abbiamo cercato di far corrispondere molti atti concreti (come ad esempio i finanziamenti ad attività specifiche delle forze dell’ordine o ancora l’adozione di una legge regionale che consente il rapido abbattimento dei manufatti abusivi e una più efficace prevenzione del fenomeno)”. “Ma i nostri sforzi – ha concluso Vendola - rischiano di essere effimeri finchè il legislatore nazionale continuerà a considerare i reati ambientali come infrazioni amministrative e non come delitti gravissimi contro i beni comuni e contro la salute pubblica. Sarebbe auspicabile, da questo punto di vista, che le forse politiche presenti in Parlamento dedicassero più attenzione alla normativa di contrasto ai fenomeni complessi di criminalità che comunemente definiamo “eco-mafie”.  
   
 

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