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Notiziario Marketpress di Mercoledì 11 Luglio 2012
 
   
  COMO E LECCO, INDAGINE CONGIUNTURALE RAPIDA – MAGGIO 2012

 
   
  Lecco, 11 luglio 2012 - Si è conclusa nei giorni scorsi l’edizione dell’Osservatorio rapido congiunto di Confindustria Como e Confindustria Lecco relativa al mese di maggio 2012. Continua la fase di incertezza, con segnali fra di loro contrastanti. Sia la domanda interna che quella estera continuano la fase di contrazione. La saturazione degli impianti produttivi è diminuita rispetto alla precedente rilevazione, mentre le previsioni economiche e occupazionali per le prossime settimane evidenziano preoccupazione da parte delle imprese. Le aspettative per i prossimi mesi risultano infatti particolarmente incerte, proprio come evidenziato nei giorni scorsi dal Centro Studi Nazionale con la nuova pubblicazione degli Scenari Economici. Punto dolente è ancora una volta la situazione legata alle insolvenze ed ai ritardi nei pagamenti mentre sul versante materie prime si registra una minore criticità, ad eccezione di alcune categorie di prodotti per le quali si riscontrano ancora aumenti. Gli Ordini - La dinamica degli ordini delle imprese delle due province mostra, in maggio, alcune schiarite rispetto a quanto rilevato ad aprile. Sul mercato interno permangono i segnali di stagnazione registrati nel mese precedente che però paiono lasciare spazio ad alcuni indicatori di stabilità, confermata sostanzialmente dai giudizi di diminuzione e crescita che tendono a bilanciarsi. Oltre la metà delle imprese (il 52,8%) comunica, infatti, un mantenimento della domanda italiana (il 40,4% ad aprile) mentre salgono al 21,4% (dal 12,8% registrato in precedenza) i soggetti che rilevano ordini in aumento. Il restante 25,8% delle imprese, infine, segnala una diminuzione della domanda. Il dato però risulta al di sotto di quanto registrato nella precedente edizione dell’Indagine, dove quasi un’azienda su due (il 46,8%) indicava un rallentamento dei volumi richiesti. Anche sul versante delle esportazioni risultano in crescita le imprese che hanno mantenuto la quota di mercato (55,4%) o addirittura consolidato il loro posizionamento (21,6%), a fronte di un 23% di soggetti che ha comunicato, invece, di aver perso competitività all’estero. Vale la pena sottolineare, però, come i giudizi in diminuzione siano passati dal 31,2% di aprile al 23% di maggio. La Produzione - L’attività produttiva delle imprese dei territori di Lecco e Como ha registrato una tenue ripresa rispetto ai livelli del mese precedente. I giudizi indicanti un aumento si sono attestati al 24,4%, superiori ai giudizi di diminuzione fermi al 17,4%. Per il rimanente 58,2% del campione non si segnalano invece variazioni. Situazione dunque diversa rispetto allo scorso mese di aprile, durante il quale il 41,2% del campione aveva dichiarato di aver subito una diminuzione della propria attività produttiva e i giudizi che indicavano un aumento erano fermi a poco più del 14%. Va tuttavia evidenziato che, a fronte di tale miglioramento, si registra una diminuzione nella percentuale di saturazione degli impianti di produzione, che passa dal 72,3% al 71,4%. Il Fatturato - Per quanto riguarda il fatturato, le imprese di Lecco e di Como comunicano di aver assistito ad una fase di parziale recupero del proprio volume d’affari nel 41,1% dei casi. Il dato si rivela in aumento rispetto a quanto rilevato nella precedente edizione dell’Indagine (in cui i giudizi di crescita si attestavano al 19,4%). Nei rimanenti casi, oltre un’impresa su tre (36,7%) ha segnalato stabilità delle vendite e il 22,2% una riduzione (ad aprile tale percentuale era invece del 47,2%). I fenomeni legati alla stagionalità delle produzioni incidono, nella definizione dello scenario presentato, per meno di un caso su cinque (il 18,4%). Le Previsioni - Le imprese dei due territori continuano a manifestare perplessità circa la situazione delle prossime settimane. Oltre la metà del campione (62,5%) ha indicato di non attendersi variazioni, ma è elevato il numero di soggetti che prevedono un ulteriore deterioramento della situazione attuale (28,4%). La percentuale di giudizi indicanti una crescita rimane ferma al 9,1%. Il dato sulla visibilità delle attività conferma un quadro di forte incertezza: scende dal 20% a poco più dell’11% la percentuale di aziende con un orizzonte temporale superiore al trimestre, mentre aumentano le imprese con una visibilità limitata a poche settimane (dal 44,8% di aprile all’attuale 46%) o comunque inferiore ai tre mesi (da 35,2% a 42,5%). Le Materie Prime - Minore criticità si riscontra rispetto al costo associato all’approvvigionamento delle materie prime, elemento tra quelli di maggior attenzione per le aziende di entrambe le province nelle precedenti Indagini. L’83% del campione ha comunicato di non aver subito particolari variazioni di prezzo delle principali commodities acquistate durante il mese di maggio. Nei casi restanti, il 10,5% delle imprese ha segnalato riduzioni sui listini prezzi mentre il 5,8% dei soggetti ha indicato incrementi. Le entità delle variazioni dei prezzi sono risultate differenti a seconda della tipologia di materiali. Nel caso dei metalli il prezzo è variato mediamente del 5% sia in aumento che diminuzione (metalli ferrosi e non ferrosi hanno assunto dinamiche differenti). In alcuni casi la variazione subita dai listini ha raggiunto la soglia del 10%. Le materie prime tessili hanno registrato per la maggior parte aumenti sino al 5% del prezzo rispetto ai livelli di aprile. L’acquisto di materie plastiche e chimiche è stato soggetto prevalentemente ad incrementi nell’ordine del 5%. In casi meno frequenti, per contro, si sono registrate diminuzioni del prezzo sino al 10%. La Solvibilita’ - Continua ad aumentare la percentuale di imprese che segnala un incremento dei casi di insolvenza o di ritardo nei pagamenti, passando dal 69,4% di aprile al 73,9% di maggio. Un ritorno dunque quasi ai livelli di inizio anno, quando si registrava un valore di poco superiore al 76%. Come indicato da un’impresa su tre la situazione di maggio è peggiorata, mentre per la parte rimanente del campione non si sono registrati comunque miglioramenti in tal senso. I Rapporti Con Gli Istituti Di Credito - Si evidenziano ancora criticità nei rapporti tra imprese e gli Istituti di credito. Nonostante il 77,5% di giudizi non indichino variazioni, circa un’impresa su cinque (19,1%) segnala invece un peggioramento delle condizioni praticate. L’occupazione - Lo scenario occupazionale di Lecco e di Como evidenzia, in maggio, una stabilità indicata dall’82,2% del campione. Permangono elevati, per contro, i giudizi di diminuzione dei livelli (11,1%) che si rivelano superiori a quelli di crescita (6,7%). Per i prossimi mesi non sono previsti significativi miglioramenti e la situazione di contrazione dovrebbe protrarsi, così come espresso da circa un’impresa su quattro (24,5%), nonostante il 72,2% delle imprese prospetti un mantenimento degli attuali livelli anche per le prossime settimane. I Dati Di Como - Dopo la relativa stabilità dei primi mesi del 2011, la domanda rivolta alle imprese manifatturiere si è ridimensionata nella seconda parte dell’anno, soprattutto nel terzo trimestre. La domanda estera è tornata a crescere nel quarto trimestre del 2011 e nei primi tre mesi del 2012, mentre la domanda interna continuava a contrarsi. L’indagine campionaria evidenzia un aumento degli ordini per il 13% del campione. Si attesta al 73% il numero dei soggetti che indicano invece una stabilità rispetto ai livelli di inizio anno. Gli ordini provenienti dall’estero rilevano una performance migliore rispetto al mercato interno, con una crescita per il 46% degli intervistati, stabilità nel 38%. Nel 2011, l’export del manifatturiero di Como ha visto una crescita, rispetto all’anno precedente, pari all’11% (stessa performance per la Lombardia; quasi +9% per l’industria serica). Nel primo trimestre del 2012 la variazione annuale delle esportazioni dell’industria è stata positiva (+2% quella di Como e +6% per la Lombardia). Approfondendo la dinamica della domanda esterna si evince un saldo con l’estero negativo; se quasi tutti i settori del manifatturiero (sia beni intermedi che finali) generano un surplus commerciale positivo, il dato volge in negativo per l’eccessivo peso dell’import di prodotti energetici e mezzi di trasporto. La disaggregazioni delle voci di export evidenzia una sempre maggiore diversificazione geografica dei mercati di sbocco, soprattutto in Paesi extra Ue27 (Eurolandia, maggior mercato di sbocco per l’industria italiana, attraversa infatti una forte congiuntura negativa). Prosegue il ristagnare della domanda interna perché la fiacchezza del mercato del lavoro e dei redditi reali non rendono sostenibili dinamiche dei consumi migliori: il 73% del campione comunica il mantenimento dei livelli; le imprese che esprimono una crescita sono il 13%. L’attività produttiva rimane stabile da diversi mesi ma su livelli bassi, salvo alcuni mercati e nicchie che sono ritornate sui livelli pre-crisi. Appaiono maggiormente in difficoltà le imprese di minori dimensioni: da 10 a 49 addetti. In media, il campione rivela di utilizzare circa il 72% della capacità produttiva disponibile (la media della Lombardia nel 2011 è pari al 74,3%). Il livello di vendite nella prima metà del 2012 presenta significativi segnali d’allarme: il 36% delle imprese dichiara una calo rispetto al primo trimestre 2012, il 50 una stagnazione e il restante 14% un discreto incremento. La visibilità sulla domanda migliora seppur di poco (circa un mese, in linea con la media della regione); nonostante una dinamica degli ordini non esaltante e la stretta creditizia non si evidenzia una ripresa degli investimenti rispetto al recente passato. L’osservatorio di Confindustria Como monitora da un anno la situazione del credito alle imprese: se i tassi sono bloccati da diverso tempo l’offerta di credito in termini assoluti sta diminuendo, nonostante il piano triennale di prestiti varato dalla Bce in favore delle banche europee. Il tempo medio incassi delle imprese manifatturiere di Como si attesta attorno ai 150 giorni, ciò rappresenta una forte esigenza di liquidità, cui si abbinano criticità nella solvibilità dei clienti. La copertura degli oneri finanziari (oneri finanziari / Mol: il grado di assorbimento delle risorse economiche generate dalla gestione caratteristica da parte degli oneri finanziari) appare stabile e non traspare alcun dato allarmante al riguardo. Gli impieghi vivi del settore bancario al settore manifatturiero della provincia di Como sono calate del 4,3% rispetto a fine 2011, stesso andamento per i finanziamenti nel medio-lungo termine per l’acquisto di macchinari e attrezzature (gli investimenti produttivi) e per i finanziamenti per cassa. Per quanto riguarda i tassi non si denotano grosse variazioni, sia per tassi a breve che per tassi a lungo termine. Preoccupano invece le dinamiche relative a commissioni e spese d’istruttoria legate agli affidamenti, spesso la crescita rispetto al 2010 è a doppia cifra, sia per autoliquidanti, a revoca e a scadenza. Per quanto riguarda il mercato del lavoro si segnala: situazione stabile per la Cig ordinaria, incremento della straordinaria, aumento per richiesta di disoccupazione e mobilità. L’incidenza del costo del lavoro sul Valore Aggiunto generato (Clup) aumenta stabilmente (+18% negli ultimi tre anni) e con una dispersione (forchetta tra imprese con incidenza più alta e imprese con incidenza più bassa) sempre meno marcata; per un importante campione di industrie manifatturiere della provincia il Clup nel 2010 si è attestato attorno allo 0,78 (quando era 0,66 nel 2008). “Anche questa indagine – commenta Francesco Verga, Presidente di Confindustria Como – conferma la sostanziale immobilità dei nostri mercati, con le nostre aziende che non vedono variazioni nei livelli di crescita produttiva. Rimane purtroppo il problema del credito da parte delle banche che, unito ai ritardi ormai davvero insostenibili dei pagamenti, rende le nostre imprese sempre più in debito di liquidità. Non potremo andare avanti così ancora per molto: abbiamo bisogno di una inversione di marcia”.  
   
 

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