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Notiziario Marketpress di Venerdì 09 Febbraio 2007
 
   
  UMBRIA / PRESENTATO III RAPPORTO OSSERVATORIO DELLA REGIONE

 
   
  In Umbria nei mesi invernali il turismo è prevalentemente italiano anche se gli operatori del comparto hanno registrato un forte aumento di presenze straniere. E’ uno degli aspetti che emerge dal terzo rapporto realizzato dall’Osservatorio turistico regionale sull’andamento congiunturale del turismo in Umbria (gennaio 2007), presentato lo scorso 7 febbraio a Perugia, alla presenza della presidente della Regione Umbria, Maria Rita Lorenzetti, del direttore regionale allo Sviluppo Economico e Attività Produttive, Ciro Becchetti, del presidente di Unioncamere Umbria, Adriano Garofoli, della ricercatrice dell’Isnart, Flavia Coccia. Tra le altre caratteristiche indicate dal documento c’è anche la conferma che per la scelta delle destinazioni umbre i visitatori ricorrono sempre più di frequente a Internet (il 36 per cento contro una media nazionale del 29,8 per cento). Inoltre, l’Umbria continua a caratterizzarsi per un turismo “mordi e fuggi”, visto che anche nei primi mesi invernali l’ospite, sia italiano (che raggiunge l’86,8 per cento del totale, contro una media nazionale del 77,8 per cento) quanto quello straniero, si ferma in media per 2,4 notti, contro una media nazionale di 3,2. Dal rapporto emerge che i maggiori tassi di occupazione delle camere, addirittura superiori alla media nazionale, sono stati registrati dalle strutture alberghiere, raggiungendo un tasso di occupazione del 45,8 per cento nel mese di ottobre (contro una media nazionale del 37 per cento), per scendere però a circa il 33 per cento nei mesi di novembre e dicembre. Per quanto riguarda invece il periodo circoscritto alle vacanze natalizie, accanto alle strutture alberghiere, risultati positivi sono stati rilevati anche dai B&B e dalle altre strutture extralberghiere, come ostelli e rifugi. Si posizionano bene anche gli alberghi 4 stelle, gli appartamenti e affittacamere per le prenotazioni relative ai mesi di gennaio e febbraio. L’incremento della clientela straniera è invece avvertito dalle imprese della campagna umbra, dove la percentuale di operatori che la dichiarano in aumento arriva al 40 per cento. Dopo il periodo primaverile ed estivo, hanno riferito i ricercatori che hanno realizzato il rapporto, gli operatori turistici hanno dovuto affrontare un autunno poco esaltante per poi registrare una ripresa nel mese di novembre e durante le vacanze natalizie. Il comparto turistico ha dovuto fare i conti con delle percentuali di occupazione delle strutture ricettive più ridotte: dal 33,3 per cento di occupazione rilevata nel mese di ottobre infatti, si è scesi al 26,1 per cento del mese di novembre, al 27,5 per cento del mese di dicembre. La ripresa è arrivata nel mese di novembre per poi dare spazio a una tendenza positiva delle vacanze natalizie in occasione delle quali si è registrato un tasso di occupazione del 35,7 per cento. Sul fronte delle previsioni per i mesi di gennaio e febbraio è scritto nel rapporto, si registra il 6,8 per cento di prenotazioni per gennaio contro una media italiana del 13,3, mentre nel mese di febbraio le prenotazioni nelle strutture ricettive umbre sono intorno al 2,6 per cento contro una media italiana del 7,9 per cento. Circa due terzi degli operatori indicano una situazione di stabilità rispetto allo scorso anno, sia per la clientela italiana sia per quella straniera, anche se circa un 25 per cento di operatori ha dichiarato un accrescimento della clientela straniera (con un aumento stimato intorno al +17 per cento), percentuale che sale al 30 per cento nella provincia di Terni. “Il dato –hanno detto i ricercatori– conferma la tendenza ormai consolidata secondo la quale l’incremento della clientela straniera interessa l’Umbria più che le altre destinazioni italiane, dove la percentuale di operatori segnala un accrescimento è del 15,8 per cento. A un aumento della clientela straniera, si affianca però una diminuzione della componente italiana, indicata dal 20 per cento degli operatori (soprattutto perugini), con decrementi stimati addirittura al -22 per cento. La contrazione del mercato italiano diffusa su tutto il territorio nazionale, è sentita maggiormente dagli operatori lacuali e da quelli delle città, meno dalle imprese del termale che evidenziano una situazione di stabilità (75 per cento), o addirittura di aumento (20 per cento). Queste però lamentano dall’altra parte una consistente diminuzione del mercato straniero (33 per cento). L’incremento della clientela straniera è invece avvertito dalle imprese della campagna umbra, dove la percentuale di operatori che la dichiarano in aumento arriva al 40 per cento. Circa la scelta del canale per le prenotazioni risulta basso il ricorso all’intermediazione, con una percentuale dell’8,9 per cento, a ulteriore conferma della difficoltà di inserimento in questi strumenti di promozione da parte delle imprese ricettive spesso troppo piccole e interessanti solo per circuiti dell’intermediazione molto mirati. Solo gli alberghi di media e alta categoria infatti segnalano una quota percentuale più consistente di turismo intermediato. Le strutture che ricorrono al circuito dell’intermediazione registrano infatti un’occupazione costantemente superiore alla media regionale, anche se non riescono comunque a raggiungere la media nazionale. Eccezione positiva per il mese di ottobre quando gli operatori che ricorrono ad agenzie di viaggio e tour operator hanno venduto 4 stanze su 10, mentre le strutture “fai da te” solo 2,9 (la media nazionale in questo caso è del 37 per cento). Tra i mercati esteri che gli operatori ritengono più importanti per la loro impresa, maggiore importanza viene dato al mercato statunitense (21,3), seguito da quello tedesco (20,5) e da quello britannico (15). Nella graduatoria segue il mercato olandese (10,3), la Francia (8,5) e il Belgio (8,3). Il turismo italiano, comunque, nel 2006 ha svolto complessivamente in Umbria 1,6 milioni di vacanze. SEI MILIONI DI VISITATORI, SVOLTA STORICA” – “L’aver ‘sfondato’ per la prima volta la soglia dei sei milioni di visitatori è per l’Umbria un risultato storico”. E’ quanto affermato dalla presidente della Regione, Maria Rita Lorenzetti, che ha anche la delega per il turismo, in occasione della presentazione del terzo rapporto sul turismo in Umbria, realizzato da Isnart, e con la collaborazione di Unioncamere. La presidente ha inoltre sottolineato come “è ormai un dato consolidato l’aumento del turismo in Umbria avvenuto nel corso dello scorso anno, segno che il settore è in ripresa. Ora il nostro impegno deve essere quello di mettere in campo iniziative tese al mantenimento ed alla crescita di questo trend. Di recente abbiamo approvato anche la nuova legge di riassetto istituzionale del comparto del turismo che sta ora andando a regime. Questo ci consentirà di dotare la nostra regione di strutture, strumenti e risorse adeguate ad un nuovo modo di fare turismo. Un modo che deve necessariamente puntare sulla qualità: quella dell’offerta, del sistema delle imprese, dell’accoglienza. Una sfida che deve impegnare tutti i soggetti, dalle istituzioni, alle imprese, agli operatori”. Anche per il presidente di Unioncamere Umbria, Adriano Garofoli, che ha giudicato “positiva” la cooperazione con la Regione in questo settore, “nel corso del 2006 l’Umbria del turismo ha ‘tenuto’, e anzi ha registrato i risultati interessanti. Esistono anche – ha aggiunto – ulteriori margini interessanti di sviluppo e crescita. Se riusciremo a valorizzare sempre di più il concetto di ospitalità, mettendo sempre al centro della nostra azione il visitatore, potremmo far sì che il turismo in Umbria diventi uno dei principali pilastri dell’economia regionale; quello con il maggior valore aggiunto”. .  
   
 

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