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Notiziario Marketpress di Martedì 17 Luglio 2012
 
   
  NEL SECONDO TRIMESTRE E’ NEGATIVO L’INDICE ORDINI DI MACCHINE UTENSILI: (-20,6%) GLI ORDINI ESTERI (-23%) GLI ORDINI INTERNI (-11,5%)

 
   
   Cinisello Balsamo, 17 luglio 2012 - Nel secondo trimestre 2012, l’indice degli ordini macchine utensili, elaborato dal Centro Studi & Cultura di Impresa di Ucimu-sistemi Per Produrre, ha registrato un calo del 20,6% rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente, per un valore assoluto pari a 71,5 (2005=100). Il risultato è dovuto ai negativi riscontri raccolti dai costruttori sia sul mercato interno che su quello estero. In particolare, l’indice degli ordini interni segna un calo dell’11,5% rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente, per un valore assoluto pari a 52,4. Tale rilevazione dimostra la debolezza della domanda domestica e la crisi ormai strutturale del mercato italiano che ha ridotto drasticamente gli investimenti in tecnologia di produzione. Sul fronte estero l’indice degli ordinativi segna un arretramento del 23% rispetto al periodo aprile-giugno 2011, facendo scendere l’indice assoluto a 78,5. Luigi Galdbini, neopresidente Ucimu-sistemi Per Produrre, ha affermato: “I costruttori italiani di macchine utensili esprimono grande preoccupazione per la situazione attuale. Ciò che è più allarmante è l’andamento della domanda interna la cui riduzione è divenuta ormai strutturale. Di contro - ha proseguito Galdabini - il calo, pur sensibile, della raccolta ordinativi sul mercato estero è accettabile, considerato che si confronta con l’ottimo risultato messo a segno nel secondo trimestre del 2011”. D’altra parte, dalle previsioni 2012 elaborate dal Centro Studi Ucimu-sistemi Per Produrre emerge che, a chiusura d’anno, l’export registrerà un incremento del 12,3% rispetto al consuntivo 2011. Questo dato insieme a quello relativo alla quota di export/produzione, che risulterà pari al 73,3%, dimostra l’importanza dell’attività svolta dai costruttori oltreconfine e la rilevanza che la domanda straniera ha per il business delle imprese italiane, non solo della macchina utensile. “A questo proposito – ha affermato Luigi Galdabini – appare incomprensibile la scelta delle autorità di governo di inserire nel decreto legge di Spending Review la disposizione (art 12. Comma 70) che prevede la soppressione del fondo per la realizzazione di azioni a sostegno del made in Italy nel mondo. Le risorse del fondo permettono, infatti, adeguato supporto all’attività di internazionalizzazione delle imprese italiane. Per questa ragione, oltre a chiedere l’immediata eliminazione del provvedimento inserito nel decreto del 6 luglio 2012 - ha affermato il presidente di Ucimu-sistemi Per Produrre - chiediamo l’istituzione di un provvedimento che permetta l’abbattimento dell’Irap sul personale per una quota pari al rapporto export/fatturato dell’impresa, con l’obiettivo di premiare le imprese più virtuose e di stimolare il processo di internazionalizzazione di quelle che ancora sono fortemente orientate a operare sul mercato nazionale”. Sul fronte domestico, invece, la riduzione continua della domanda impone un intervento immediato e diretto per evitare che la perdita di competitività divenga processo irreversibile. “Considerati la gravità della situazione e il rischio di deindustrializzazione del paese che ha smesso di innovare le proprie strutture produttive - ha affermato Luigi Galdabini - le autorità di governo dovrebbero prevedere l’introduzione di una misura decisa come quella della detrazione dal reddito imponibile pari al 50% del valore degli investimenti effettuati in nuovi macchinari. Comprendendo però che in epoca di riduzione dei costi questa possa essere una misura non sostenibile per la Tesoreria statale, i costruttori chiedono almeno l’introduzione del sistema degli ammortamenti liberi per beni strumentali. Lo strumento, che permette alle imprese utilizzatrici di ripartire le quote di ammortamento del bene acquistato in tempi più brevi, nel medio periodo non avrebbe, di fatto, impatto sulle casse dello stato poiché il carico di imposte dovute sarebbe soltanto posticipato”. “Nell’ambito del lavoro svolto fin qui dall’esecutivo – ha concluso Galdabini – accogliamo con favore il provvedimento che permette anche alle imprese medio piccole di emettere minibond. Occorre però il rapido rilascio del regolamento che indichi come attuare questo sistema di obbligazioni partecipative in modo che tutti gli attori coinvolti, a partire dal mondo del credito, possano avvicinarsi allo strumento che, se ben usato, permetterà agli istituti bancari di tornare alla loro naturale attività operando quali primi interlocutori del mondo delle imprese, e alle aziende di fruire di nuovi ‘generatori di liquidità’, in aggiunta agli affidamenti bancari oggi sempre più scarsi anche a causa del credit crunch”.  
   
 

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