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Notiziario Marketpress di Mercoledì 18 Luglio 2012
 
   
  PAESAGGIO, FORMIGONI PER UNA TUTELA PIÙ CONDIVISA

 
   
  Milano, 18 luglio 2012 - La tutela del territorio è una priorità per la Regione Lombardia: la pianificazione paesaggistica richiede, tuttavia, la sburocratizzazione delle procedure e lo stanziamento di ulteriori fondi da parte del Ministero per i Beni e le Attività culturali. È questo il messaggio lanciato il 16 luglio a Palazzo Pirelli in occasione del seminario a porte chiuse riservato alla gestione del paesaggio: al tavolo, accanto al ministro Lorenzo Ornaghi e al presidente della Lombardia Roberto Formigoni, l´assessore ai Sistemi verdi ePaesaggio Alessandro Colucci e i rappresentanti delle Regioni Piemonte, Emilia Romagna, Toscana, Lazio e Puglia. Presente anche l´assessore regionale a Istruzione, Formazione e Cultura Valentina Aprea. Lombardia Player Del Confronto Nazionale - La corresponsabilità tra Stato e Regioni, prevista in materia di pianificazione paesaggistica, deve tradursi nei fatti. Per questo, a 48 ore dall´insediamento a Roma del gruppo di lavoro (atteso, appunto, per mercoledì 18 luglio) per la semplificazione del procedimento di autorizzazione paesaggistica, la Lombardia ha avviato un confronto nazionale, invitando al tavolo Ornaghi e le altre Regioni: "Vogliamo che ci sia una collaborazione migliore con il Governo - ha spiegato Formigoni -, perché la pianificazione paesaggistica è una materia concorrente sulla quale lo Stato e le Regioni devono collaborare. Anche il Governo deve fare la sua parte". Necessario Sburocratizzare - Nel 2010 il Consiglio regionale lombardo ha approvato il piano paesaggistico e ora è in attesa - al pari delle altre Regioni - di siglare l´intesa con il Ministero per i Beni e le Attività culturali. Le questioni da risolvere sono, tuttavia, molteplici. C´è anzitutto la lentezza con cui procede l´attuazione del codice Urbani, che affida alle Regioni il compito di redigere piani paesaggistici e sul quale grava un´eccessiva burocrazia: "È necessario - ha puntualizzato Formigoni - che la direzione di tutte le istituzioni sia concorde verso una maggiore semplificazione, sburocratizzazione e riduzione dei tempi nei procedimenti di rilascio delle autorizzazioni paesaggistiche". Il riferimento è, ad esempio, alla dilazione dei tempi di rilascio, con il raddoppio del termine da 45 a 90 giorni per l´espressione del parere da parte del sovrintendente. "Su questo fronte - ha ricordato Colucci - la Regione Lombardia è al lavoro con i rappresentanti delle soprintendenze per la definizione dei criteri di gestione dei 902 ambiti che sono soggetti a vincoli, di cui più di 800 apposti dal Ministero. Stesso discorso vale per la possibilità di individuare categorie di opere che, per il loro non rilevante impatto paesaggistico, non necessitino di autorizzazione". Fondi Dal Ministero - La seconda questione è di ordine finanziario: "L´attività di pianificazione paesaggistica - ha spiegato il presidente della Lombardia - non deve gravare totalmente sui bilanci regionali". I mezzi e le risorse utilizzate per le attività di ricognizione dei vincoli, così come per l´elaborazione delle prescrizioni d´uso, sono a carico delle Regioni, mentre al Ministero spetta l´attività di validazione o presa d´atto. Formigoni chiede che sia affermato, nei fatti, "il rapporto collaborativo paritario ed efficace tra Regioni e Ministero". Salvaguardia Come Opportunità - "Vogliamo dare certezza ai cittadini - ha rimarcato Colucci -, che troppo spesso sono portati a concepire le norme di salvaguardia paesaggistica come vincolo più che come opportunità. In Regione Lombardia, con una nuova delibera del 2011 sui criteri per l´esercizio delle funzioni paesaggistiche e con l´approvazione della nuova disciplina paesaggistica per la fascia del Naviglio Grande tra Abbiategrasso e Magenta, ci siamo mossi secondo questa prospettiva". La via da seguire è quella della co-pianificazione a livello regionale e ministeriale: "Il riconoscimento dell´integrazione virtuosa tra qualità delle città e del territorio, qualità della vita e attrattività dei luoghi - ha concluso Colucci - è la chiave di volta per attivare le condizioni perché progetti, piani e politiche vedano nella qualità e nella bellezza il fattore primo per uno sviluppo durevole".  
   
 

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