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Notiziario Marketpress di Martedì 24 Luglio 2012
 
   
  ANCORA UNA CONDANNA PER I “FALSARI” DEL PROSCIUTTO DI PARMA

 
   
  Sentenza esemplare nel procedimento penale a carico dei 3 imputati che acquistavano, detenevano e ponevano in vendita prosciutti crudi con impresso il marchio contraffatto del Prosciutto di Parma: tutti condannati a due anni e sei mesi di reclusione e a pagare una multa di euro 6.000 ciascuno a cui si aggiunge il risarcimento provvisionale a favore del Consorzio del Prosciutto di Parma di euro 15.000 sempre per ciascun imputato. Il Consorzio, costituito parte civile e assistito dall’avvocato del foro di Parma Massimo Piazza, intenterà poi una causa civile per la determinazione definitiva dell’entità di tutti i danni provocati, ivi compresi quelli all’immagine commerciale della Dop. La gravissima irregolarità perpetrata dai tre condannati, tutti commercianti della provincia di Avellino, è stata smascherata da un intervento congiunto degli ispettori dell’Ufficio Affari Legali e Vigilanza del Consorzio e la Guardia di Finanza di Avellino durante una normale attività di controllo nel novembre del 2005. Circa una cinquantina i prosciutti ritirati dal mercato e sottoposti a sequestro penale e i tre sono stati denunciati per l’acquisto, la detenzione e la messa in commercio di prosciutti con il contrassegno della “corona ducale” contraffatta, il noto marchio a fuoco che contraddistingue il Prosciutto di Parma originale. Lo scorso 9 luglio la sezione distaccata di Cervinara del Tribunale di Avellino ha finalmente emesso la sentenza di condanna per i capi di imputazione di tentata frode in commercio, con l’aggravante del 517 bis del codice penale riguardante i prodotti a denominazione di origine, ricettazione e commercio di prodotti con segni falsi. La sentenza della Magistratura è stata pesante, ma riteniamo doverosa nei nostri confronti e in quelli del consumatore – dichiara Federico Desimoni, vice direttore e responsabile dell’Ufficio Affari Legali e Vigilanza del Consorzio. Soltanto così riusciremo a salvaguardare la qualità e l’eccellenza del settore agroalimentare italiano, un patrimonio importantissimo che va protetto e tutelato adeguatamente. Siamo molto soddisfatti di questo risultato ottenuto grazie al lavoro svolto dai nostri Ispettori, costantemente impegnati in tutto il mondo in attività di vigilanza al fine di arginare qualsiasi fenomeno di contraffazione. Il Consorzio del Prosciutto di Parma riserva da sempre una grande attenzione all’attivazione di sistemi di tutela volti a proteggere in tutto il mondo la denominazione “Prosciutto di Parma” e il relativo marchio tra cui la registrazione dei marchi e delle indicazioni geografiche, il monitoraggio su tutti i mercati condotto sia individualmente sia collaborando con altri Consorzi, e il monitoraggio del web. Attualmente il marchio “Prosciutto di Parma” risulta registrato in circa 90 Paesi, ma da tempo stiamo cercando di puntare su sistemi di tutela alternativi ai marchi e questo sta accadendo soprattutto nei Paesi fuori dall’Europa – continua Desimoni. L’ultimo importante traguardo è stato infatti raggiunto in Norvegia dove il Prosciutto di Parma è stato registrato tra i prodotti a denominazione di origine protetta, prima Dop italiana, insieme al Parmigiano-reggiano  
   
 

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