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Notiziario Marketpress di Martedì 24 Luglio 2012
 
   
  CITTÀ METROPOLITANA, LE COMUNICAZIONI DEL PRESIDENTE DELLA COMMISSIONE AFFARI ISTITUZIONALI DEL COMUNE DI FIRENZE SPINI E DELLA VICEPRESIDENTE GIULIANI

 
   
   Firenze, 24 luglio 2012 - "Ancora oggi tanti, troppi campanilismi" Questa la comunicazione di Valdo Spini presidente della Commissione Affari istituzionali e coordinatore delle commissioni consiliari competenti dei comuni capoluogo interessati all’istituzione della città metropolitana: "Siamo di fronte ad un decreto legge vigente che è attualmente all’attenzione del Parlamento per la sua conversione che riguarda in modo molto incisivo i poteri locali. In prima battuta si procederà ad un accorpamento delle province. In relazione a tale decreto il Consiglio dei Ministri di venerdì 20 u.S. Ha definito i criteri per il riordino delle Province affermando che i nuovi enti dovranno avere almeno 350.000 abitanti ed estendersi su una superficie territoriale non inferiore ai 2.500 km quadrati. Nei prossimi giorni il Governo trasmetterà la deliberazione al Consiglio delle Autonomie locali (Cal) perché formuli le sue proposte. La proposta finale sarà trasmessa da Cal e regioni interessate al Governo il quale provvederà all’effettiva riduzione delle province promovendo un nuovo atto legislativo che completerà la procedura. Sostanzialmente in Toscana questo costringerebbe all’accorpamento tutte le province eccettuata quella di Firenze. In una seconda fase, cioè a partire dal 1 gennaio 2014, la stessa provincia di Firenze cesserà di esistere e al suo posto verrà istituita la città metropolitana con la medesima estensione territoriale. Quest’ultima avrà i poteri che il Decreto “Salva Italia” attribuiva alle province più quelle che il decreto “Spending review” attribuisce alle città metropolitane si tratta di poteri molto interessanti ed incisivi. Questo il quadro legislativo attuale, naturalmente fermo restando il potere del Parlamento di introdurvi delle modifiche in sede di conversione del provvedimento. Tale conversione è prevista prima della pausa ferragostana. Faccio osservare che il tema dell’istituzione della città metropolitana è stato preso sul serio dalla nostra Commissione fin dal convegno che organizzammo l’11 febbraio 2010. Non solo, ma proprio per la nostra iniziativa, cominciarono a svolgersi a livello nazionale riunioni delle commissioni consiliari competenti delle città interessate all’istituzione della città metropolitana. Tali riunioni si sono svolte a Firenze il 1 marzo 2012, ancora a Firenze il 17 maggio 2012 e a Venezia il 17 luglio u.S.. Siamo quindi fra i non molti che hanno cercato di mettere in moto un processo che non venisse solo dall’alto ma anche dal basso. Oggi ci troviamo di fronte ad un decreto che, a ventidue anni di distanza dalla prima previsione legislativa in materia, a 11 anni di distanza dall’inserimento delle città metropolitane in Costituzione, decide di istituirle. E’ un’occasione che non vogliamo perdere e quindi a Venezia abbiamo tutti insieme richiesto l’approvazione del decreto, naturalmente rispettosi delle modifiche che il Parlamento vorrà apportarvi. Se mai, visto che il decreto parte istituire in giugno 2013 le città metropolitane di Genova (attualmente la Provincia è commissariata) e di Roma (la Provincia avrebbe dovuto votare nel 2013) si potrebbe consigliare di anticipare a quella data la costituzione di tutte le città metropolitane in modo da rendere omogenea la partenza iniziale. In tal senso, non appena il decreto verrà convertito, rivolgeremo anche un invito alle Commissioni consiliari competenti di tutti i comuni della provincia per un primo confronto libero ed aperto sulle tematiche inerenti all’attuazione del decreto stesso. Non vogliamo infatti in nessun modo dare l’impressione di un comune capoluogo che voglia prevaricare o emarginare nessuno ma al contrario coinvolgere tutti in un dibattito che ci auguriamo fecondo e produttivo. Quello che ci attendiamo dalle città metropolitane è riduzione delle spese; più semplificazione nelle decisioni (oggi troppo frammentate), più efficienza e più democrazia. Sì più democrazia perché vogliamo che i cittadini possano determinare sulle decisioni che di fatto vengono prese a livello intercomunale. Da tale punto di vista mi pronuncio con chiarezza per l´elezione diretta del sindaco e del consiglio metropolitani". L´intervento della vice presidente della commissione Affari istituzionali Maria Federica Giuliani: "Nel sottolineare l’importanza ed il ruolo che il coordinamento delle città metropolitane ha svolto, vorrei sottolineare le parole del sindaco di Venezia Orsoni portavoce e coordinatore Anci delle Città metropolitane che ha ben evidenziato la necessità di ridefinizione dei nostri comuni in funzione delle comunità e non tanto a quelle delle istituzioni. L’accelerata sulla concreta attuazione della riforma che vede l’istituzione delle Città metropolitane, che alla luce delle esperienze odierne risultano essere casi così rari da essere finora citati comunemente fra gli addetti ai lavori solo quali best practices, ha travolto la riflessione e trovato concretezza nel decreto legge n.95 varato dal governo il 6 luglio scorso. Nella grande famiglia della pubblica amministrazione si deve costatare che resistono ben radicati ancora oggi tanti, troppi campanilismi, accompagnati spesso dall’insano meccanismo dell’autoreferenzialità ancora eccessivamente diffuso per consentire vere forme di collaborazione fra istituzioni non solo in Toscana, ma in tutto il paese. E’ stato acutamente osservato che la creazione della Città metropolitane avrà sviluppi fondamentali per l’economia e la gestione urbana, poiché come sostiene il prof. Fabio Totaro “rappresenta un traguardo complesso ed impegnativo, ma realmente conseguibile solo attraverso un percorso culturale, sociale e politico che, pare corretto dire, difficilmente potrà svolgersi compiutamente se tra i cittadini e le istituzioni non riuscirà ad affermarsi il diffuso convincimento di un’effettiva appartenenza a comunità più estese di quelle originarie, condividenti problematiche di più ampia portata, e per questo necessitanti, in ossequio ai principi di differenziazione ed adeguatezza, di un livello istituzionale di governo nuovo, forte di accresciuti poteri ma nel contempo rispettoso dell’identità di base”. E questo è uno snodo non trascurabile e che non si può bypassare, le Città metropolitane comportano infatti due principali problemi : la prima non trascurabile è proprio la formazione di un’identità sociale consolidata, la seconda la determinazione di una governance equilibrata e rappresentativa dei territori. Senza andare a scavare troppo addietro nel tempo mi preme ricordare che già nel 2000 la Regione Toscana con delibera del Consiglio Regionale della Toscana aveva ricercato una via per la costituzione della città metropolitana con la delibera n.130 del 29.03.2000 che individuava l’Area metropolitana di Firenze, Prato e Pistoia, quell´area toscana formata dal territorio delle province di Firenze, Prato e Pistoia con la seguente dicitura: l’Area Metropolitana Fiorentina, di cui all’art. 17, comma 2 della legge 8.6.1990, n. 142 come modificato dalla legge n. 265/1999, è costituita dall’intero territorio delle province di Firenze, Prato e Pistoia". Lo stesso decreto sottolineava altresì: "nell’ambito dell’Area Metropolitana gli enti locali interessati promuoveranno, d’intesa tra loro, le opportune forme di cooperazione e integrazione". Questo territorio andava così a comporsi da un totale di 73 comuni, esteso per 4.844 chilometri quadrati, comprendente circa 1.540.034 abitanti residenti con una densità di 311 ab/km², di cui il 24% corrispondente alla popolazione di Firenze. Questa previsione come è noto è rimasta una valenza esclusivamente statistica, infatti non è stato mai previsto alcun Ente pubblico, come invece era previsto, che comprendesse l´intero territorio in questione. Il Consiglio Comunale di Firenze si espresse a favore di tale previsione normativa e con propria delibera n. 121/23 del 14.02.2000 e ratificò l’ "Adesione del Comune di Firenze all’ipotesi di perimetrazione dell’area metropolitana nei confini delle Provincie di Firenze, Prato, Pistoia”. Le sfide cui le grandi aree urbane devono far fronte e le loro ambizioni sono quindi in larga misura le stesse. I punti deboli di uno sviluppo equilibrato delle aree metropolitane risied allora principalmente nella mancanza di identità e nell´assenza di una governance adeguata che il decreto per sua natura e genesi, non tiene in debita considerazione. Con la nuova previsione normativa di necessità ed urgenza forse più di risparmio che di revisione della spesa, all’art.18 il decreto legge del governo sulla spending review individua ora nuova forma di Città metropolitana rispetto a quanto il legislatore aveva originariamente ipotizzato e soprattutto diversa rispetto alla strutturazione del disposto dell’art.114 Cost., si è, in definitiva, alla presenza di un ente locale territoriale del tutto identico, sotto il profilo della qualificazione giuridica, a Comuni e Provincia, ma nuovo e distinto in rapporto alle funzioni che esso sarà destinato ad esercitare sul territorio che corrisponde all’attuale provincia in via di soppressione, le cui funzioni saranno poi declinate con successivi decreti attuativi, sempre che si arrivi entro i sessanta giorni alla conversione tout court e senza modifiche da parte del Parlamento. Inoltre ai sensi dell’art.114 della Costituzione, Comuni, Province, Città metropolitane, Regioni e Stato hanno pari dignità costituzionale, e gli enti del governo territoriale "sono enti autonomi con propri statuti, poteri e funzioni secondo i principi fissati dalla Costituzione", viene quindi da chiedersi se un decreto legge possa spingersi fino ad una diversa interpretazione del dettato costituzionale. Discutere insieme su quale forma di municipalità organizzare diventa quindi sempre più cogente e fondamentale, rispetto sia al sistema elettorale che non può banalmente trasformarsi in un’elezione di secondo grado con un così esiguo numero di consiglieri, dodici che non avrebbero la forza dell’elezione diretta e non coprirebbero sufficientemente neanche i territori rappresentati; sia per quanto attiene al sentire comune dei cittadini che già vivono la città metropolitana e si sentono parte di essa, coinvolgendoli e rendendoli partecipi su come guidare il processo di trasformazione della Provincia nel nuovo ente e se questa sarà la scelta finale, della Città Metropolitana e con quali tempi e su quali basi, in un’ottica di efficentamento. Ecco allora che la Città Metropolitana potrà diventare una grande metropoli al passo con le moderne città del mondo anziché 44 città, non più con 44 sistemi informativi, 44 siti, 44 pagine sociali, 44 notiziari istituzionali tutto questo solo se saprà coinvolgere al cambiamento tutti i territori coinvolti superando gli atavici localismi. Una folla di messaggi e di sistemi coordinati potranno guidare al meglio il cittadino e non farlo perdere nella selva delle diverse attribuzioni e competenze offrendo nell’era dei servizi online e della tecnologia a portata di tutti, chiarezza e usabilità dei sistemi e dei servizi che potranno essere armonizzati e soprattutto ottimizzati. (Alessia Tronchi) Il tema della resilienza, quello che in psicologia è intesa come capacità di trarre un’esperienza positiva da un’avversità, non è più avvertito come un fatto puramente individuale, ma diventa così un aspetto collettivo. La forzatura verso la città metropolitana dettata dalla necessità di ottimizzare risorse e sostanze trova allora nella comunità resiliente la vera evoluzione per una pubblica amministrazione davvero proiettata al futuro: la città resiliente richiede solo visione, disponibilità, apertura, ed è così immediatamente realizzabile E’ quindi imperativa l’esigenza di mettersi urgentemente a capo di questi processi, non solo con l’intento di governarli o regolamentarli, ma principalmente per coordinare e stimolare le comunità coinvolte con i loro rappresentanti, il come lo decideremo insieme. In questo momento storico per le nostre comunità sentiamo forte la necessità di scrivere assieme, le regole per i futuro nostro e dei nostri figli, non ritenendo esaustiva la discussione limitata alle pur qualificate sedi di commissioni istituzionali. “The content is the king”, afferma efficacemente Bill Gates, alla fine, è sempre il contenuto il vero re, lo è ancor più per il decreto nella revisione della spesa"  
   
 

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