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Notiziario Marketpress di Venerdì 12 Settembre 2003
 
   
  RISCONTRI POSITIVI DALLA ESPOSIZIONE MILANESE DELLA CASA E DEGLI STILI DI VITA BUONO IL CLIMA DEGLI AFFARI: A MACEF AUTUNNO È GIÀ NATALE

 
   
  Milano, 12 settembre 2003 - Macef segna la via della ripresa? Forse sì, anche se i segnali positivi, pur presenti, sono ancora deboli. Certo è che questa edizione di Macef Autunno conclusasi lunedì in Fiera Milano (2.843 espositori tra diretti e rappresentati su 114.202 metri quadrati, 72.346 visitatori, il 13% dei quali dall’estero), sembra aver gettato uno spiraglio di ottimismo. “La persistente crisi economica, quindi la guerra in Irak e poi la Sars – commenta il presidente di Fiera Milano International – Piergiacomo Ferrari – hanno dominato in negativo la prima parte del 2003, rallentando le transazioni economiche e lo spostamento delle persone. Gli operatori di molti dei settori di Macef, tuttavia, hanno incontrato dal 5 all’8 settembre un buon numero di operatori qualificati, venuti a Milano per effettuare acquisti, con l’occhio ai consumi del Natale”. A livello settoriale (Macef è una grande mostra composita che abbraccia l’universo dei prodotti e degli oggetti per la casa e per la persona) sono andati bene i casalinghi e le bomboniere, la ceramica ornamentale, e soprattutto oreficeria e argenteria. Il buon risultato di Macef non rispecchia un trend generale; le manifestazioni europee di riferimento, soprattutto quelle tedesche, stanno infatti soffrendo forti cali di espositori e di visitatori, così che il successo di Macef appare come il risultato di uno specifico lavoro organizzativo. “Per quanto concerne i grandi buyer – commenta Paolo Taverna, direttore generale di divisione di Fiera Milano International – abbiamo sviluppato un progetto che ha portato in fiera oltre quattrocento persone, più della metà dall’estero, con fortissimo potere d’acquisto. Macef ha avuto come visitatori tutte le più grandi catene mondiali di distribuzione, da Galleries Lafayette a Target, da Arnott’s a Meiman Marcus, da Tk Maxx a Marshalls, a Ritx Carlton e così via. Per l’Italia si sono visti proprio tutti i grandi della Gdo, da Coop a Metro, Coin, Nestlè, Mattel, Upim, Sambonet eccetera”. Novanta di questi buyer provenivano dai paesi dell’Est, dove le grandi catene si stanno velocemente organizzando, e dove il prodotto italiano è assai noto e ricercato. Anche per l’Italia Macef ha sviluppato un progetto promozionale specifico, in collaborazione con le Confcommercio delle maggiori città del centro-sud, dove sono stati proposti pacchetti viaggio+hotel a prezzi contenuti per facilitare la visita a Milano dei commercianti italiani. La sostanziale tenuta dei visitatori ha ancora più valore laddove si consideri che il numero dei potenziali clienti diminuisce, in linea con la ristrutturazione dei canali distributivi. In Italia negozi tradizionali hanno perso un’antica leadership: nel ’91 – come emerge da uno studio di Value Partners - passava di là il 75% del non food; nel 2000 il 52% e nel 2005 si prevede il 44%, cioè meno della maggioranza relativa. Il volume d’affari complessivo, tuttavia, cresce, a vantaggio di ipermercati e supermercati (che nel ’91 erano al 2% delle vendite non alimentari e che nel 2005 deterranno il 16% del mercato). E anche i negozi specializzati crescono velocemente, e passano dal 2% del 1991 all’11% del 2005. Un trend che trova riscontro anche in Macef, che ospita tendenzialmente visitatori con potere d’acquisto crescente, desiderosi di visitare non una sola bensì numerose merceologie, vista la tendenza al cross selling (acquisti trasversali in differenti settori), tipica delle grandi superfici commerciali, che mettono in vendita ampie e variegate tipologie di prodotto. L’area economica cui fa riferimento Macef, peraltro, è ampia e importante, raggruppa i settori Argento, Oro, Bigiotteria, Casalinghi, Mobile, Complementi d´arredo, Tessile casa, Ceramica e Porcellana, il cui valore totale della produzione è di circa 28.000 milioni di Euro (55 mila miliardi delle vecchie lire), settori ad elevato contenuto di export (oltre il 60%) e fortemente connotati come made in Italy, un comparto rappresentato da oltre 90mila aziende per 650.000 addetti (a queste rilevazioni sfugge il settore del regalo, troppo variegato e impossibile da censire). Tutto quanto fa riferimento alla casa, dal canto suo, identifica il primo aggregato di spesa nei consumi non alimentari, con mobili, elettrodomestici e servizi per la casa al 17,4% dei consumi totali degli italiani. In questa situazione trova straordinario successo un evento come Macef, perché i suoi settori-chiave sono composti da imprese piccole e medie, che non avrebbero mai le risorse per operare sui mercati globali con strumenti idonei (larghe reti di vendita, promozione su scala planetaria) e che invece, a costi assai contenuti, trovano in fiera un numero elevatissimo di operatori provenienti da tutto il mondo. Congiunturalmente, si assiste in Italia (e in Europa in genere) alla polarizzazione dei consumi: aumentano infatti sul totale, a partire dal 1996, sia i consumi di fascia bassa (in relazione alla crisi economica) sia quelli di lusso (effetto dimostrativo), mentre si comprimono i prodotti della fascia intermedia, magari ben fatti ma spesso privi di una adeguata economicità o di uno specifico appeal. L’evoluzione quantitativa dei consumi si accompagna a quella qualitativa. Nell’ultimo quinquennio, per esempio, la cucina ha scalzato il soggiorno come stanza di riferimento della casa, quella dove si trascorre più tempo. E anche il bagno avanza a passi da gigante (vi trascorriamo ormai, mediamente, 20’ al giorno). A livello di funzioni la casa è oggi il luogo di una ritrovata convivialità, sia pur resa frenetica dalla grande disponibilità di oggetti (dieci anni fa avevamo a che fare quotidianamente con 5/6 oggetti di tipo “casalingo” adesso siamo a circa il doppio). Sia i giovani sia gli anziani – in quota crescente sulla popolazione complessiva - diventano target di riferimento per i produttori, e così la gamma dei prodotti nuovi e interessanti disponibili sul mercato oggi è quanto mai vasta e differenziata. Ottimo, accanto e in sinergia con Macef, anche il successo di Bijoux, la mostra di bigiotteria e accessori moda, accessori per capelli, accessori per profumeria e accessori da toilette e delle idee che faranno tendenza nelle feste di fine anno: 136 espositori su oltre 4.000 metri quadrati netti, ospitati nel contesto del padiglione 9, per la circostanza scenograficamente allestito e arricchito da una serie di special events sotto il comun denominatore di Beltade. Nella prima giornata di Macef, infine, è stato presentato anche il “nuovo Macef”, una mostra rinnovata nell’immagine e nella formula: si svolgerà infatti a fine gennaio 2004 (dal 30 gennaio al 2 febbraio) aggiungendo, accanto alle merceologie di Macef, anche quelle delle mostre Chibi&cart e del Salone Internazionale del Giocattolo, con la nascita di un super-aggregato fieristico che sarà tra i più completi al mondo, occupando l’intera superficie di Fiera Milano e richiamando un potenziale enorme di operatori da tutto il mondo. Il progetto è piaciuto molto agli espositori: a fine Macef il “rebooking” – cioè la riconferma degli spazi per la prossima edizione – sfiorava i 50mila metri quadrati, con un incremento del 50% sul dato abituale.  
   
 

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