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Notiziario Marketpress di Lunedì 22 Settembre 2003
 
   
  IL GRUPPO SANPAOLO IMI CONFERMA GLI OBIETTIVI REDDITUALI PER IL 2003, PREVISTI NEL PIANO TRIENNALE 2003-2005 IN AUMENTO LE PRINCIPALI GRANDEZZE OPERATIVE: • IL RISULTATO DI GESTIONE SALE A 1.356 MILIONI DI EURO (+3,2%) E MIGLIORA IL COST/INCOME RATIO DELLO 0,7% (DA 62,6% A 61,9%)

 
   
  Torino, 12 Settembre 2003 - Il Consiglio di Amministrazione ha approvato il 12 settembre i risultati del Gruppo Sanpaolo Imi relativi al primo semestre 2003, che evidenziano una positiva evoluzione dei principali margini reddituali rispetto al corrispondente periodo del 2002. In uno scenario di mercato ancora difficile, caratterizzato da una generalizzata debolezza dell’economia e da un elevato grado di incertezza, il Gruppo ha realizzato un utile ordinario di 956 milioni di euro (+4,3% rispetto al corrispondente periodo del 2002) ed un netto miglioramento del margine di intermediazione (+1,6%), grazie alla crescita sia del margine di interesse (+2%) sia delle commissioni nette (+0,8%), dimostrando una minore vulnerabilità al calo dei tassi di interesse e alla volatilità dei mercati finanziari rispetto al 2002. L’utile ordinario ha beneficiato, oltre che di una vivace dinamica delle principali grandezze operative anche dell’attento controllo dei costi e dell’elevata qualità del portafoglio crediti. L’utile netto si è attestato a 441 milioni di euro, in diminuzione del 26,9% rispetto a quello registrato nel primo semestre del 2002. Il calo è da imputare agli oneri straordinari necessari a coprire le esigenze derivanti dal “Fondo di Solidarietà per il sostegno del reddito, dell’occupazione e della riconversione e riqualificazione professionale del Personale e del Credito” (cosiddetto Fondo Esuberi) che, attivato a seguito degli accordi sindacali del 10 giugno 2003, su base volontaria, assicurerà un progressivo ricambio generazionale degli organici: gli esodi genereranno, a partire dal 2005, un risparmio di circa 165 milioni di euro all’anno (115 milioni di euro già nel 2004). Il costo stimato dell’operazione è stato imputato alla semestrale e ha richiesto un accantonamento pari a 270 milioni di euro. Nel secondo semestre saranno avviate procedure analoghe per l’adesione all’esodo relativamente ai dipendenti di Cardine. Nel corso dell’esercizio gli oneri straordinari dovuti agli accantonamenti al Fondo Esuberi saranno ampiamente compensati da proventi straordinari relativi ad operazioni di cessione di partecipazioni (Banque Sanpaolo e Finconsumo) già definite contrattualmente nei mesi scorsi, ma non ancora contabilizzate. I risultati sono in linea con il percorso di crescita tracciato in sede di budget 2003 e, anche alla luce del trend attuale, consentono di confermare gli obiettivi del Piano Triennale: Roe pari a circa il 9% nel 2003 e al 15% nel 2005 e, per quella data, un cost/income ratio pari al 55%. Il margine di intermediazione del Gruppo si è attestato nel primo semestre del 2003 a 3.753 milioni di euro, grazie sia alla favorevole evoluzione del margine di interesse, sia al positivo andamento dei ricavi commissionali. Il margine di interesse realizzato nei primi sei mesi del 2003 si è attestato a 1.919 milioni di euro, mostrando un’inversione di tendenza rispetto al 2002, sostanzialmente riconducibile al positivo andamento dei crediti ed al miglioramento dello spread verso clientela. Gli impieghi netti a clientela si sono attestati a 127,7 miliardi di euro, in crescita del 2% rispetto a fine dicembre 2002 e del 4,8% su base annua. L’incremento è dato dalla dinamica dei crediti a medio/lungo termine, settore in crescita nei dodici mesi del 5,5%: in questo comparto è infatti proseguito il buon andamento dei finanziamenti destinati al settore retail (1,8 miliardi di euro i mutui fondiari erogati dalle reti bancarie domestiche) e dei crediti erogati al settore opere pubbliche ed infrastrutture (il totale dei mutui di Banca Opi si attesta a fine periodo intorno a 18 miliardi di euro). Le attività finanziarie della clientela si sono attestate alla fine del semestre a 376 miliardi di euro, in crescita del 3,3% da inizio anno e del 2,8% rispetto al corrispondente periodo del 2002. La raccolta diretta si è attestata a 137,2 miliardi di euro, livello pressoché analogo a quello raggiunto alla fine di giugno 2002. A fine giugno le quote del Gruppo sul mercato domestico risultano pari all’11% nel settore degli impieghi ed al 10,5% per la raccolta diretta. Le commissioni nette del Gruppo si sono attestate a 1.428 milioni di euro, in crescita dello 0,8% rispetto al primo semestre del 2002. Tale dinamica è il risultato del buon andamento dei ricavi derivanti da quasi tutti i comparti, ad eccezione di quelli da gestione, intermediazione e consulenza (-4,1%), la cui contrazione – in miglioramento rispetto al primo trimestre - è riconducibile soprattutto al mutato mix delle attività finanziarie della clientela, orientata verso tipologie di prodotti a basso profilo di rischio per effetto dell’elevata volatilità dei mercati. Lo stock di raccolta indiretta si è attestato a 238,8 miliardi di euro, in crescita del 5,7% da fine dicembre 2002 e del 4,5% su base annua. La positiva evoluzione del risparmio gestito (+4,8% rispetto all’analogo periodo del 2002) è dovuta sia alla raccolta netta conseguita dalle reti distributive (6,1 miliardi di euro), sia alla rivalutazione degli stock degli assets in gestione. Lo stock di risparmio gestito ha raggiunto a fine giugno i 145,9 miliardi di euro, con un flusso incrementale da inizio anno di 7,7 miliardi di euro. Il Gruppo Sanpaolo Imi, grazie ad una raccolta netta di 3,6 miliardi di euro, continua ad occupare nell’ambito della gestione di fondi comuni di investimento la prima posizione sul mercato domestico, con una quota di mercato del 21,2%. Le riserve tecniche vita confermano la crescita già evidenziata nel corso del 2002 (+29,8% rispetto a fine giugno 2002, +12,8% da inizio anno): i prodotti assicurativi del ramo vita hanno rappresentato uno dei prodotti trainanti del risparmio gestito ed una delle forme di investimento preferite dalla clientela. La raccolta netta realizzata dalle reti distributive nel semestre è stata pari a 2,8 miliardi di euro ed ha portato le riserve tecniche vita a 30,7 miliardi di euro. Il buon andamento del comparto vita si è riflesso non solo sulle commissioni nette, ma anche negli utili delle società valutate al patrimonio netto (87 milioni di euro +50% rispetto all’analogo periodo del 2002): Sanpaolo Vita e la sua controllata Sanpaolo Life hanno infatti realizzato un utile netto di 36 milioni di euro e Fideuram Vita ha registrato un risultato netto di 17 milioni di euro. Ancora più evidente è il loro apporto in termini di crescita del valore intrinseco (embedded value) del business assicurativo, dato dalla somma del patrimonio netto rettificato a valori di mercato e del portafoglio polizze in essere: la creazione di valore intrinseco nel semestre è stata di 188 milioni di euro, portando l’embedded value a 953 e 920 milioni di euro rispettivamente per Sanpaolo Wm e Banca Fideuram. I dividendi da partecipazioni risultano in flessione rispetto al dato del 2002 che scontava componenti non ripetibili (52 milioni di euro, -58,7%). In crescita i profitti da operazioni finanziarie e dividendi su azioni (+24,8%), attestatisi a 267 milioni di euro grazie al buon andamento dell’attività di intermediazione ed al collocamento presso le reti bancarie di prodotti strutturati e di derivati per le imprese. Il risultato di gestione nei primi sei mesi del 2003 è stato pari a 1.356 milioni di euro, in crescita del 3,2% rispetto al 2002, grazie anche ad una attenta politica di contenimento dei costi. Le spese amministrative si sono attestate a 2.329 milioni di euro (+0,3%), come risultato di una dinamica contrapposta fra le spese relative al personale, in aumento dello 0,9%, e le altre spese amministrative che, per contro, hanno conseguito una contrazione dell’1,2%. Le spese del personale sono state condizionate da fattori esogeni, quali gli aumenti retributivi intervenuti a seguito all’applicazione del Ccnl, in parte comunque compensati dai recuperi di efficienza realizzati attraverso l’integrazione delle reti distributive e le azioni di contenimento degli organici ridottisi di 985 unità rispetto a giugno 2002: migliora di conseguenza il cost/income ratio che passa dal 62,6% al 61,9%. Gli accantonamenti e le rettifiche nette su crediti e immobilizzazioni finanziarie si sono attestati a 320 milioni di euro, a fronte dei 310 milioni di euro dei primi sei mesi del 2002 (+3,2%). Il flusso comprende 64 milioni di euro per accantonamenti al fondo rischi e oneri e 175 milioni di euro per accantonamenti e rettifiche per rischi creditizi, derivanti dall’adeguamento ai valori di presunto realizzo di specifiche posizioni e dall’allineamento di alcune società agli standard qualitativi della Capogruppo. A fronte di un incremento del portafoglio crediti, l’ammontare della riserva generica si è collocata intorno a 1,1 miliardi di euro, pari all’0,9% del portafoglio crediti in bonis; tale livello di copertura del rischio si ritiene rappresenti un giusto equilibrio tra l’elevata qualità del portafoglio creditizio e l’instabilità dello scenario economico. Le rettifiche di valore nette apportate alle immobilizzazioni finanziarie sono state pari a 81 milioni di euro (57 milioni nel primo semestre 2002), imputabili principalmente alle quote detenute in Fiat ed in H3g: la rettifica di valore della partecipazione in H3g ha comportato l’iscrizione di una minusvalenza di 41 milioni di euro, corrispondente alla quota di competenza per la perdita semestrale della compagnia telefonica. Rispetto ai primi sei mesi del 2002 sono in calo del 7,4% le sofferenze nette (1.322 milioni di euro rispetto ai 1.427 del corrispondente periodo), mentre le partite incagliate nette (compresi i crediti ristrutturati ed in corso di ristrutturazione) sono aumentate del 5,1% (1.537 milioni di euro): le percentuali di copertura sono pari rispettivamente al 69,2% ed al 32,1%. Gli oneri straordinari netti ammontano a 172 milioni di euro a seguito del già citato accantonamento al “Fondo Esuberi”; l’utile lordo è di 784 milioni di euro. Il tax rate è risultato pari al 41,1%. A fine giugno 2003 i coefficienti di solvibilità del Gruppo si attestano al 7,1% per quanto riguarda il tier 1 ratio ed al 10,4% per quanto riguarda il total ratio. Il Consiglio d’Amministrazione ha inoltre approvato il progetto, già previsto dal Piano Triennale, di fusione per incorporazione di Cardine Finanziaria in Sanpaolo Imi, progetto che verrà sottoposto all’Assemblea degli Azionisti entro la fine dell’anno. Nel corso del 2004 si perfezionerà la migrazione delle banche reti sui sistemi informatici ed operativi della Capogruppo. La fusione di Cardine Finanziaria in Sanpaolo Imi consentirà al Gruppo di sfruttare la forza dei brand locali, saldamente radicati nei mercati regionali di riferimento, e di conseguire le economie di scala e di scopo derivanti dall’eliminazione di sovrapposizioni e duplicazioni operative. Il Consiglio d’Amministrazione ha inoltre dato il via libera al progetto di fusione della Cassa di Risparmio di Udine e Pordenone e della Cassa di Risparmio di Gorizia, che daranno vita ad una sola entità, che presidierà in modo unitario il mercato del Friuli Venezia Giulia. La fusione, così come quella della Banca Agricola di Cerea nella Cassa di Risparmio di Padova e Rovigo, realizzata nei mesi scorsi, rientra nel già citato piano di razionalizzazione del Gruppo. Tutte queste operazioni societarie concorrono al perfezionamento del modello distributivo di Gruppo, che ha già dimostrato nel corso del 2003 la sua efficacia operativa e commerciale con significativi tassi di crescita in tutti i principali aggregati, grazie al forte radicamento territoriale delle banche reti e alla crescente efficienza delle funzioni centrali e delle fabbriche di prodotto di Gruppo.  
   
 

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