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Notiziario Marketpress di Martedì 23 Settembre 2003
 
   
  STANCA: “L’ORDINAMENTO DEVE SOSTENERE L’INNOVAZIONE NELLA SFIDA PER LA CRESCITA”

 
   
  Como, 23 settembre 2003 - Passa anche attraverso la via normativa l’affermazione dell’innovazione tecnologica nel nostro Paese. “I processi di innovazione e la diffusione delle nuove tecnologie sono fortemente condizionati dal complesso di norme che definiscono il quadro regolatorio. Per questo l’innovazione e la normativa devono accompagnarsi. Diversamente, l’ordinamento rischia di divenire un ostacolo per l’innovazione, invece di essere una risorsa per promuoverla e favorirla”. Lucio Stanca, ministro per l’Innovazione e le Tecnologie, tenendo la lectio inauguralis del corso di Diritto dell’Informazione e dell’Informatica nella Facoltà di Giurisprudenza dell’Università dell’Insubria, a Como, ha infatti posto in evidenza come “innovazione e normativa sono legate da un rapporto di reciproca influenza molto articolato, reso ulteriormente complesso dalla accelerazione che contraddistingue la dinamiche delle tecnologie. La normativa può favorire la loro diffusione o frenarne lo sviluppo con altissimi costi di sistema. È quindi necessario sviluppare una strategia regolatoria che concorra a promuovere lo sviluppo della innovazione digitale a livello economico e sociale”. Il ministro ha ricordato come “la sfida della crescita abbia messo in evidenza che in un’economia moderna un ruolo sempre più determinate deve essere attribuito all’innovazione, come leva primaria di competitività e fattore distintivo dello sviluppo delle aree economiche più avanzate”. Anzi, ha sottolineato Stanca, “il quadro normativo è una delle quattro leve fondamentali per una efficace strategia dell’innovazione, in relazione alla sua capacità di adeguarsi tempestivamente, e possibilmente anticipare e promuovere lo sviluppo indotto dall’evoluzione tecnologica”. Il ministro ha inoltre riconosciuto che “oggi sta maturando una generale consapevolezza che stiamo vivendo in una economia dell’innovazione, che si basa su componenti fondamentali: conoscenza, ricerca e diffusione dell’innovazione tecnologica, in particolare quella digitale”. Stanca ha pure elencato alcune delle norme predisposte per sostenere e promuovere l’innovazione: dal disegno di legge sull’accessibilità ai siti web della Pubblica Amministrazione da parte delle persone disabili, alla direttiva sull’open source nella stessa Pa; dalle disposizioni per la semplificazione normativa, che traggono sostegno proprio delle nuove tecnologie, alla firma digitale. A tale proposito Stanca ha rilevato che “il tempestivo adeguamento del nostro ordinamento giuridico alla Direttiva Europea sulle firme elettroniche ha consentito al nostro Paese di essere in avanguardia in Europa con circa un milione di dispositivi di firma emessi”. Infine un altro intervento importante è quello dei Tribunali specializzati nella “proprietà industriale”. “La dimensione del contenzioso, la necessità di competenze specifiche, la certezza dei tempi della giustizia”, ha reso noto il Ministro, “hanno indotto il Governo ad approvare un decreto legislativo che prevede l’istituzione di 12 sezioni di Tribunali e Corti d’Appello specializzate sulla proprietà industriale e a Bari, Bologna, Catania, Firenze, Genova, Milano, Napoli, Palermo, Roma, Torino, Trieste e Venezia”. Alla fase di formazione parteciperanno magistrati italiani e americani.. E poi c’é il Piano per l’Innovazione Digitale per le Imprese, soprattutto quelle medie e piccole, che Stanca ha promosso con il collega Marzano nel luglio scorso. Dopo aver premesso che “la congiuntura, che non è specifica del nostro Paese ma che è internazionale, non ha inciso sulla nostra propensione all’imprenditorialità, che rimane fra le più alte nel mondo”, il Ministro ha però affermato che “l’Italia esprime anche ritardi strutturali di lungo periodo: è cresciuta meno dei suoi diretti concorrenti sui mercati mondiali e continua ad attirare pochi investimenti stranieri. Il rapporto del nostro investimento in Tecnologie dell’Informazione e Comunicazione (Ict) sul Pil negli ultimi 10 anni è costantemente al di sotto di 1 punto percentuale sotto la media europea: una differenza che per il solo 2002 è stata quantificata in 15 miliardi di €”. Il Piano punta a migliorare la produttività e la competizione aziendale; a sostenere lo sviluppo di selezionati settori di alta tecnologia; migliorare l’attrattività del Sistema Italia come ambiente favorevole a ricerca, sviluppo tecnologico e innovazione; favorire il trasferimento tecnologici dai centri di ricerca pubblici alle imprese.  
   
 

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