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Notiziario Marketpress di Martedì 13 Febbraio 2007
 
   
  BOLOGNA: OSSERVATORIO REGIONALE DELLO SPETTACOLO: PRESENTATE A BOLOGNA LE ATTIVITÀ DI RICERCA

 
   
  Bologna, 13 febbraio 2007 - Il sistema dello Spettacolo dell´Emilia-romagna si conferma uno dei più articolati e attivi d´Italia. Si trova al terzo posto tra le Regioni italiane, sia nello spettacolo dal vivo sia nel cinema, per numero di rappresentazioni (18. 798 nel 2005) e spettatori (3. 149. 217), dopo la Lombardia e il Lazio, con una spesa media nello spettacolo dal vivo per abitante (di 11,8 euro) superiore alla media nazionale (di 8,8 euro), mentre per il cinema è di 15,4 euro in regione e 10,2 in Italia. L´emilia-romagna dispone inoltre del ricchissimo patrimonio di 185 sedi teatrali (185) e cinematografiche (274), diffuse in tutto il territorio; si contraddistingue per la presenza di 275 enti e istituzioni e di esperienze di grande rilievo, nei campi della prosa, della musica, della danza e della promozione cinematografica e per l´impegno e l´attenzione all´innovazione delle istituzioni pubbliche e dei soggetti privati. Sono i dati generali relativi al sistema dello spettacolo, frutto del rapporto 2005 dell´attività di monitoraggio e di ricerca dell´Osservatorio regionale dello spettacolo e presentati oggi a Bologna, nel corso di un seminario. E´ stata realizzata e distribuita contestualmente anche la pubblicazione "Lo Spettacolo in Emilia-romagna. La Regione in cifre 2004-2205", uno strumento agevole di informazione e consultazione che offre un compendio dei dati più significativi contenuti nelle ultime due edizioni dello stesso Rapporto. Lo spettacolo dal vivo in Emilia-romagna L´osservatorio ha dedicato negli ultimi anni ampio spazio alle attività di ricerca; nel Rapporto 2005 ne vengono presentate tre: "L´impatto economico della cultura in rapporto allo Spettacolo dal vivo"; "I finanziamenti allo Spettacolo attraverso sistemi fiscali differenziati" e "Il benchmarking sulle politiche di promozione del pubblico in Emilia-romagna". "Un confronto utile quello di oggi - ha commentato l´assessore regionale alla cultura Alberto Ronchi - che ci auguriamo ci consenta di compiere alcuni passi avanti". L´assessore ha confermato, come emerso anche dal dibattito, che nel rapporto con lo Stato ci sono segnali positivi, come la novità del "patto per la cultura" e l´assegnazione di nuove risorse la settore, ma "è necessario costruire un sistema Paese in cui vi sia un confronto più stretto tra Stato e Regioni in merito alla politica culturale e alla programmazione". Per quanto riguarda defiscalizzazione dei contributi privati, e anche dei singoli cittadini per le attività culturali, Ronchi ha sottolineato che il meccanismo deve essere semplice, di facile lettura e su base federalista. Infine l´Assessore ha rilanciato l´importanza dell´aspetto economico della cultura, all´interno del sistema paese. Le Ricerche Dell´osservatorio - La prima ricerca sull´impatto economico dello spettacolo dal vivo è stata presentata da Michele Trimarchi, consulente scientifico dell´Osservatorio regionale, con il coordinamento di Roberto Calari, vicepresidente della Fondazione Ater Formazione, con commenti critici di Luca Zan, dell´Università di Bologna. La ricerca, da poco avviata e partendo dal campione delle realtà di Bologna e Ravenna ha dimostrato finora che la regione copre dal 70 al 90% il fabbisogno di beni e servizi dei teatri. Un indotto economico "a monte" di forniture, tecnici, molto alto rispetto a uno inferiore "a valle" realizzato dal pubblico e dalla sua mobilità con l´ utilizzo di strutture alberghiere, ristoranti ecc. "Le rilevazioni dell´Osservatorio dello Spettacolo - ha affermato Trimarchi - si sono svolte con l´intento di fornire un primo, generale, affresco delle relazioni economiche di scambio intercorrenti fra i teatri e il loro territorio di riferimento". Per ora si è costruito un quadro interpretativo complessivo capace di contemplare tanto l´impatto economico e finanziario dei flussi di scambio, quanto quello sociale e culturale dovuto all´esistenza e all´attività del teatro. "Ne risulta una fotografia significativa del contributo che lo spettacolo dal vivo concretamente fornisce al benessere economico della comunità locale - ha riferito Trimarchi - che vale la pena approfondire su tutto il territorio regionale". La seconda ricerca, presentata sempre dal prof. Trimarchi con il coordinamento di Maurizio Ricciardelli, dirigente Servizio Affari Legislativi della Regione Emilia-romagna e i commenti critici della commercialista Raffaella Oldoini , ha preso in esame il rapporto tra il fisco e la cultura. Nel quadro delle politiche di incentivazione della creazione, della produzione e della diffusione della cultura lo strumento fiscale, può infatti risultare cruciale ai fini dell´efficacia dell´azione pubblica. Trimarchi ha spiegato che due sono state le direzioni di lavoro intraprese dalla Regione per approfondire il rapporto tra fisco e cultura: la prima all´interno della stessa Regione, attraverso un esame della legislazione nazionale vigente con l´obiettivo di proporre alcune innovazioni anche in quella sede, in accordo con la Conferenza delle Regioni; la seconda attraverso lo studio commissionato all´Osservatorio dello Spettacolo su esperienze realizzate in altri Paesi, con particolare riferimento ai sistemi fiscali locali. Tra le esperienze straniere, sono stati analizzati il Cultural Gifts Program e il Register of Cultural Organisations (Australia), la Hotel Tax Fund (San Francisco, Usa), l´Arts and Entertainment District (Providence, Usa), e la Ley de Donaciones Culturales (Cile). In particolare per quanto riguarda gli strumenti è stato condotto un esame critico di casi riconducibili alla cosidetta "tassa di scopo", in modo da aprire una riflessione sull´opportunità di adottarla in Italia e, soprattutto, da basare le future elaborazioni su un ventaglio sufficiente di soluzioni. A questo fine sono state analizzati: il cosiddetto "road pricing" (una tassa per l´accesso al centro della città, applicata con successo a Singapore, Oslo e Londra), il "versement transport" (una quota versata dalle aziende per le infrastrutture pubbliche adottata in Francia), la regolamentazione vigente nello stesso Paese sui finanziamenti al cinema, la "sales and use tax" di Denver (Usa) (con la quale per ogni dieci dollari di fatturato di vendita in città viene destinato un centesimo alla cultura) e da ultimo la proposta di "tassa sul lusso" da poco avanzata dal Governatore della Regione Sardegna. Particolarmente interessante anche l´ultima ricerca sul Benchmarking sulle politiche di promozione del pubblico nel sistema dello Spettacolo dell´Emilia-romagna che ha consentito di delineare le caratteristiche del pubblico. La ricerca è stata presentata da Andrea Maulini, ricercatore Simulation Intelligence, con il coordinamento di Patrizia Ghedini, dirigente Servizio Cultura, Sport e Progetto Giovani della Regione ed i commenti critici di Giovanni Soresi, Direttore Comunicazione e Marketing Piccolo Teatro di Milano. Secondo l´indagine cresce un pubblico nuovo, giovane e "digiuno" di esperienze teatrali, aumenta quello individuale, e tra esso gli abbonati. La ricerca è stata condotta su un campione di 82 strutture teatrali della regione, realizzata avendo come riferimento due obiettivi sostanziali: valutare lo stato dell´arte sulla promozione del pubblico - intesa come insieme di attività e strumenti che servono per portare a teatro lo spettatore e finalizzati all´acquisto di un biglietto o di un abbonamento; individuare una serie di "buone pratiche" da diffondere a livello regionale. Maulini ha rilevato che "la promozione si sta indirizzando sempre più verso un pubblico individuale, coinvolgendo università e nuovi luoghi di aggregazione, e sta progressivamente cambiando: nel linguaggio, più moderno e visuale, nella combinazione dei mezzi utilizzati, nell´integrazione tra le leve più "tradizionali" (propaganda, pubblicità, contatto personale/direct marketing, promozione delle vendite) con le altre leve del marketing mix, nelle iniziative di formazione del pubblico". "L´obiettivo - ha aggiunto - è quello quindi di costruire un´offerta specifica per ogni segmento di pubblico, attivando, inoltre, un insieme di strumenti promozionali efficaci e innovativi capaci di coinvolgere anche il cosiddetto "non pubblico". .  
   
 

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