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Notiziario Marketpress di Lunedì 29 Settembre 2003
 
   
  IL FUTURO APPARE PIÙ ROSEO GRAZIE ALLA NUOVA GENERAZIONE DI SCIENZIATI EUROPEI

 
   
  Bruxelles, 29 settembre 2003 - Alcuni dei più promettenti giovani scienziati del mondo, con lo sguardo ottimista, la mente curiosa e il cuore carico di entusiasmo, si sono riuniti a Budapest (Ungheria) per partecipare all´edizione di quest´anno del concorso dell´Unione europea per giovani scienziati. Il concorso è giunto al suo 15° anno ed in questo periodo ha acquisito importanza, tanto che a tutt´oggi un totale di 114 giovani di età compresa fra i 15 ed i 20 anni, in rappresentanza di 37 paesi europei, nonché di Cina, Giappone, Corea del Sud e Stati Uniti, vi espone i propri lavori. I 75 progetti in concorso si distinguono per varietà e copiosità, interessando un´ampia gamma di discipline scientifiche che vanno dalle scienze sociali e l´astrofisica, alla ricerca ambientale e la creazione di modelli matematici. Il Notiziario Cordis ha intervistato alcuni concorrenti, chiedendo loro perché hanno deciso di dedicarsi alla scienza e come ciò influisca sulle loro idee e sui loro traguardi per il futuro. Bryndis Guomundsdottir (20 anni), insieme ai suoi compagni di corso Anna Kristjansdottir (18 anni) e Boovar Sturluson (20 anni), ha deciso di approfondire l´interesse per l´utilizzo dell´idrogeno quale fonte energetica alternativa. "L´idrogeno è un argomento molto popolare in Islanda ed è considerato la soluzione per il domani", ha spiegato la Guomundsdottir. "Sappiamo che questo è il futuro e vogliamo farne parte". In tale contesto, il gruppo di giovani islandesi ha individuato i parametri necessari a progettare una casa ad idrogeno. Il gruppo sostiene che per la prima volta quattro fonti energetiche alternative, vale a dire l´energia solare, eolica, idroelettrica e geotermica, sono state utilizzate congiuntamente per fornire elettricità all´interno di una casa. Tutta l´energia supplementare prodotta viene immagazzinata ed utilizzata per generare una pila a combustibile ad idrogeno che a sua volta fornisce energia per far funzionare un´automobile o per alimentare apparecchi elettrici. Se da una lato la casa ad idrogeno islandese costa il 30 per cento in più di una normale abitazione collegata unicamente alla rete elettrica, dall´altro il gruppo spera che il suo progetto possa essere utilizzato in laboratorio per analizzare in futuro le tecnologie utilizzate. La Guomundsdottir ha spiegato che presentare i risultati del gruppo e partecipare al concorso riveste un´importanza sia a livello nazionale, che personale. "L´islanda è impegnata ormai da cinque anni nella creazione di un´economia dell´idrogeno, attraverso la conversione di energia elettrica sostenibile in idrogeno. Ritengo che il nostro progetto possa contribuire al raggiungimento di questo obiettivo nazionale", ha affermato la giovane ricercatrice. Dal punto di vista personale, la Guomundsdottir ha sostenuto che visitare una parte dell´Europa così diversa dall´Islanda ed incontrare gli altri concorrenti è stato molto divertente. "È stata un´esperienza sociale, oltre che scientifica". Anche i concorrenti olandesi sono entrati pienamente nello spirito del concorso. Sebbene il loro progetto si proponesse inizialmente di effettuare una ricerca sul lievito, Vincent Ruigrok (18 anni) ed il suo amico Geert De Veerde (20 anni) hanno scoperto in seguito che i loro risultati potevano essere altresì utilizzati per abbreviare da cinque giorni a cinque ore la fase di fermentazione primaria della birra. "Non era nostra intenzione fermentare la birra, ma abbiamo finito col farlo", ha spiegato Ruigrok. A scopo di ricerca, i concorrenti si sono serviti del lievito contenuto in un normale kit di fermentazione della birra, lo hanno posto all´interno di sfere protettive e lo hanno lasciato fermentare in una soluzione di saccarosio. In ambiente protetto, le cellule di lievito non sono più influenzate dalle condizioni esterne e pertanto la loro attività si intensifica, determinando un processo di fermentazione più efficiente. I giovani concorrenti ritengono che il loro metodo possa contribuire a diminuire i costi di produzione e, di conseguenza, a ridurre il prezzo di un bicchiere di birra fredda e dissetante. Nonostante i loro compagni di scuola abbiano reagito negativamente alla possibilità di partecipare ad un progetto scientifico, entrambi i concorrenti sostengono di essere ancora interessati a perseguire una carriera scientifica. Interrogati sul perché la scienza susciti il loro interesse, Ruigrok ha spiegato: "Adoro gli esperimenti e le scoperte che ne derivano. Raggiungere un risultato partendo da una base di conoscenze pari a zero è un processo molto emozionante". Mentre numerosi progetti in concorso per il premio speciale affrontano alcune questioni ambientali, tecnologiche e sanitarie che influenzano la nostra esistenza quotidiana, un progetto in particolare utilizza metodi scientifici per contribuire a migliorare la vita delle specie animali diverse dai bipedi. La concorrente britannica Elizabeth Newton (19 anni) ha progettato un dispositivo di arricchimento per migliorare l´apporto nutrizionale di una piccola specie di scimmie provenienti dal Rio delle Amazzoni note con il nome di callitricidi. "L´arricchimento consiste nell´incoraggiare gli animali ad assumere un comportamento naturale in cattività", ha chiarito la Newton. A tal fine, si somministra all´animale un alimento di cui si nutre allo stato selvatico. "La gomma arabica è un importante integratore per questi animali quando si trovano allo stato brado, ma in cattività non sanno cosa farsene", ha spiegato la Newton, aggiungendo: "Dovevo fare in modo che le scimmie si nutrissero di gomma arabica come fanno nella vita selvatica". A tal fine, la Newton ha utilizzato un comune ceppo di legno, praticandovi una serie di fori e riempiendoli di gomma liquida. "Con il mio dispositivo, le scimmie sono stimolate poiché devono cercare la gomma", ha osservato. "Quando i visitatori si recheranno allo zoo, vedranno le scimmie comportarsi come se si trovassero nel loro habitat naturale". I risultati del progetto della Newton sono stati inseriti in una banca dati zoologica al fine di aiutare gli altri zoo che desiderino adottare una soluzione di arricchimento ed abbiano bisogno di dati a sostegno di questa applicazione. La Newton è già stata invitata a lavorare ad una serie di progetti in materia di arricchimento, uno dei quali sarà realizzato presso lo zoo di Sidney (Australia). La giovane ricercatrice britannica ha riferito al Notiziario Cordis di aver apprezzato molto i riconoscimenti da parte della comunità scientifica, soprattutto perché il progetto è frutto di una sua iniziativa e di un suo interesse personale. Interrogata sulla ragione per cui la scienza dovrebbe suscitare il nostro interesse, ha risposto: "È fondamentale comprendere ed apprezzare l´importanza della scienza per il mondo in cui viviamo, altrimenti non sapremo come salvare dall´estinzione specie come i callitricidi". La Newton ritiene tuttavia che si dovrebbero dedicare più tempo e maggiori sforzi alla sensibilizzazione dell´opinione pubblica sulla scienza, indicando nel concorso per giovani scienziati un mezzo per raggiungere tale traguardo. "È stato veramente interessante presentare il mio lavoro in questo concorso. Il coinvolgimento dei giovani rappresenta un ottimo strumento per diffondere il messaggio della scienza".  
   
 

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