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Notiziario Marketpress di
Lunedì 29 Settembre 2003 |
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GLI EURODEPUTATI ADOTTANO UNA RISOLUZIONE SULLA BREVETTABILITÀ DELLE INVENZIONI ATTUATE PER MEZZO DI ELABORATORI ELETTRONICI
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Bruxelles, 29 settembre 2003 - Il 24 settembre, gli eurodeputati hanno votato a favore di una risoluzione legislativa sulla brevettabilità delle invenzioni attuate per mezzo di elaboratori elettronici. Il voto fa seguito a mesi di accesi dibattiti e forti pressioni, che diversi eurodeputati hanno definito i più aggressivi a cui abbiano mai assistito. Nel discorso d´apertura del dibattito, il 23 settembre, il commissario europeo per il Mercato interno Frits Bolkestein ha dichiarato che la campagna di opposizione alla direttiva è stata impostata su mezze verità e malintesi. "Lo scopo di questa direttiva non è né abolire, né estendere la brevettabilità dei programmi per elaboratori ´in quanto tali´, ma definire innanzitutto l´ambito della tutela brevettuale e giungere a un´armonizzazione sulla base delle pratiche esistenti", ha dichiarato il Commissario, precisando: "Non si possono brevettare invenzioni che non siano già tutelate dalla legge esistente in materia". La direttiva si riferisce alle invenzioni attuate per mezzo di elaboratori elettronici e definite come "qualsiasi invenzione ai sensi della Convenzione sul brevetto europeo, la cui esecuzione implica l´uso di un elaboratore, di una rete di elaboratori o di un altro apparecchio programmabile, e che presenta una o più caratteristiche non tecniche che sono realizzate in tutto o in parte per mezzo di uno o più programmi per elaboratore, oltre al contributo tecnico che qualsiasi invenzione deve apportare". Gli eurodeputati hanno insistito su un emendamento che definisce gli ambiti da escludere dalla direttiva. Essi hanno convenuto sul fatto che un´invenzione attuata per mezzo di elaboratori non apporta un contributo tecnico semplicemente perché comporta l´impiego di un elaboratore, di una rete di elaboratori o di un altro apparecchio programmabile. Secondo il Parlamento, quindi, non dovrebbero essere brevettabili le invenzioni comprendenti un programma per elaboratore, che applicano metodi commerciali, matematici o di altro tipo senza produrre altri effetti tecnici oltre alla normale interazione fisica tra un programma e un elaboratore, una rete di elaboratori o un altro apparecchio programmabile. Nel tentativo di fugare ulteriori preoccupazioni, gli eurodeputati hanno chiesto agli Stati membri di non considerare una violazione di brevetto il caso in cui l´impiego di una tecnica brevettata sia richiesto per uno scopo specifico (per esempio la conversione di convenzioni utilizzate da due diversi sistemi o reti di elaboratori allo scopo di consentire la comunicazione e lo scambio reciproco di dati). Nel suo intervento pronunciato prima del voto, l´eurodeputato spagnolo Medina Ortega ha sottolineato che la direttiva non riguarda la brevettabilità del software e che la legislazione è necessaria per limitare la tendenza al rilascio di troppi brevetti e alla concessione di eccessive tutele, fattori che si ripercuotono negativamente sulla ricerca e sviluppo. La necessità di intraprendere azioni è stata sottolineata anche dall´eurodeputato irlandese Proinsias de Rossa, il quale ha dichiarato che "l´inerzia è inaccettabile" e che la certezza giuridica riveste un´importanza fondamentale per l´industria delle tecnologie dell´informazione (Ti). Gli oppositori della direttiva sostengono che la legislazione proposta porrà fine all´innovazione prodotta dalle piccole imprese, perché la creazione di nuovi programmi violerebbe i diritti brevettuali delle aziende più grandi e comporterebbe una maggiorazione dei costi. Le assicurazioni fornite dal Parlamento e dalla Commissione sono state ribadite da alcuni operatori dell´industria. "In realtà, la direttiva è praticamente indolore, poiché risponde all´esigenza di chiarire una posizione giuridica attualmente confusa", ha dichiarato il 24 settembre Alex Batteson, esperto britannico di Ti. "Nello specifico, il documento definisce gli attuali requisiti di brevettabilità del software in Europa. Così facendo, per ironia della sorte, la direttiva può risultare vantaggiosa per i piccoli sviluppatori di software". Partendo da questo concetto, Batteson ha spiegato che le piccole imprese potranno disporre di informazioni più chiare circa la brevettabilità dei software da esse sviluppati. "Questa soluzione dovrebbe fungere da incentivo, anziché privare di tutela le loro idee". Tuttavia è improbabile che il documento ponga fine al dibattito, perché molti emendamenti adottati dal Parlamento sono stati già definiti "inaccettabili per la Commissione". Infolink: http://europa.Eu.int/eur-lex/it/com/pdf/2002/it_502pc0092.pdf |
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