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Notiziario Marketpress di
Martedì 30 Settembre 2003 |
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CNR E INTERENERGY: BLACK-OUT? E’ SOLO L’INIZIO ED ORA DOBBIAMO CAMBIARE NUMEROSI I CAMBIAMENTI PRATICI, POSSIBILI E CONVENIENTI NON PIÙ RINVIABILI
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Palermo e Borgo S. Martino Cerveteri, 30 settembre 2003 - “Dov’è la conclamata superiorità della Rete energetica europea e italiana così orgogliosamente invocata dopo il black-out americano dello scorso agosto? -- dice il chimico del Cnr Mario Pagliaro -- Eppure si era detto che la completa interrelazione fra le reti elettriche europee avrebbe intrinsecamente prevenuto un black-out su vasta scala dovuto ad un guasto locale come avvenuto a New York. E invece – continua Pagliaro, che a Palermo dirige la scuola di formazione manageriale del Cnr nota come Quality College – il crollo degli investimenti pubblici nelle infrastrutture di produzione e distribuzione dell’energia elettrica si è accompagnato ad aumenti annui dal 2 al 4% dei consumi dall’inizio degli anni ’90 quando si scelse la via di una deregulation che nessun altro grande Paese dell’Unione ha intrapreso e chi ci ha condotto a questi risultati”. “Non esiste – aggiunge ancora Alex Sorokin della Interenergy, società di ingegneria e consulenza energetica – una sola soluzione per il problema energetico. Ma una serie di soluzioni diversificate, possibili e convenienti. Ma soprattutto, il black-out di sabato notte, proprio in quanto accaduto nel momento di minore domanda elettrica, dimostra che non si trattava di un problema che si risolve costruendo nuove centrali. Sabato notte, gran parte delle centrali italiane esistenti erano ferme e non funzionanti, perche si riteneva inutile e troppo costoso tenerle in servizio. Dal ping-pong dei primi comunicati da parte dei gestori di rete in Francia, Svizzera ed Italia emerge, che il black-out italiano è stato provocato da un incidente accaduto in Svizzera (caduta albero su una linea di alta tensione). Ma diversamente dal sistema elettrico svizzero che ha prontamente reagito per risolvere il problema in casa propria, il sistema elettrico italiano non è stato in grado di compensare il disservizio provocato da questo guasto (tutto sommato comune), per cui il problema si è potuto propagare ( fenomeno “domino”) fino a colpire tutta l’Italia, ed è qui la gravità dell’accaduto”. “Questa crisi senza precedenti -- sottolinea Pagliaro -- ci richiede di governare il cambiamento, e non di subirlo disorientati. E’ evidente che la nostra dipendenza energetica dall’estero è eccessiva, ma questo accade perché le centrali e la produzione vengono gestite secondo l’obiettivo primario dell’impresa privata: massimizzare il profitto. Occorre quindi partecipare tutti: il Governo, a tutela dell’interesse generale, tornando a dettare regole stringenti per la produzione di energia e per una gestione efficace della rete; gli imprenditori, i dirigenti delle amministrazioni pubbliche e i cittadini per migliorare radicalmente l’efficienza nei consumi, attualmente bassissima”. Nella notte di sabato 27 settembre l’Italia è stata vittima del più lungo e diffuso black-out energetico della sua storia. Dopo un’estate di continue interruzioni dovute alla mancanza di centrali turbogas necessarie a coprire il fabbisogno di punta dei consumi del grande caldo estivo, l’interruzione contemporanea delle linee che convogliano in Italia il 16% del fabbisogno energetico dalle reti francese e svizzera, tutto il Paese (esclusa la Sardegna) è rimasto completamente privo di elettricità, svelando alla popolazione l’inadeguatezza delle politiche energetiche degli ultimi 15 anni. |
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