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Notiziario Marketpress di Martedì 30 Settembre 2003
 
   
  ALCESTI DI EURIPIDE VERSIONE, ADATTAMENTO SCENICO E REGIA SERGIO PORRO

 
   
  Milano, 30 settembre 2003 - La messa in scena del Teatro Artigiano, nella versione, adattamento scenico e regia di Sergio Porro, rispetta integralmente testo e struttura narrativa di Euripide anche se, ovviamente non poche intenzioni del più intellettuale tra i tragici antichi sono state necessariamente trasformate per rendere il più attuale possibile (si perdoni il termine) l’incredibile storia della Regina di Fere. Prima tra le tante, quella che è la caratteristica principale del testo: come è noto infatti, nella tragedia classica, i particolari episodi che si svolgono fuori scena vengono raccontati normalmente da qualche specifico personaggio, tipo servo o messaggero, nella versione del Teatro Artigiano invece, i fuori scena dell’Alcesti vengono rappresentati concretamente nello spazio teatrale il quale, per l’occasione, diventa il luogo di riflessone dolorosa davanti alla reggia, oppure la pubblica piazza dove si discute, ci si raccoglie in preghiera, ci si interroga sugli eventi. Il risultato è che si svela l’interno delle stanze e gli spettatori – in tempo reale – partecipano a quello che succede dentro. Questa invenzione drammaturgica ha reso possibile l’utilizzo di zone molto ampie destinate a tutte le azioni sceniche, con mutamenti all’interno, che vedono fin dall’inizio le persone di Fere, cioè gli attori, perennemente presenti sulla scena. Fin dalle sue origini (1970) il Teatro Artigiano impiega attori non professionisti costringendoli, di spettacolo in spettacolo, di regia in regia, a esibire la loro quotidianità. Addirittura ciascuno svolge, meglio deve svolgere una propria autonoma attività nel mondo del lavoro: è questa una scelta di fondo contro i rischi della chiusura professionale. Si vuole evitare, insomma, che il teatro possa svilupparsi solo su se stesso e, in qualche modo, girare a vuoto. Esso deve invece alimentarsi di attività quotidiane, incarnate nella storia e nella vita di tutti i giorni. E così, coerenti come sempre, diciamo che a questa rappresentazione danno vita dieci persone: una maestra d’arte, un maestro di sci, un consulente aziendale, un arrotino, un’operatrice nello sport, una casalinga, un’assistente sociale, un’insegnante di tedesco, un informatico e un fabbricante di bare. Qualche Notizia Storica Sul Teatro Artigiano Nato nel ‘69/’70 come laboratorio di teatro sperimentale per desiderio di un gruppo di amici (allora studenti e operai), il Teatro Artigiano si è subito imposto al pubblico di importanti città ottenendo positivi riconoscimenti dalla critica ufficiale, in particolare quella più attenta alle avanguardie e agli spettacoli di ricerca (Franco Quadri, Cesare Molinari, Giuseppe Bertolucci, Ettore Capriolo, ecc.). Per tutto il decennio fino alla metà degli anni ’80 è stato invitato alle più significative rassegne nazionali (Milano, Chieri, Salerno, Sant’arcangelo, ecc.) e ad alcuni festival europei di teatro giovane e sperimentale (Zagabria, Lugano, Villach). Ha realizzato una ventina di spettacoli con assoluta coerenza nell’impiego di un’attività corale, nello studio scenico delle grandi e piccole comunità, e nel rispetto delle forme del teatro povero da cui è partito per analizzare il rapporto attore/oggetto – gesto/oggetto – mimo/oggetto. Tre tesi di laurea sono state discusse intorno alla sua storia, ai suoi temi e ai suoi metodi di ricerca formale, e il poeta Antonio Porta ha scritto appositamente per il Teatro Artigiano un testo drammaturgico “La presa di potere di Ivan lo sciocco”, pubblicato da Einaudi nella Collezione di Teatro. Ancora, numerosi testi di teatro d’avanguardia e contemporaneo parlano di lui, lo citano, descrivono le sue poetiche. Poco prima del ’94 ha visto la luce il suo spettacolo più maturo e coraggioso, un ”Edipo a Colono”, da Sofocle, tentato e messo in scena privo di parole (solo alcuni versi degli stasimi venivano detti agli spettatori, sussurrati, come una preghiera…). A Milano, è stato un’autentica sorpresa come molti quotidiani hanno pubblicato. Attualmente il Teatro Artigiano è in replica con ”I frutti dell’albero d’oro”, suggerito da una novella di Marie-cayhérine d’Aulnoy, e con l’integrale dell’ ”Alcesti” di Euripide, il cui adattamento scenico ha bisogno di luoghi particolari (cortili, angoli di bosco, magazzini in disuso, ecc.). Martedì 7 ottobre 2003, alle ore 21,15, presso il Teatro Arsenale di via Correnti, 11 - Milano, prima rappresentazione dello spettacolo Repliche fino al 19 ottobre 2003. Infolink: www.Teatroarsenale.org    
   
 

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