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Notiziario Marketpress di Mercoledì 01 Ottobre 2003
 
   
  BLACKOUT,REVIGLIO ALL’ANSA: POCHE CENTRALI IN CANTIERE,2 ANNI CRITICI NUCLEARE NON E´ SOLUZIONE PER L´IMMEDIATO

 
   
  Torino, 1 ottobre 2003 - Per evitare black out come quello di domenica notte la soluzione è una sola: costruire centrali. Ma quelle in cantiere sono poche e questo fa sì che i prossimi due anni si prospettino per l´Italia davvero critici. Quanto al nucleare può essere una soluzione, ma non nell´immediato. E´ lo scenario che delinea Franco Reviglio, presidente dell´Aem Torino e per sette anni, dal 1983 al 1989, alla guida dell´Eni. "Sono state autorizzate - ricorda Reviglio, in passato più volte ministro - licenze per costruire centrali che porteranno complessivamente 14.000 megawatt in più, ma gli impianti che entreranno in funzione nei prossimi due anni ne produrranno solo 4.100. Per far fronte all´aumento della domanda servirebbe un incremento all´anno di circa 2.500 megawatt, mentre secondo i dati forniti dal Gestore della rete Nazionale di Trasmissione nel corso dell´audizione in Parlamento del 23 settembre, nel 2001 ne sono entrati in esercizio 706 a fronte di un aumento della punta di domanda di oltre 1.251 megawatt rispetto al 2000. L´anno scorso i megawatt di nuova capacità sono 740 contro più di 2.300 megawatt di incremento della punta di domanda rispetto al 2001". "Il problema dell´Italia - osserva Reviglio - tenderà ad aggravarsi. L´incertezza del quadro regolatorio sulle tariffe spinge le banche internazionali a ritenere l´investimento in centrali particolarmente rischioso. Per questo chiedono a chi lo deve effettuare un capitale di rischio superiore al 50 per cento contro il 25% di due o tre anni fa". Che cosa si può fare nei prossimi due anni? "Innanzitutto - osserva Reviglio - aumentare la flessibilità e l´elasticità del Grtn che deve poter aumentare i contratti interrompibili con grandi operatori industriali e poter mettere a fuoco interruzioni programmate ai privati che se contenute non sono drammatiche". L´ipotesi di un ritorno al nucleare, secondo il presidente dell´Aem Torino, "é percorribile dal punto di vista economico, anche se c´é chi sostiene che il prezzo attuale del greggio rende non economico il nucleare sicuro. In ogni caso ripartire con il nucleare sicuro produrrebbe effetti solo fra quattro-cinque anni, non risolverebbe quindi i problemi dei prossimi due anni". Reviglio osserva che "anche per aver detto no al nucleare gli italiani pagano oggi di più l´energia". Quanto allo sviluppo della produzione di energie alternative, l´ex ministro osserva che "oggi rappresentano meno dell´1% della domanda. Si potranno incentivare, ma non sono la soluzione al problema". Il gruppo Aem ha un piano di investimenti dal 2003 al 2005 di 400 milioni di euro, finalizzati al potenziamento dell´impianto di Moncalieri e alla conclusione di quello di Pont Ventoux: entrambi entreranno in funzione nel 2005.  
   
 

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