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Notiziario Marketpress di Martedì 13 Febbraio 2007
 
   
  LE VENDITE ONLINE AL DETTAGLIO DELLE PICCOLE E MEDIE IMPRESE RESTANO LIMITATE AL MERCATO NAZIONALE I PRINCIPALI OSTACOLI: INSICUREZZA DELLE TRANSAZIONI, DIFFERENZE DI REGIME FISCALE, DIFFICOLTÀ NELLE CONTROVERSIE

 
   
  Bruxelles, 13 febbraio 2007 - Le vendite via Internet sembrano diventate un fattore decisivo per lo sviluppo del mercato interno del commercio al dettaglio; interessano ormai il 57% dei dettaglianti, ma per più di due terzi di essi le vendite avvengono esclusivamente entro le frontiere nazionali e per il restante 29% le vendite all´estero riguardano solo uno o due altri Stati membri. I dettaglianti che nell´Ue desiderano estendere la loro attività all´estero sono però ben più numerosi: il 48% di essi si dichiara disposto a farlo. Sono questi i risultati di un sondaggio Eurobarometro effettuato tra le imprese, pubblicati oggi dalla Commissione europea in concomitanza con l´apertura di una consultazione pubblica sulle normative vigenti in materia di tutela dei consumatori. Il mercato europeo della vendita diretta delle imprese ai consumatori incontra ancora grossi ostacoli, in particolare l´insicurezza delle transazioni e le differenze tra i paesi per quel che riguarda i regimi fiscali e le norme che tutelano i consumatori. Il 43% dei dettaglianti ritiene che il volume delle loro vendite all´estero potrebbe aumentare se nell´Ue i diritti dei consumatori fossero regolamentati da norme comuni. Meglena Kuneva, commissario europeo responsabile della politica dei consumatori, ha dichiarato: "Le vendite al dettaglio rappresentano il 58% del prodotto interno lordo dell´Ue, ma il mercato della vendita diretta delle imprese ai consumatori resta frammentato in mercati nazionali. I risultati del sondaggio Eurobarometro confermano la mia convinzione che le Pmi sono interessate ad operare nel mercato interno del commercio al dettaglio, ma uno dei motivi che le trattengono dal farlo è l´assenza di regole chiare e coerenti, regole che, oltre a permettere alle imprese di sviluppare le loro attività, accrescerebbero la fiducia dei consumatori nel mercato interno e nei vantaggi che esso offre. Questi dati dimostrano l´urgenza del processo di riforma avviato dalla consultazione aperta oggi dalla Commissione. " L´inchiesta è stata realizzata presso oltre 6. 600 dirigenti di imprese con almeno 10 dipendenti e un´attività di vendita diretta al dettaglio (per il 97% Pmi). Il 29% di esse effettua già operazioni transfrontaliere e il 48% si è detto disposto a vendere ai consumatori di altri paesi dell´Ue. Il 66% opera esclusivamente sul mercato nazionale e solo il 19% promuove o pubblicizza la propria attività all´estero. Potenzialità - Sempre più numerosi sono i dettaglianti che utilizzano tecniche di vendita a distanza, via Internet (57%) o per corrispondenza (27%) per aumentare la loro clientela. Le nuove tecnologie e il crescente accesso alla banda larga aprono possibilità che facilitano il commercio al dettaglio transfrontaliero, ma i consumatori ancora non si fidano e le imprese sono reticenti a offrire i loro prodotti all´estero, sicché vanno perduti i vantaggi che si potrebbero trarre da un mercato più ampio: maggiore scelta, prezzi più convenienti e migliore qualità dei prodotti. Ostacoli - Per il 61% degli imprenditori che hanno partecipato al sondaggio il principale ostacolo al commercio transfrontaliero è l´insicurezza delle transazioni. Seguono le differenze di regime fiscale (58%), le difficoltà che possono sorgere nella risoluzione delle controversie (57%), le differenze tra le legislazioni nazionali in materia di diritti dei consumatori (55%), la difficoltà di garantire il servizio dopo vendita (55%) e i maggiori costi di consegna (51%). Meno importanti sono considerati i problemi di lingua (43%). Fiducia dei consumatori - I risultati del sondaggio concordano con quelli dell´altra inchiesta Eurobarometro realizzata nel 2006 sull´atteggiamento dei consumatori nei confronti del commercio transfrontaliero, secondo cui il 27% dei cittadini nel corso dell´anno precedente ha acquistato on line un prodotto o un servizio, ma solo il 6% ha fatto un acquisto all´estero. .  
   
 

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