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Notiziario Marketpress di Giovedì 16 Ottobre 2003
 
   
  MACCHÈ SARS, IL VERO PERICOLO SI CHIAMA LEGIONELLA E´ UN BATTERIO E PUÒ SCATENARE POLMONITI ANCHE MORTALI

 
   
  Firenze 16 ottobre 2003 - Si annida negli impianti idrici e di condizionamento e si diffonde mediante aerosol. In Italia si parla molto di Sars, che da noi non ha fatto vittime, e per niente di Legionella, il batterio che negli ultimi dieci anni ha determinato ben 2.366 casi solo nel nostro Paese, con una casistica crescente e un indice di letalità (morte) che oscilla tra il 5 e il 10 per cento. "E´ un fenomeno preoccupante e probabilmente in espansione", ha spiegato uno dei massimi esperti d´Igiene, la professoressa Angela Moiraghi Ruggenini (Università di Torino), presentando oggi una documentata relazione al congresso Medlab 2003 che riunisce a Firenze oltre duemila specialisti di laboratorio, biochimici e microbiologi delle società scientifiche Sibioc e Amcli. Secondo i dati della professoressa Moiraghi, nel solo 2002 i casi accertati sono 585, ma la vera dimensione del fenomeno, teoricamente assai più vasta, continua a sfuggire per mancanza di un´attenta sorveglianza che rende poco efficiente la rete nazionale di rilevamento. La metà dei casi notificati appartiene difatti a due sole regioni, Piemonte e Lombardia, che ospitano solo una frazione della popolazione del Paese e del flusso turistico internazionale. Trend in salita, avverte la professoressa, non significa necessariamente patologia in aumento, bensì maggior sensibilità per il problema. Ma nel migliore dei casi la legionella è sotto-notificata anche perché nelle forme meno gravi presenta sintomi simil-influenzali, facilmente equivocabili. Nei casi più gravi si può invece morire di polmonite in mancanza di cure adeguate con antibiotici.. Stando alle cifre riportate, le infezioni da Legionella contratte in ospedale nel 2002 sono 72: in media, le strutture sanitarie sono coinvolte per un 12 per cento dei casi notificati, specie nei reparti che ospitano pazienti immunodepressi. Ben 20 su cento si riferiscono invece a soggiorni in alberghi o campeggi. Nel restante 68 per cento degli episodi la sorgente d´infezione resta invece inaccertata. "Se negli ospedali si può in qualche modo intervenire", ha ricordato la professoressa, "assai più complicato è farlo nelle strutture private. E´ ragionevole supporre che la Legionella si nasconda in docce, piscine tipo Jacuzzi, terme, negli impianti idrici e di condizionamento degli uffici, dei supermercati e perfino in quelli di molti condomini. Solo così si può spiegare l´altissima percentuale di casi di cui si ignora l´origine. Senza contare tutti quelli che non sono neppure diagnosticati". Com´è facile immaginare, la Legionella esiste da sempre. Ma il nome, in alternativa a sindrome del legionario, nasce nel ´76 dopo un´epidemia tra i partecipanti a un congresso dell´American Legion. In Italia il caso più eclatante è del ´97 a Sestri (Genova), in un palazzo adibito a uffici. Dopo molti studi e verifiche si scoprì il colpevole: la torre di raffreddamento di un palazzo vicino, contaminata dalla Legionella, aveva trasmesso il batterio, trasportato dal vento. Come intervenire? La verità, ha spiegato la professoressa Moiraghi, è che tutti i sistemi di disinfezione degli impianti hanno capacità limitata, non danno garanzie e, nei fatti, la contaminazione spesso si ristabilisce. Occorre dunque, più semplicemente, un´igiene davvero accurata. E nei reparti ospedalieri ad alto rischio condizioni di assoluta sicurezza oltre a una generale sensibilizzazione al problema, sorveglianza attenta delle polmoniti e interventi di manutenzione periodici sugli impianti.  
   
 

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