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Notiziario Marketpress di Venerdì 17 Ottobre 2003
 
   
  ABISSI, VIAGGIO NEI MISTERI DEL PROFONDO A MILANO FINO AL 30 NOVEMBRE 2003

 
   
  E´ stato un primo fine settimana di grande successo per la mostra "Abissi, viaggio nei misteri del profondo", appena inaugurata allo Spazio Biolab (Museo di Storia Naturale, via Manin, 2/A). La mostra, promossa da Globo divulgazione scientifica, in collaborazione con l´Acquario di Genova e il Museo di Storia Naturale, è stata presa d´assalto da un migliaio di visitatori, interessati alle notizie, ai modelli e ai pesci vivi che popolano gli abissi dei mari della Terra, esposti alla mostra. Continuano a pervenire numerose anche le richieste di prenotazioni per le visite guidate (che sono incluse nel prezzo del biglietto), sia da parte di gruppi che di scolaresche. La mostra conduce i visitatori, in modo multidisciplinare e multimediale, alla scoperta delle profondità abissali: dalle creature marine che vivono in condizioni estreme alle tecniche adottate dall´uomo per sfidare il mare profondo, dalle risorse energetiche custodite dai fondali ai leggendari mostri marini che per secoli hanno ispirato miti e leggende. "Abissi, viaggio nei misteri del profondo" si articola in tre sezioni in uno spazio espositivo di mille metri quadri. Un´occasione da non perdere per immergersi dove il mare é riserva inesauribile di ignoto. I sezione - Tra Mito E Realta´. Il mistero che per secoli ha avvolto le profondità abissali ha ispirato racconti leggendari. Le creature marine, infatti, hanno alimentato fin dall´antichità saghe e leggende in bilico tra il fantastico e il reale diventando esseri mitici. Le balene sono così divenute isole semoventi mentre il calamaro gigante si è trasformato a seconda dei casi in un inquietante serpente o in un enorme pappagallo. La prima sezione della mostra presenta il mondo sommerso nella dimensione fantastica. Spettacolare il modello dell´Architeuthis, il calamaro gigante che in natura può raggiungere i 20 metri. Singolari i denti decorati di capodoglio, protagonista di numerose leggende, provenienti dal Museo d´arte marinaresca "Ugo Mursia" di Milano: il capodoglio è munito di numerosi denti che possono raggiungere la rispettabile lunghezza di 45 cm, alcuni marinai inglesi del Xix secolo hanno trasformato i denti in pregevoli oggetti artigianali. Una carrellata d´immagini di mostri marini è proposta da stampe e testi d´epoca, tra cui alcuni esemplari seicenteschi della Biblioteca civica di Trieste e un´edizione di "Ventimila leghe sotto i mari" di Jules Verne. Ii sezione - Senza Luce. Ci s´immerge nelle oscurità degli abissi alla scoperta dei sorprendenti adattamenti messi in atto dalle creature abissali per sopravvivere nella quasi oscurità, a pressioni enormi e temperature bassissime. L´acqua assorbe con molta rapidità la luce del sole, tanto che già oltre i 200 metri l´energia luminosa non è più sufficiente per la fotosintesi. In questo mondo caratterizzato dall´assenza di luce, il 96 per cento delle creature è bioluminescente, cioè produce luce grazie a reazioni chimiche che avvengono direttamente nell´organismo o per mezzo di batteri bioluminescenti ospitati in organi chiamati fotofori. L´emissione di luce è utilizzata per la ricerca del cibo, come forma di comunicazione, per difendersi dai predatori, per mimetizzarsi. Una parete rocciosa in vetroresina ospita alcuni bassorilievi di creature abissali dai caratteristici organi bioluminescenti. I fondali marini al di sotto dei 1800 metri si estendono per 341 milioni di chilometri quadrati corrispondenti al 67% della superficie terrestre: si tratta dell´ultima frontiera del Pianeta Terra dove vivono creature affascinanti. Alcuni scienziati ritengono che la vita abbia avuto origine proprio negli abissi, intorno alle sorgenti idrotermali, dove le condizioni erano propizie alla formazione delle prime molecole organiche. Malgrado le difficili condizioni ambientali, queste sorgenti sono popolate da organismi dalla straordinaria somiglianza a forme di vita antiche. Il visitatore può passeggiare tra le ricostruzioni delle sorgenti termali profonde dalla caratteristica forma a camino, ecosistemi così ricchi da essere paragonati alla foresta pluviale tropicale. Lungo le dorsali oceaniche, dov´è notevole l´attività vulcanica, l´acqua che penetra attraverso le spaccature della crosta infatti si surriscalda e fuoriesce carica di sostanze chimiche. Si tratta di veri e propri geyser sottomarini che possono superare la temperatura di 400 gradi. Raffreddandosi, quest´acqua deposita sul fondo i suoi minerali dando origine ai camini, che possono raggiungere i nove metri d´altezza. Una gigantografia tridimensionale di una testa di pesce vipera mostra l´enorme bocca disarticolabile dai denti ricurvi che contraddistingue il pesce vipera consentendogli di catturare prede di grandi dimensioni. Il pesce vipera è una delle straordinarie creature che abitano le acque profonde, vive oltre i 900 metri di profondità. E´ possibile ammirare anche i pesci abissali italiani dello Stretto di Messina provenienti dal Museo di Biologia Marina di Reggio Calabria e dall´Università di Messina. Tra questi il pesce lampadina, il pesce falce, il pesce lanterna, il pesce bocca spinosa e il pesce vipera. Inoltre in acquari appositamente allestiti per l´occasione è possibile osservare esemplari vivi di creature marine che vivono anche nelle alte profondità: dalle razze ai cetrioli di mare. Iii sezione - Sfida Profonda. Le profondità marine fin dalla notte dei tempi hanno affascinato l´uomo. La terza sezione è dedicata all´avventura umana nel mondo sommerso: dalla realizzazione di mezzi e attrezzature per sopportare le proibitive condizioni delle alte profondità fino alla scoperta delle preziose risorse dei fondali marini. La sezione si apre con le imprese dei palombari, operatori subacquei tradizionalmente dotati di elmo di rame, scafandro elastico e scarponi zavorrati, che lavorano ad aria compressa fornitagli dalla superficie mediante una manichetta. Disegni e progetti di scafandri (dalle prime immersioni con la campana allo scafandro rigido articolato) della collezione dell´Antica Storia del Mare di Genova ripercorrono la storia dell´uomo attraverso l´evoluzione delle attrezzature utilizzate per sfidare le acque profonde. Già Leonardo aveva previsto le possibili attività di un palombaro e il suo genio aveva intuito l´importanza di fornire l´uomo di uno scafandro per risolvere le problematiche fisiologiche legate all´immersione. Dal Museo della Scienza e della Tecnica ´Leonardo da Vinci´ di Milano l´attrezzatura per palombaro concepita da Leonardo: lo scafandro in cuoio, il cupolino per respirare e il guanto palmato per agevolare i movimenti in acqua. Da The Historical Diving Society Italia il vestito in tela gommata, le scarpe con suola di piombo e il caratteristico elmo Wks 57 del palombaro russo per immersioni fino a 100 metri di profondià. Così come riportato nel manuale d´immersione della Marina Russa infatti, il Wks 57 operava fino a 60 metri attraverso l´utilizzo di una miscela aria-ossigeno e fino a 100 metri attraverso una miscela di aria-elio. In esposizione anche l´equipaggiamento completo per l´immersione subacquea del palombaro dell´Antica Storia del Mare e i reperti dalla collezione di uno degli ultimi palombari, Fulvio Loperfido, ingegnoso operatore subacqueo triestino. Degni di nota il modello in scala 1:10 del laboratorio subacqueo realizzato da Loperfido nell´88 per fornire agli operatori in azione sott´acqua energia elettrica, aria per il riciclo dell´ossigeno, assistenza telefonica e televisiva a circuito chiuso e il minisommergibile a due posti ideato nel 1983 per scendere a una profondità di 40 metri. Ricostruiscono un altro momento del viaggio nel regno degli abissi i mezzi di profondità in esposizione. Il modello del primo sottomarino della storia il ´Turtle´ che sferrò il primo attacco sottomarino durante la Guerra d´Indipendenza Americana. Il modellino del sommergibile Vassena, progettato da Pietro Vassena, che nel 1948 raggiunse la profondità di 412 metri; il modello del batiscafo Trieste, progettato dallo svizzero August Piccard, che il 23 gennaio del 1960 raggiunse con equipaggio a bordo la profondità record di 10 mila 912 metri nella Fossa delle Marianne e il prototipo della Soucoupe plongeante di Jacques Cousteau. Ideata e costruita per seguire i banchi di pesce e comprendere il perché delle loro migrazioni, consente a due persone di operare fino a una profondità di 500 metri. La propulsione è assicurata da pompe ad alta pressione, alimentate elettricamente, che risucchiano l´acqua e la scaricano con violenza secondo il medesimo principio degli aerei a reazione. Dal passato al presente: l´evoluzione tecnologica permette oggi di compiere campagne di esplorazione in profondità attraverso mezzi sofisticati. Da Geo Sub Operazione di Bologna il Rov Recon Iv, utilizzato fino a 1000 metri di profondità per ispezioni di condotte sottomarine: i Rov sono robot filoguidati che vengono impiegati senza equipaggio a bordo. Lo sviluppo della tecnologia contribuisce anche a tutelare il patrimonio storico e artistico conservato in fondo al mare. Da Te.s.i. Sas il minisottomarino Shark Hunter per prospezioni archeologiche e biologiche. In esposizione il modello della nave di perforazione Saipem 10000, ultima entrata nella flotta Saipem per salpare verso le acque di frontiera dell´industria petrolifera, le acque profonde. Concludono la sezione alcuni modelli di sommergibili della Marina Militare Italiana della classe Sauro. Nella Sala video, proiezione del documentario della Bbc "Blue planet: the deep", presentato al Festival mondial de l´image sous-marine di Antibes. Per informazioni o prenotazioni telefonare al numero 02 66719138. "Abissi" rimane aperta fino al 30 novembre, ogni giorno dalle ore 9.30 alle 13 e dalle 14.30 alle 19, il giovedì fino alle 21. Ingresso: 6 euro, scuole (con prenotazione) 3 euro, ridotto (6-14 anni e over 65) 4 euro, fino a 5 anni ingresso libero. Visite guidate (incluse nel costo del biglietto) a cura dell´Associazione Didattica Museale alle ore 10, 11, 14.30, 15.30 e 16.30. Infolink: Globo divulgazione scientifica (Trieste) www.Globo.trieste.it    
   
 

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