|
|
|
 |
  |
 |
|
Notiziario Marketpress di
Martedì 11 Settembre 2012 |
|
|
  |
|
|
PADOVA: INDUSTRIA, SECONDO TRIMESTRE IN CADUTA: -4,3% SUL 2011
|
|
|
 |
|
|
Padova, 11 settembre 2012 - L’industria padovana non vede la luce. Nel secondo trimestre 2012 arretrano tutti gli indicatori su base annua, con contrazioni più vistose per la produzione e gli ordinativi. Le esportazioni unica voce positiva. Nel giudizio degli imprenditori lo scenario a breve è denso di toni scuri. Il deterioramento del ciclo economico e le tensioni finanziarie, le politiche fiscali restrittive e il calo dei consumi cristallizzano l’occupazione e raffreddano gli investimenti. Nel secondo trimestre 2012 l’indice della produzione industriale arretra del -4,3% rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente (dopo il -1,8% nel primo trimestre). La contrazione riguarda tutti i comparti del manifatturiero (-4,2%), appena più contenuta nel metalmeccanico (-3,0%). La performance più negativa si rileva per le costruzioni (-8,3%). Le imprese tra 20 e 49 addetti sono le più colpite dal calo della produzione: -6,4%. Primavera particolarmente fredda per gli ordinativi che scivolano del -8,1%, complicando le probabilità di rilancio nella seconda metà dell’anno. Per il 33,1% delle imprese la visibilità sugli ordini non arriva a un mese. Prosegue il calo delle vendite in Italia, pari al -3,1%, con un picco negativo nelle costruzioni (-16,9%). Resiste l’export, che nel secondo trimestre mette a segno una crescita su base annua del +4,1%, grazie soprattutto alle vendite in Europa. La variazione positiva è attribuibile soprattutto alle imprese con oltre 50 addetti (+6,8%). Le esportazioni resistono alla frenata europea e salgono del 5,2% nell’Ue, positiva ma più contenuta la crescita sui mercati più remoti (+2,4%). Nel secondo trimestre l’occupazione è pressochè stabile (-0,2%), con una maggiore flessione nelle piccole imprese (-0,5% nella fascia 10-19 addetti), decisamente più marcata nelle costruzioni (-4,2%). Diminuisce il ricorso ai contratti a tempo indeterminato, pari al 32,5% delle nuove assunzioni, aumenta il lavoro interinale (28,9), stabile il tempo determinato (38,6). La contrazione del secondo trimestre conferma la fase recessiva dell’economia. Si allentano le tensioni sui prezzi delle materie prime, in aumento per il 50,6% delle imprese (dal 65,8). Permane elevata ma in calo la quota di chi registra un rialzo dei tassi di interesse applicati dalle banche, con credito molto selettivo e più caro per il 56,5%. Peggiora la liquidità aziendale, giudicata tesa dal 38,1%, anche a causa dell’allungamento dei tempi di pagamento: quasi sette aziende su dieci (67,3% dal 58,7) lamentano ritardi. Le previsioni per il terzo trimestre tracciano uno scenario a breve denso di toni scuri. Non migliora il clima di fiducia sui livelli di attività. La produzione è attesa in crescita dal 13,3% delle aziende padovane - il dato più basso dal quarto trimestre 2009 - in calo dal 38,2% (saldo di opinione fermo a -25). Peggiorano le attese sugli ordini interni. Minore fiducia anche sulla domanda estera: in aumento per il 19,5%, giù per il 18,5. Il 74,2% giudica stabili le prospettive dell’occupazione. Il deterioramento del ciclo economico, le tensioni finanziarie e il calo dei consumi suggeriscono prudenza negli investimenti, previsti nei prossimi dodici mesi dal 57,8% delle aziende. Scende al 13,3% la quota di chi aumenterà gli impieghi, il 38,9% li manterrà stabili. Prevalgono gli investimenti in sostituzione di impianti, ricerca e sviluppo, innovazione. «La contrazione del secondo trimestre 2012 conferma che siamo entrati in una nuova fase recessiva che permarrà per buona parte dell’anno. Il sistema ha reagito, ha risposto alla crisi orientando gli sforzi verso i mercati esteri. Ma l’export non basta: il vero problema è il vuoto di domanda, soprattutto interna. Il riavvio di una fase di crescita dell’economia reale è decisivo per evitare il peggio, la sfida attorno a cui ci si gioca il futuro e che richiede condivisione di responsabilità. Il Parlamento approvi rapidamente le misure anticrisi, stia in allerta in agosto per reagire alla speculazione. L’europa prenda decisioni forti e rapide per spegnere l’incendio degli spread, che attraverso i tassi sui prestiti rischia di mettere fuori mercato la nostra industria». Così il presidente di Confindustria Padova, Massimo Pavin commenta i risultati dell’indagine congiunturale realizzata da Ufficio Studi di Confindustria Padova e Fondazione Nord Est su un campione di 319 aziende. «Il deterioramento del ciclo economico è più profondo del previsto - analizza Pavin -. A preoccupare gli imprenditori è soprattutto un vuoto di domanda, che complica le probabilità di rilancio nei prossimi mesi. A cui si aggiungono condizioni operative insostenibili, come la pressione tributaria ormai al 70% e le tensioni sui pagamenti. Che fine hanno fatto i decreti per lo sblocco dei pagamenti alle imprese da parte della Pubblica amministrazione?». «Abbiamo apprezzato l’opera di risanamento avviata dal Governo. Ma se vogliamo anche tornare a crescere dobbiamo agire su altre leve, non solo sul rigore. C’è l’urgenza di una terapia d’urto che miri al rilancio dell’industria, a sostenere i consumi e la crescita. Il Governo recuperi l’idea di un fondo taglia tasse, in cui far confluire i proventi della lotta all’evasione e una parte di più coraggiosi tagli di spesa, da tradurre - a parità di saldi - in contestuali tagli alle imposte sul reddito da lavoro e sull’impresa. Meno spesa, meno tasse: è questo il patto che chiedono le imprese». Sempre forti, infine, le preoccupazioni sulle condizioni del credito. «Nei primi sei mesi dell’anno - conclude il presidente di Confindustria Padova - i prestiti alle imprese hanno subìto una nuova contrazione, sono tornate a irrigidirsi le condizioni di offerta, a causa del riacutizzarsi delle tensioni sui mercati. Condivisione di responsabilità e sostegno è quel che chiediamo anche alle banche per uscire insieme, e in fretta, da questa condizione. Più coerenza tra le dichiarazioni dei vertici e i comportamenti dei loro funzionari, linee di credito nuove e a tassi inferiori a quelli di mercato, per ridare fiducia alle aziende sane e liquidità per investire». |
|
|
|
|
|
<<BACK |
|
|
|
|
|
|
|