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Notiziario Marketpress di Mercoledì 14 Febbraio 2007
 
   
  DONNE IN TURCHIA: ACCELERARE LE RIFORME E PIÙ IMPEGNO CONTRO LA VIOLENZA

 
   
  Strasburgo, 14 febbraio 2007 - Malgrado i progressi compiuti, alla Turchia resta ancora molto da fare per garantire i diritti delle donne. E´ quanto sostiene il Parlamento, ricordando che il rispetto di tali diritti è condizione essenziale per l´adesione all´Ue. I deputati chiedono punizioni severe contro i delitti d´onore, i matrimoni forzati e la poligamia e sollecitano misure volte a sanare i problemi delle donne legati all´analfabetismo, alla scarsa presenza in politica e alla discriminazione sul mercato del lavoro. Adottando la relazione di Emine Bozkurt (Pse, Nl) con 522 voti favorevoli, 15 contrari e 53 astensioni, il Parlamento sottolinea anzitutto che il rispetto dei diritti umani, inclusi quelli delle donne, costituisce una conditio sine qua non per l´adesione all´Unione europea e invita la Commissione a porre il tema dei diritti della donna al centro dei negoziati con la Turchia. Pur compiacendosi del fatto che sia stata avviata la fase attiva dei negoziati di adesione, deplora tuttavia il rallentamento del processo di riforma registrato in Turchia nel corso dell´ultimo anno e il persistere di problemi riguardo ai diritti delle donne. Rileva, infatti, che il quadro giuridico in materia di diritti delle donne è stato in generale soddisfacente, ma i deputati ne ritengono «imperfetta» l´attuazione. Rinnova pertanto il proprio invito al governo turco ad accelerare l´attuazione della nuova legislazione sui diritti delle donne al fine di assicurare «che essa vada assolutamente di pari passo con quanto previsto dall´acquis comunitario e venga applicata in modo efficace nella realtà pratica». Constatando poi che, a tutt´oggi, mancano dati accurati sulla situazione della donna in Turchia, i deputati invitano il governo turco a fornire dati specifici e affidabili sul tasso di analfabetismo tra le donne, sulla parità di accesso delle donne all´istruzione, sui problemi connessi alla partecipazione delle stesse alla forza lavoro, sulla violenza nei loro confronti, sui delitti d´onore e sui matrimoni forzati. Chiedono inoltre alla Commissione di elaborare, nelle sue relazioni sull´andamento delle riforme destinate al Consiglio europeo, chiari orientamenti e precisi obiettivi a breve, medio e lungo termine in materia di diritti delle donne. Il Parlamento, d´altra parte, nell´accogliere con soddisfazione l´istituzione in Turchia di un Comitato consultivo sullo status delle donne, chiede la parità di trattamento di tutte le organizzazioni non governative (Ong), cioè anche delle organizzazioni femminili libere ed autonome, e sollecita una cooperazione più strutturata e un coordinamento più efficace tra il ministero competente e le Ong. Invita poi il governo turco a garantire che tutte le donne, «a prescindere della loro lingua, razza, appartenenza etnica, colore della pelle, opinione politica, credo o religione» partecipino programmi in materia di diritti delle donne; Contemporaneamente, tuttavia, i deputati deplorano il fatto che in alcune zone sud-orientali della Turchia le bambine non vengano registrate alla nascita, il che «impedisce di contrastare i matrimoni coatti e i delitti d´onore». Esortano quindi le autorità turche a continuare a adottare tutte le misure necessarie a garantire la registrazione alla nascita di tutti i bambini turchi e rilevano che il governo turco dovrebbe mantenere e, ove necessario, istituire un´anagrafe nazionale dei matrimoni contratti legalmente. Inoltre, sottolineano con preoccupazione l´applicazione soltanto parziale della legge sulla protezione della famiglia e, di conseguenza, invitano le autorità turche a procedere senza ritardi alla sua messa in atto corretta ed efficace, al fine di contribuire a tutelare la posizione e i diritti della donna in seno alla famiglia. Anche perché il Parlamento constata che la violenza contro le donne rappresenta a tutt´oggi un problema. Rileva quindi la necessità di indurre i giudici ad applicare la nuova legislazione per punire severamente la violenza in generale e i delitti "d´onore", i matrimoni coatti e la poligamia in particolare, come pure l´importanza di proteggere i testimoni. Occorre pertanto applicare e interpretare in modo corretto ed efficace le disposizioni legislative sui delitti d´onore, garantendo che i reati contro le donne «non possano usufruire di alcuna riduzione della pena o di attenuanti». La relazione, inoltre, evidenzia l´esigenza di indagini sistematiche e di sanzioni efficaci e, dunque, l´importanza di formare la polizia e le autorità giudiziarie alle tematiche dell´uguaglianza di genere e della lotta alla violenza. Nel sottolineare poi l´importanza di proteggere i testimoni, sollecita le istituzioni pubbliche (magistratura, amministrazione, polizia, sistemi sanitari) a fornire alle donne vittime di violenza in Turchia tutta la protezione necessaria. In proposito, il Parlamento chiede che, in caso di mancata tutela delle vittime e di mancata prestazione di assistenza, «sia avviata un´indagine giudiziaria a cura delle istituzioni pubbliche e siano compiuti sforzi in vista dell´adozione di misure disciplinari nei confronti dei responsabili». Ma alle donne, oltre alla protezione, occorre garantire assistenza e consulenza psicologica. Il governo turco è quindi invitato a garantire l´efficienza, la sicurezza e la disponibilità di un sufficiente numero dei rifugi per le necessità delle donne ed a migliorarne il livello strutturale e di organico. Il Parlamento rileva poi che il livello di partecipazione politica femminile in Turchia è «eccessivamente scarso» e sottolinea il fatto che, talvolta, il modo migliore per ovviare alla discriminazione nei confronti delle donne consiste «nell´introdurre misure temporanee di discriminazione positiva». Tuttavia - con 331 favorevoli, 308 contrari e 14 astensioni - ha respinto la proposta di adottare un sistema di quote obbligatorie, limitandosi a suggerire l´adozione di misure intese a garantire la rappresentanza femminile nelle liste elettorali. Invita inoltre i partiti politici turchi a dotarsi di regole interne che garantiscano la presenza delle donne nei loro organi dirigenti a tutti i livelli ed esprime «profondo rammarico» per il fatto che a tutt´oggi non sia stata istituita, in seno al parlamento turco, una commissione permanente sui diritti della donna e sull´uguaglianza di genere. Esprimendo preoccupazione riguardo alla continua vulnerabilità delle donne alle prassi discriminatorie, i deputati invitano inoltre il governo turco a adoperarsi per garantire parità di accesso a uomini e donne all´istruzione e al mercato del lavoro. A tale proposito, chiedono l´adozione di misure nel settore dell´istruzione intese a mantenere un sistema di incentivi volto ad evitare che le ragazze abbandonino la scuola, o perché «non riescono a frequentare le lezioni o perché ostacolate dalle loro famiglie o per difficoltà logistiche». La bassa scolarizzazione, per i deputati, comporta anche una percentuale ridotta di partecipazione delle donne al mercato del lavoro (al di sotto del 25%, contro una media Ue del 55%), tant´è che il tasso di occupazione femminile è sceso a circa il 20%, a fronte di un aumento della partecipazione delle donne al settore dell´economia informale. A tale risultato contribuiscono anche «la mancanza di un sistema istituzionalizzato, generalizzato, accessibile e abbordabile di infrastrutture per la cura dell´infanzia, la necessità di occuparsi di familiari anziani e disabili e la divisione del lavoro in base al sesso nella società». Il Parlamento sottolinea quindi la necessità di conformarsi all´acquis comunitario nel settore delle pari opportunità, per quanto concerne il congedo parentale, la parità di retribuzione, la parità di accesso al lavoro e i regimi statali e professionali di previdenza sociale. Invita, infine, il governo turco a fornire dati accurati sulla discriminazione nei confronti delle donne, «tra cui la possibilità per le donne che indossano il copricapo di accedere al mercato del lavoro». .  
   
 

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