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Notiziario Marketpress di Martedì 18 Settembre 2012
 
   
  CONVEGNO CIA:RISORSE INDISPENSABILI PER LA CRESCITA DELLA PUGLIA

 
   
  “Devo esprimere un sentito grazie al Presidente Vendola e all’Assessore Stefàno, per aver siglato, come primi firmatari il 9 gennaio scorso, la petizione della Cia Puglia sugli alchil esteri. Annuncio oggi con soddisfazione che quella nostra richiesta è diventata il contenuto di una legge dello Stato ”. Così esordisce il Presidente Regionale della Confederazione Italiana Agricoltori Antonio Barile al Convegno regionale “Agricoltura e territorio, risorse indispensabili per la crescita della Puglia e del Mezzogiorno” che si è svolto il 14 settembre presso il padiglione Unioncamere della Fiera del Levante e che ha visto la del Presidente della Regione Nichi Vendola, di Giulio Sparascio Vice Presidente Cia Puglia e di Dario Stefàno Assessore regionale alle Risorse Agroalimentari. Le conclusioni sono state affidate alla riflessione del Presidente Nazionale Cia Giuseppe Politi. “In quell’occasione – ha continuato Barile – dal palazzo della Regione con il Presidente Vendola e con l’Assessore Stefàno lanciammo la sfida della legalità, della trasparenza, della difesa degli agricoltori e dei cittadini consumatori contro quella che abbiamo definito l’economia dell’inganno e della contraffazione del made in Italy alimentare. Dobbiamo, poi, riflettere su un altro fenomeno mondiale chiamato landgrapping, cioè la razzia delle terre coltivabili in Africa ma anche in Europa da parte delle multinazionali occidentali e delle potenze economiche planetarie come Cina, India, Corea del Sud, Arabia Saudita, Qatar. Un fenomeno che ci dice con chiarezza che oggi il territorio agricolo è ancor più strategico per la sicurezza alimentare”. “Noi non facciamo una difesa corporativa dell’agricoltura, – ha concluso Barile - per noi difendere l’agricoltura significa difendere il territorio per il benessere dell’intera società”. “Quando abbandoniamo l’agricoltura – ha sottolineato il Presidente Vendola – va in frantumi il corpo fisico del Paese. La crisi dell’agricoltura può rappresentare un pericolo gravissimo per la tenuta dell’intero Sistema Paese. La nostra civiltà è fondata sull’equilibrio tra campagna, fabbrica di cibo, e città, luogo della convivenza. Abbiamo bisogno di ricostruire un rapporto culturale con l’agricoltura e il mondo rurale. Non è questione di rimpiangere il passato ma di imparare a coniugare l’antico con il moderno e il futuro. L’antico, cioè la sapienza di un tempo e il moderno e il futuro, cioè la scienza e il coraggio”. “L’agricoltura – ha aggiunto Sparascio – è una risorsa i cui valori sono stati custoditi nel tempo dagli agricoltori. Abbiamo creato i paesaggi e la cultura contadina ma nella realtà l’agricoltore spesso è solo e sconfortato. Siamo, però, incoraggiati dal fatto che il sistema istituzionale della Regione Puglia, sia a livello politico sia a livello tecnico, ha la grande capacità di ascoltare e di trovare soluzioni insieme con le organizzazioni di categoria come la nostra. Per costruire una agricoltura nuova e proiettata nel futuro, però, è necessario recuperare un ruolo significativo e determinante nel processo di filiera. Come Cia abbiamo avviato l’iniziativa dei “cantieri verdi” nei Comuni per sensibilizzare le amministrazioni locali ad adottare i Piani Agricoli alla stessa stregua dei Piani Urbanistici ”. “Ora più che mai – ha rimarcato l’Assessore regionale Stefàno – è necessario abbandonare la pratica di enunciazioni e proclami clamorosi senza che conseguano strumenti attuativi. Continuo a leggere una disattenzione nei confronti dell’agricoltura da parte degli Organismi centrali quasi caricaturale. Anche questo governo tecnico non mi sembra abbia cambiato atteggiamento nei confronti dell’agricoltura rispetto ai governi politici precedenti. L’italia nei confronti dell’Ue sembra comportarsi come un bravo scolaretto ma non è capace di spingere sull’acceleratore di fronte alleistanze significative, importanti ed urgenti del mondo agricolo. Avverto la responsabilità di scardinare un modo di fare non più tollerabile. Il tema della contraffazione, per esempio, è all’ordine del giorno di qualsiasiTavolo tecnico, politico o sindacale. Eppure vengono effettuati tagli lineari proprio su gli organismi di controllo. E’ una schizofrenia o se, preferite, un giochino non più ammissibile. Eppure l’agricoltura è l’unico spicchio economico che tiene ma anziché d’essere aiutata viene ostacolata. Sono indizi pericolosi di continuità con il passato.” “La Puglia – ha continuato Stefàno – ha saputo assumersi delle responsabilità ed ha effettuato delle scelte ricalibrando l’agenda politica regionale sull’agricoltura. Il Governo Monti, invece, sembra sempre più sbilanciato sui temi finanziari”. “Sono grato alla Cia – ha concluso Stefàno – per il supporto che dà al nostro operato soprattutto perché ci accomuna un meccanismo di condivisone culturale sui grandi obiettivi strategici puntati sul cambiamento e l’innovazione. Sono segnali che ritengo significativi che tracciano un percorso e indicano la strada alle nuove generazioni che si troveranno impegnate a difendere e ad affermare i nostri primati produttivi e i nostri tratti identitari”. Queste le conclusioni del Presidente nazionale Politi: “I recenti dati sull’economia diffusi dall’Istat indicano un calo dei valori di produzione dell’industria e dei servizi ed un incremento di quelli dell’agricoltura. L’agricoltura cresce anche per quanto riguarda il dato occupazionale mentre calano anche i consumi delle famiglie. Eppure scendono anche i redditi degli agricoltori. Aumentano, infatti, i costi legati all’accisa del gasolio e alla tassazione Imu. Abbiamo sospeso il giudizio sul Governo Monti, che pure avevamo salutato con l’aspettativa che portasse “aria nuova”, perché non ha avviato quelle riforme a costo zero, come la semplificazione della burocrazia. Burocrazia che penalizza soprattutto le piccole e medie imprese agricole. Dal canto nostro, stiamo lavorando alla costruzione di un nuovo soggetto che riunisca il mondo della Cooperazione con le Organizzazioni professionali per togliere alla politica un alibi pretestuoso, quello cioè di non trovare una sintesi alle nostre aspirazioni legittime. Saremo, in tal modo, più forti nella interlocuzione istituzionale e politica”.  
   
 

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