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Notiziario Marketpress di Martedì 18 Settembre 2012
 
   
  UNA MIGLIORE GESTIONE DELLA DIETA POTREBBE AIUTARE A COMBATTERE GLI EFFETTI COLLATERALI DI UN FARMACO ANTIPARASSITARIO

 
   
  Bruxelles, 18 settembre 2012 - Gli effetti collaterali negativi causati dal farmaco antiparassitario chinino nel trattamento della malaria potrebbero essere controllati mediante la dieta; è questa la conclusione di un nuovo studio di un team di scienziati proveniente da Malesia e Regno Unito. Scrivendo nel Journal of Antimicrobial Chemotherapy, i ricercatori mostrano che la naturale variazione nei nostri livelli dell´amminoacido triptofano ha un´influenza significativa su come reagiamo alla terapia con il chinino. Più bassi sono i nostri livelli di triptofano e più facilmente subiremo gli effetti secondari. Poiché il triptofano è un amminoacido essenziale che il corpo non è in grado di produrre da solo, noi controlliamo i nostri livelli di triptofano mediante i tipi di cibo che mangiamo. Il chinino è stato usato nel trattamento antimalarico sin dal 1600 ma, nonostante le sue qualità, esso possiede anche una serie di effetti secondari, dalla nausea all´emicrania, fino alla cecità, sordità e, in rari casi, alla morte. Una precedente ricerca del team aveva utilizzato un lievito modello, che dal punto di vista evolutivo è relativamente prossimo a quello umano, e aveva mostrato che il chinino può bloccare l´assorbimento di triptofano, causando tossicità da chinino nelle cellule. Questo lavoro ha fornito nuove informazioni su come si comporta il chinino e ha portato il team a ritenere che una terapia con una combinazione chinino/triptofano potrebbe permettere di usare dosaggi superiori di chinino per migliorare l´efficacia del farmaco e ridurre il rischio di effetti secondari indesiderati. Adesso, basandosi su questo lavoro, per il loro recente studio gli scienziati hanno sottoposto a esami dei malati di malaria in vari ospedali pubblici nella valle di Klang in Malesia e hanno scoperto che i livelli di chinino nei pazienti che ricevevano la cura per la malaria erano collegati ai loro livelli di triptofano. Essi hanno inoltre mostrato che l´incidenza di reazioni avverse al chinino era significativamente più bassa nei pazienti con alti livelli di triptofano. Il ricercatore capo, il dott. Simon Avery dell´Università di Nottingham, ha commentato: "Questo nuovo lavoro con i pazienti affetti da malaria mostra che le nostre prime ipotesi sono ampiamente confermate nella pratica clinica. Ovvero, la variazione naturale nei livelli umani dell´amminoacido triptofano può avere una netta rilevanza sulle risposte del paziente alla terapia con il chinino. Una possibile applicazione deriva dal fatto che i livelli di triptofano possono essere modificati mediante la dieta, offrendo quindi forse un modo semplice ed economico di manipolare le risposte avverse al chinino nei pazienti." Secondo l´Organizzazione mondiale della sanità (Oms), circa 3,3 miliardi di persone nel mondo corrono il rischio di contrarre la malaria. Nel 2010 ci sono stati circa 216 milioni di casi di malaria e si stima che 655.000 persone siano morte per questa malattia. La malaria è provocata da un parassita, il Plasmodio, che si trasmette attraverso le punture di zanzare infette. Nell´organismo umano i parassiti si moltiplicano nel fegato e successivamente infettano i globuli rossi. I sintomi della malaria comprendono febbre, emicrania e vomito, e solitamente compaiono tra 10 e 15 giorni dopo la puntura della zanzara. Se non curata, la malaria può mettere rapidamente in pericolo la vita del malato interrompendo la fornitura di sangue agli organi vitali. Sfortunatamente, in molte regioni del mondo, i parassiti hanno sviluppato una resistenza a molti farmaci contro la malaria. Il triptofano è abbondante nella carne ma scarso nella patata dolce, una coltivazione di base ai tropici dove la malaria è diffusa. Se il chinino riduce drasticamente l´assorbimento di triptofano, ne consegue che le persone con preesistente carenza di triptofano, una condizione comune nelle popolazioni malnutrite, saranno particolarmente a rischio con questo farmaco. Per maggiori informazioni, visitare: Università di Nottingham: http://www.Nottingham.ac.uk/    
   
 

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