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Notiziario Marketpress di Giovedì 20 Settembre 2012
 
   
  ITALIANI PRIVILEGIANO FIGLI E CIBO ALL’AUTO: PURTROPPO È UNA NECESSITÀ

 
   
  Venezia, 20 settembre 2012 - “Trovo straordinariamente normale e allo stesso tempo profondamente etico il fatto che un italiano su tre rinunci all’auto per i figli e il cibo. Il problema, però, è che questa non è una scelta, bensì una necessità, dovuta alle sempre più limitate possibilità economiche delle famiglie”. Per Franco Manzato, assessore all’agricoltura e alla tutela del consumatore del Veneto, il dato che emerge da un’indagine Coldiretti Swg e che completa il rapporto presentato oggi a Roma dall’Organizzazione agricola e dal Censis, evidenzia una delle tante situazioni di pesantezza dell’economia italiana e delle sue conseguenze sulla generalità dei cittadini. “Constatare la crisi è già un punto di partenza, rispetto almeno a chi non sembra accorgersene – aggiunge Manzato – ma non ci aiuta ad uscirne. Dal canto suo il Governo che, ad un anno dall’insediamento, sta elaborando le politiche per lo sviluppo, sembra mantenere come punto fisso il prossimo aumento dell’Iva o la sua compensazione, in un meccanismo dove i fattori in gioco si rincorrono: aumento della produttività, aumento della competitività, aumento della fiscalità, aumento delle tariffe, contenimento del debito statale, aumento dell’Iva, diminuzione del potere d’acquisto. Sulla produttività sono francamente sconcertato: ci sono imprenditori e uomini di governo che dicono che occorre lavorare di più, ma non ho sentito ‘a parità di salario’ che è il sottinteso della proposta. Nello stesso tempo, ogni giorno registriamo non la perdita di produttività ma quella di un migliaio di posti di lavoro tout court. Sono convinto che non si tratti di fannulloni, così come sono certo che i minatori del Sulcis rinuncerebbero volentieri alla settimana di ferie di polilliana memoria se potessero continuare a lavorare. Di fatto la nostra economia è ingessata, tra famiglie che non hanno soldi da spendere, una politica che sembra chiedere di spendere di più, una economia che quando può si trasferisce altrove”. “Mentre però si fatica ad arrivare a fine mese, l’export delle nostre produzioni agroalimentari supera in valore quelle di autoveicoli. Allora, visto che tra l’altro costa poco – conclude Manzato – diamoci tutti da fare per valorizzare questo settore con riforme che non costano nulla, rendendo ancora più italiano il Made in Italy agroalimentare, eliminando trucchi e omissioni volti a dare anonimato ai prodotti e valorizzando di più l’imprenditoria e il lavoro agricolo nelle produzioni di qualità, a partire da quella tipica e certificata”.  
   
 

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