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Notiziario Marketpress di Lunedì 24 Settembre 2012
 
   
  SCUOLA 2.0 IN UMBRIA: SCUOLA E NUOVE TECNOLOGIE INSIEME PER ACCRESCERE LE CONOSCENZE DEI GIOVANI E APRIRE NUOVE OPPORTUNITÀ

 
   
  Perugia, 20 settembre 2012 - "Occorre mettere a valore la confidenza dei giovani con le nuove tecnologie per aumentare sapere e conoscenze e, quindi, avere maggiori opportunità per far crescere i talenti, ricostruendo un legame tra il percorso di esperienza dei ragazzi e quello scolastico": lo ha detto l´assessore regionale all´innovazione e sistemi informativi, Gianluca Rossi, intervenendo il 24 settembre, a Perugia, al workshop "Scuola 2.0 in Umbria: modelli ed opportunità alla luce dell´Agenda Digitale Italiana". "In questo ambito - ha detto Rossi - il ruolo della scuola è fondamentale perché le tecnologie e l´innovazione contribuiscano a liberare le energie creative presenti nella società, ad arricchire le persone e far crescere un Paese, potenziandone capacità di sviluppo e competitività. Computer, internet e software, da soli, non fanno la scuola più moderna e non sono la soluzione a fenomeni come quello dell´abbandono scolastico, che vede l´Italia al quarto posto in Europa. Sono però strumenti che appartengono all´esperienza della ´generazione digitale´ e che impongono agli educatori di oggi di operare in uno scenario inedito. Parte da qui la sfida dell´Agenda digitale europea, italiana ed umbra, è infatti di due giorni fa la firma del protocollo sottoscritto tra Ministero per l´istruzione, Regione Umbria e Ufficio scolastico regionale dell´Umbria per il Piano nazionale della scuola digitale" - ha ricordato Rossi. Rossi si è poi soffermato sul "quadro impietoso" dell´Italia fatto dall´Ocse relativamente all´istruzione da cui emerge che l´Italia è fra i Paesi che stanziano meno risorse pubbliche per l´istruzione sul totale del Pil (il 4,7% contro una media Ocse del 5,8%), con una spesa per l´istruzione su quella pubblica complessiva che la classifica al penultimo posto (media Ocse è del 13%, in Italia ci si ferma al 9% in calo rispetto al 2000). Sempre dal rapporto emerge come l´età media degli insegnanti sia troppo alta (i maestri elementari di età inferiore ai 40 anni rappresentano il 21,6%, mentre quelli con più di 50 anni sono il 45%, rispetto a una media Ocse rispettivamente del 41,7% e del 29,9% e a una media europea del 40,5% e del 29,9%) e vi sia una scarsa sinergia tra scuola e mondo del lavoro (quasi un giovane su 4, nella fascia compresa fra i 15 e i 29 anni, non studia e non ha un lavoro. I famosi Neet (Not in Education, Employment or Training). "Questo - secondo l´assessore - ci consegna una responsabilità maggiore che nel passato, imponendoci di investire soprattutto nella costruzione di un ambiente culturale e multidisciplinare in grado di accogliere l´innovazione ed il cambiamento. Per fare questo è necessario mobilitare il mondo della scuola, le risorse umane e il personale, restituendo valore sociale alla catena del sapere. Compito della scuola - ha concluso - è di integrare le diverse formazioni, insegnare ad imparare, insegnare a condividere e diventare esseri sociali".  
   
 

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