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Notiziario Marketpress di Mercoledì 26 Settembre 2012
 
   
  UNA MIGLIORE RACCOLTA DEI DATI PUÒ PORTARE A UNA MIGLIORE TUTELA DI BALENE E DELFINI

 
   
  Bruxelles - Ricercatori in Germania e Regno Unito hanno sviluppato una mappa del mondo che mostra che solo il 25% della superficie degli oceani del mondo è stata esaminata per la presenza di balene e delfini negli anni. Soltanto raccogliendo regolarmente dati sugli organismi marini gli scienziati possono identificare le influenze negative e raccogliere informazioni basilari per la ricerca e la protezione dell´ambiente, dice il team. Lo studio, presentato sulla rivista Plos One, suggerisce che le acque internazionali dovrebbero essere monitorate più da vicino e che è necessario sviluppare nuovi metodi analitici. Ricercatori dell´Albert-ludwigs-universität di Friburgo in Germania e dell´Università di St Andrews nel Regno Unito hanno analizzato oltre 400 studi sulle balene condotti nel periodo 1975-2005. Dopo aver digitalizzato tutte le carte, il team ha scoperto enormi lacune. La maggior parte delle osservazioni sono state fatte nelle acque dei paesi economicamente forti in Europa e nel Nord America. I corpi d´acqua dell´emisfero meridionale però sono stati ignorati, solo le acque dell´Antartide sono monitorate. "Globalmente, si è lavorato tantissimo per rilevare la distribuzione e l´abbondanza di cetacei usando rilevamenti visivi a bordo e rilevamenti aerei su percorsi lineari," hanno scritto gli autori nello studio. "Nonostante questo impegno, le nostre analisi hanno mostrato che rimangono importanti lacune: solo un quarto della superficie dei mari del mondo è stato coperto da rilevamenti su percorsi lineari in un periodo di 30 anni e molte aree non sono state studiate o sono state studiate in maniera insufficiente." Secondo i ricercatori, la ragione principale che sta dietro il monitoraggio delle balene è il mercato per il tonno "amico dei delfini", la cui produzione riesce solo se non vengono uccisi delfini per cattura accidentale. "Il Pacifico occidentale tropicale è stato quindi studiato più spesso di tutte le altre zone marine messe insieme," ha detto l´autore principale, la dott. Kristin Kaschner, una biologa marina di Friburgo. "Anche queste zone relativamente ben studiate sono in fondo alla scala per quanto riguarda la frequenza di osservazione necessaria. Per monitorare i cambiamenti temporali, è importante osservare le popolazioni di mammiferi marini il più regolarmente possibile. Attualmente questo avviene solo per il 6% della superficie di tutti gli oceani." Quindi per assicurare una buona ricerca e protezione dei mammiferi marini, gli scienziati devono raccogliere abbastanza informazioni sulle popolazioni di balene e delfini. Il team ha scoperto che la caccia alle balene ha causato un danno significativo ai mammiferi in passato, ma anche le attività attuali non sono meno dannose. I sistemi di sonar militari, la presa accessoria e l´inquinamento dell´acqua si stanno rivelando forti avversari per queste bellissime creature. I ricercatori hanno continuato dicendo che è necessario un impegno globale per mantenere la biodiversità e per aiutare a sviluppare nuovi metodi per la raccolta di dati. "Le lacune dei dati hanno un impatto su tutti gli aspetti della biologia e della pianificazione marina, dalla politica riguardante la pesca alle aree marine protette," ha detto la dott.Ssa Kaschner. "I dati che abbiamo sugli squali, le creature degli abissi e i virus marini sono ancora più frammentari." Per maggiori informazioni, visitare: Albert-ludwigs-universität Freiburg: http://www.Uni-freiburg.de/universitaet-en  Plos One: http://www.Plosone.org/home.action    
   
 

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