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Notiziario Marketpress di Venerdì 28 Settembre 2012
 
   
  SABBIONETA (PALAZZO DUCALE): OMAGGIO A FLAVIO LUCCHINI, UN MANTOVANO DOC - “SUL SOGNO DEL CORPO CHE ‘ABITA’ NELLA CITTÀ IDEALE DI SABBIONETA - MOSTRA ANTOLOGICA - INSTALLAZIONI SITE-SPECIFIC OPERE DAL 1990 AL 2012. A CURA DI ANNA VERGINE E GABRIELE FALLINI

 
   
  A Flavio Lucchini, artista ma anche art-director e personaggio che ha inciso profondamente nel mondo dell’editoria, della grafica, della cultura e, ultimamente, dell’arte, a Milano, è dedicata la grande antologica presentata a Palazzo Ducale di Sabbioneta, la “citta ideale” in provincia di Mantova. Un omaggio al lavoro di un concittadino radicato nel mondo ma che non ha dimenticato le origini mantovane. L’abito idealizzato, metafora della società contemporanea, leit-motif della ricerca di Lucchini, entra nel palazzo, con installazioni site-specific in dialogo con le antiche stanze e le tracce del passato che ancora lo anima. La lunga storia di vita e professione di Flavio Lucchini prende origine dalla sua straordinaria capacità nel disegno scoperta negli anni del liceo a Mantova, insieme all’anomalo interesse, per quei tempi e quei luoghi, per l’arte e le avanguardie. Una passione che si consolida negli anni della facoltà di Architettura di Venezia e dell’Accademia di Brera, arricchendo conoscenze e senso estetico. Che trova applicazione nella scelta della grafica e nell’invenzione di nuove formule editoriali, che lo porteranno negli anni a creare testate innovative e di grande influenza nella moda, a partire da Fantasia, poi Amica, Vogue Italia, L’uomo Vogue e tutti i titoli del gruppo Condé Nast, Donna, Moda e tante altre. Negli anni novanta, all’apice della carriera editoriale, la passione per l’arte prende il sopravvento e Lucchini inizia la sua ricerca estetica. L’abito femminile, “oggetto” attorno a cui per tanto tempo ha costruito riviste di successo, diventa strumento di indagine, di riflessione, in una visione della moda che trascende dal tempo limitato cui è destinata per definizione. La mostra Sul sogno del corpo che “abita” nella città ideale di Sabbioneta, a cura di Anna Vergine e Gabriele Fallini, ripercorre le tappe del percorso artistico di Flavio Lucchini con le opere – dipinti, altorilievi, sculture, quadri digitali – realizzate dai primi anni ’90 ad oggi, inserite nelle sale e ad esse collegate attraverso un sottile filo logico-estetico che permette di gustare nel contempo le une e le altre: la forza della contemporaneità, la bellezza della classicità. Con eleganza, con ironia, con lungimiranza, Lucchini attraversa gli anni sperimentando tecniche e materiali: dai post-pop Fashion-luna Park rilucenti di paillettes, ai Toys di legno o metallo multicolore, ai deificati Totem di acciaio cor-ten, alla serie di pale e sculture Gold in foglia d’oro, ai sofisticati Dress-memory in resina catalizzata, ai grandi Ghost madreperlati, alle ingenue Dolls di resina colorata, fino ai Flowers di poliuretano rivestito, alle Faces, ritratti a rilievo in gesso alleggerito, per arrivare agli ultimi lavori digitali, con burqa e abaya che toccano un tema di grande attualità, l’artista non si distacca mai da quell’universo femminile che nasconde sopra o sotto l’abito mille implicazioni. Fanno eccezione gli ultimi lavori digitali. Con uno sguardo ormai pago di moda e disincantato Lucchini pone al Louvre o immagina in Paradiso icone contemporanee come i grandi goleador o star mitizzate come Monica Bellucci, reinterpreta in chiave provocatoria le immagini sacre che ornano le chiese, immagina la città del futuro sulla base dei grattacieli di Dubai. Flavio Lucchini ha superato con freschezza di corpo e di mente la soglia degli ottanta. Non l’avrebbero mai detto i critici che gli hanno assegnato il Premio Arte Laguna per la scultura nel 2008 e che leggendo la sua data di nascita, 1928, che accompagnava l’opera selezionata, hanno pensato a un refuso, e che fosse invece 1982. Nato a Curtatone Montanara (Mn), vive tra Milano, Parigi e Dubai. Dal 1990 si dedica alla ricerca artistica a tempo pieno. Nel 2004 pubblica il libro “Dress Art, una vita nella moda” e nel 2010 “From Fashion to Art: the Vogue Lesson” di Luca Beatrice. Ha partecipato alla 54° Biennale d’Arte di Venezia, esposto con personali e collettive in molte città in Italia e all’estero. La mostra di Palazzo Ducale permette di conoscere in maniera esaustiva il percorso artistico di Lucchini e nel contempo di visitare il Palazzo Ducale di Sabbioneta attraversando 20 affascinanti stanze. Come scrivono i curatori Anna Vergine e Gabriele Fallini “….L’anima dell’abito corrisponde ed è parallela all’anima dell’architettura di Sabbioneta, città di fondazione creata da Vespasiano Gonzaga Colonna, grande e tenace personaggio che attraverso il credo in un’idea ha concretizzato il sogno di una Città Ideale. La Città di Sabbioneta è una grandiosa scenografia urbana inventata dal suo fondatore, i cui principali monumenti sono concepiti come scenografie d’interni: per il pubblico (Teatro all’Antica), di rappresentanza politico-amministrativa (Palazzo Ducale), per gli ‘ozi’ e le collezioni private (Palazzo Giardino con Galleria degli Antichi). Flavio Lucchini, come Vespasiano Gonzaga Colonna, lasciato il tempo delle ‘battaglie’ sul campo operativo (l’uno nell’editoria di moda, l’altro nell’arte militare), propone l’idea della fine dell’epoca del lusso ostentato e l’inizio - o il ritorno - di una concezione dell’eleganza intellettuale, legata a una raffinata sobrietà, che guarda anche alla sublimazione della bellezza di un attimo, quasi un omaggio a ‘chi è stato e ora è altrove’: l’abito e l’abitare la storia. Un grande omaggio alla Storia, all’Arte e alla Cultura che il lavoro di Flavio Lucchini, in un luogo monumentale di rilevanza storica come la Città di Sabbioneta, intende proporre attraverso la vitalità del linguaggio espressivo e comunicativo in piena sintonia di dialogo con la temporalità e la consapevolezza dell’essere umani”. Biografia Flavio Lucchini nasce a Curtatone (Mn) nel 1928. Frequenta la facoltà di Architettura di Venezia e il Politecnico di Milano e in seguito l’Accademia di Brera. Insegna disegno e storia dell’arte alle scuole medie, a Mantova e in provincia di Milano. Dal 1960 si occupa di grafica, distinguendosi per l’avaguardia del suo lavoro. Chiamato al Corriere della Sera progetta Amica nel 1962. Nel 1965 per conto di Condé Nast lancia Vogue Italia e crea tutte le nuove testate del gruppo (L’uomo Vogue, Casa Vogue, Vogue Bambini, Lei-glamour ecc), fino al 1979. Nel 1967 fonda con Giancarlo Iliprandi, Horst Blachian, Pino Tovaglia e Till Neuburg l’Art Directors Club di Milano. Nel 1980 torna al Corriere della Sera e fonda Edimoda, prima casa editrice italiana specializzata per pubblicazioni di alto target moda. Crea Donna, Mondo Uomo, Moda e altre testate che influenzeranno contenuti e grafica dei femminili di tutto il decennio. E’ il personaggio più influente dell’editoria di moda, un talent-scout che scopre e sostiene molti giovani che diventeranno grandi stilisti, fotografi, giornalisti di successo. Nel 1993 è richiamato a capo di Condé Nast Italia, ruolo che accetta solo come consulenza temporanea nell’intento di dedicarsi totalmente alla sua passione di sempre. Lascia tutti i prestigiosi incarichi e approfondisce la sua ricerca che esplora i rapporti tra arte e moda. Per anni lavora in totale riservatezza, sperimentando tecniche e materiali, accumulando opere, soprattutto sculture e altorilievi, di grande pathos, in cui non manca mai una sottile ironia. « Mi muovo tra classicismo e new pop, in una sorta di filo diretto tra Canova e Jeff Koons. Mi interessa il mistero, la magia della moda, divinizzarla e, nello stesso tempo, dissacrarla ». Dopo la lunga carriera di art-director sotto i riflettori, come artista si allontana da ogni presenzialismo e si isola nel suo atelier. Solo dopo quindici anni di ricerca artistica accetta di partecipare alle prime mostre. Nel 2004 pubblica il libro « Dress-art », una vita nella moda, nel 2010 esce « From Fashion to Art : the Vogue lesson » di Luca Beatrice, edizioni Skira. Nel 2011 viene invitato a partecipare alla Biennale di Venezia, Padiglione Italia, a cura di Vittorio Sgarbi. Vive tra Milano, dove ha il suo atelier, aperto fin dal 1990, e un imponente archivio-galleria, Parigi, nella home-gallery di Saint Germain e Dubai. Http://www.flaviolucchiniart.com    
   
 

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