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Notiziario Marketpress di
Mercoledì 26 Settembre 2012 |
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LONDRA, PARIGI, ISTAMBUL E DUBAI: QUATTRO CITTÀ PROTAGONISTE DELLA PERSONALE DI ANDREA ALFIERI IL FOTOGRAFO, PISTOIESE DI ADOZIONE, ESPONE PER LA PRIMA VOLTA IN CITTÀ. ALL’INAUGURAZIONE, GIOVEDÌ PROSSIMO NELLE SALE AFFRESCATE, SARÀ PRESENTATO IL LIBRO “LA CITTÀ INATTESA”
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Pistoia, 26 settembre 2012 -La mostra personale dell´artista Andrea Alfieri, originario di Perugina e da quarant’anni residente a Pistoia, verrà inaugurata giovedì 27 alle 17, alla presenza dell´assessore alla cultura Elena Becheri. Saranno esposte un centinaio di immagini con vedute inedite di quattro città (Londra, Parigi, Istambul e Dubai), stampate su carta cotone Fine Art e montate su cornici 50x70 centimetri. L´artista, appassionato da sempre all´immagine fotografica, ne ha curato professionalmente lo sviluppo per oltre vent´anni, acquisendo una profonda esperienza nella gestione del colore e, più in generale, nella tecnica riproduttiva. Andrea Alfieri è da anni fotografo ufficiale di Dynamo Camp, un centro di terapia ricreativa, primo in Italia, appositamente strutturato per bambini affetti da patologie gravi e croniche. E’ la prima volta che l’artista espone nella sua città. La mostra, che sarà visitabile gratuitamente fino al 2 ottobre, con orario 10-13 e 15-18, verrà accompagnata da un volume edito da Skira, “La città inattesa”, con una presentazione dell´opera di Alfieri a cura del Direttore della Galleria degli Uffizi, Antonio Natali. E proprio dalle parole di Natali esce un singolare ritratto di Alfieri: “Il linguaggio d’Alfieri - diremo allora - è radicato nella tradizione della pittura italiana. I tagli delle sue fotografie non possono prescindere dal grande cinema del Novecento; però la costruzione delle sue immagini si fonda sull’esperienze prospettiche dell’umanesimo quattrocentesco. Riferimento - questo - che parrà tanto più palese quanto più si rifletta sulle sue scelte scenografiche. Le sue visioni urbane sempre rivelano una predilezione per le fughe spaziali: finestre che s’inseguono in serrate sequenze geometriche, dove le figure umane si muovono solitarie come nelle istantanee di Hopper. E poi - frequenti - gl’imbuti prospettici; alla stregua di moderne ‘tavolette’ brunelleschiane...”. |
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