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Notiziario Marketpress di Mercoledì 26 Settembre 2012
 
   
  RICICLATORI DELL´ETÀ DELLA PIETRA

 
   
  Bruxelles, 26 settembre 2012 - Ormai è chiaro che durante il Paleolitico superiore, tra 50.000 e 10.000 anni fa, il mondo non era come lo conosciamo oggi. Le Americhe vennero colonizzate quando delle popolazioni attraversarono il ponte di terra di Bering, dove si trova ora lo stretto di Bering largo 53 km tra Russia e Stati Uniti. E anche se le società erano formate da cacciatori raccoglitori, quando gli strumenti di pietra iniziarono a variare per adattarsi ai diversi ambienti cominciarono anche a comparire le varie identità regionali. Fu sempre in questo periodo, sembra ora, che l´uomo iniziò a riciclare. La rivelazione che gli uomini del Paleolitico superiore riciclavano i propri manufatti in pietra sfruttandoli per altri usi proviene da uno studio condotto presso la Universitat Rovira i Virgili e l´Istituto catalano di paleoecologia umana ed evoluzione sociale (Iphes). La conclusione dello studio si basa su manufatti bruciati trovati presso il sito di Molí del Salt a Tarragona in Spagna. A causa delle difficoltà inerenti alla verifica di queste pratiche nelle documentazioni archeologiche, lo studio del riciclaggio di strumenti di pietra durante il periodo preistorico non è quasi mai stato affrontato. Tuttavia, come dimostrato nello studio pubblicato nel Journal of Archaeological Science, è possibile trovare alcune prove. "Allo scopo di individuare il riciclaggio è necessario differenziare le due fasi nella sequenza di manipolazione di un oggetto: il momento prima che venga alterato e il momento successivo. I due momenti sono separati da un intervallo in cui il manufatto ha subito una qualche forma di modifica. Questa è la prima volta in cui uno studio sistematico di questo tipo è stato eseguito," spiega Manuel Vaquero, ricercatore presso la Universitat Rovira i Virgili. Gli archeologi hanno scoperto un´alta percentuale di resti bruciati nel sito di Molí del Salt (Tarragona), che sono stati in grado di datare come risalenti alla fine del Paleolitico superiore circa 13.000 anni fa. "Noi abbiamo scelto questi manufatti bruciati perché ci possono dire in modo molto semplice se sono stati modificati dopo essere stati esposti al fuoco," ha aggiunto il ricercatore. I risultati indicano che il riciclaggio degli utensili era normale durante il Paleolitico superiore. Tuttavia, questa pratica non è documentata come lo sono altri tipi di manufatti. L´uso di utensili riciclati era più comune per le attività domestiche e sembra essere associato a necessità immediate. Quello che gli scienziati hanno compreso è che gli utensili specializzati, come quelli usati per la caccia quali ad esempio le punte delle lance, non erano quasi mai ottenuti da manufatti riciclati. Al contrario, i manufatti a doppia funzione (quelli che combinano due strumenti nello stesso oggetto) venivano riciclati più spesso. "Questo indica che una larga parte di questi utensili non erano concepiti fin dall´inizio come manufatti doppi, ma che inizialmente veniva fatto un singolo utensile e che un secondo veniva aggiunto in seguito quando il manufatto veniva riciclato," spiega il ricercatore. La storia dei manufatti e la sequenza delle modifiche che hanno subito nel tempo sono fondamentali per comprendere la loro morfologia finale. Secondo Vaquero, "per quanto riguarda gli oggetti, questo è soprattutto importante dal punto di vista del valore culturale, specialmente in periodi come il Paleolitico superiore in cui si ritiene che quanto più tagliente sia l´oggetto e tanto più acuta la mente che lo ha creato." Il riutilizzo di risorse significava che gli uomini nel Paleolitico superiore non dovevano spostarsi per trovare materie prime per fare i loro utensili, un compito che li avrebbe potuti allontanare dal loro campo. "Essi semplicemente prendevano un manufatto abbandonato dai gruppi che avevano abitato in precedenza in quel sito." "Ciò possiede anche una valenza economica, poiché aumentava la disponibilità di risorse litiche, specialmente durante i periodi di penuria. Inoltre, esso è un fattore rilevante per la spiegazione dei siti poiché essi diventano non solo luoghi in cui vivere ma anche dove reperire risorse," afferma il ricercatore. Vaquero e il team ritengono che questa pratica deve essere tenuta a mente quando si studia il sito. "Coloro che popolavano queste aree potrebbero aver spostato degli oggetti da dove erano stati collocati inizialmente. Essi potrebbero persino aver portato alla luce o rimosso sedimenti alla ricerca di utensili," ha aggiunto. Per maggiori informazioni, visitare: Universitat Rovira i Virgili: http://www.Urv.cat/en_index.html  Journal of Archaeological Science: http://www.Journals.elsevier.com/journal-of-archaeological-science/    
   
 

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