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Notiziario Marketpress di Giovedì 27 Settembre 2012
 
   
  EST EUROPA FRA POVERTA´ E SOLITUDINE

 
   
   Trento, 27 settembre 2012 - Come rispondono le società dell´Est Europa alle situazioni di emergenza, povertà e solitudine? Se ne è parlato ieri sera nel corso dell´evento pubblico organizzato nella sala Depero della Provincia nell´ambito della quarta edizione delle Rotte del Mondo, dedicata quest´anno al Continente europeo. I problemi messi al centro della discussione sono giganteschi: dalla malattia mentale ai bambini abbandonati che vivono nei canali sotterranei di Bucarest, passando per la droga, l´emarginazione, le tante forme di povertà. Povertà che convivono con la crescita, lo sviluppo accelerato, perché in questi paesi, così come in Cina o in altre realtà ovunque nel mondo, il divario sociale si allarga e i vecchi meccanismi solidaristici tipici delle società contadine non tengono più. Eppure, anche grazie al rapporto sempre più stretto con il resto dell´Europa, le cose cominciano a cambiare anche in Romania o nei Balcani. Presenti all´incontro, moderato dal direttore del Corriere del Trentino Enrico Franco, Claudio Agostini, direttore dell´Unità operativa di Psichiatria a Cles e coordinatore di un progetto nel campo della salute mentale in Serbia, Silvia Baraldi, pedagogista, per anni con i ragazzi di strada di Bucarest, oggi responsabile della comunicazione della onlus Parada-italia (con sede a Milano, oltre che a Bucarest), don Egidiu Condac, presidente della Caritas rumena e suor Betty Slawik, rumena di origine, diplomata assistente sociale a Trento, oggi a Chisinau, Moldavia. Don Condac ha illustrato le tante attività condotte dalla Caritas in Romania, e la crescita dell´associazionismo in tutto il paese. "Abbiamo cercato di creare un dialogo sempre più stretto con le autorità pubbliche. Durante il comunismo non era possibile, perché tutto era statalizzato e centralizzato. Oggi, specie dopo l´entrata della Romania nell´Europa, questo dialogo fra Stato, enti privati, ong, è possibile. Il contributo che riceviamo dallo Stato per portare avanti le varie attività, verso gli anziani, i bambini, i giovani, i tossicodipendenti, è cresciuto fino anche al 40% nel 2009, anche se poi per effetto della crisi è calato al 10% circa. Ma la cosa importante è che oggi lo Stato sta imparando a dialogare con la società civile, promuove il volontariato, e inizia ad usare gli aiuti europei in maniera mirata. Non solo: ogni realtà regionale sta portando avanti i propri progetti, conformemente alle esigenze locali." Claudio Agostini ha spostato il confronto sulla Serbia e sulla problematica della salute mentale. "Partecipo a questo progetto di cooperazione internazionale, realizzato dall´Associazione Trentino con i Balcani, dalla Caritas e con il sostegno della Provincia autonoma di Trento, da un anno e mezzo. La situazione della psichiatria in Serbia è ancora molto pesante, quantunque anche in altri paesi dell´Europa, fra cui l´Italia, fino a qualche anno fa non fosse molto diversa. Le persone vivono in strutture estremamente affollate, in condizioni di grande degrado, di mancanza di rispetto della dignità umana. E´ difficile dire se il problema sia più la sofferenza mentale o la mancanza totale di assistenza. Noi abbiamo come obiettivo quello di portare la nostra esperienza di psichiatria di comunità. E qualcosa sta lentamente cambiando. A partire dalle strutture, dall´affollamento delle camere e dalla sporcizia. Ma ora è l´approccio complessivo che deve cambiare. I malati devono essere visti come titolari di diritti, come soggetti della società a pieno titolo. Quanto più la comunità si assume la responsabilità anche dei propri malati, tanto più le persone guariscono o sfuggono al precipizio della cronicità." Silvia Baraldi lavora dal 2000 a Bucarest, dove è nata la onlus Parada, per iniziativa di un clown franco-algerino, Miloud Oukili, che scendeva nei canali sotterranei della rete di riscaldamento della città per incontrare i bambini di strada. L´impatto fra il clown e questi bambini, soli, abbandonati, arrabbiati col mondo, è stato fortissimo, ha creato un´empatia straordinaria. A nessuno era mai venuto in mente di scendere laggiù, figurarsi con gli arnesi del circo, il naso rosso, le palline. Una volta creata la relazione, però, è stato chiaro che ci volevano altri strumenti per intervenire, quelli degli assistenti sociali, degli psicologi e così via. Abbiamo creato un´associazione, abbiamo combattuto per fare accettare l´esistenza stessa dei bambini di strada, che le autorità negavano. Abbiamo portato molti di quei ragazzi, grazie all´arte, al teatro, nei palcoscenici dell´Europa. Per alcuni di essi la vita è completamente cambiata. Ma i problemi da affrontare sono enormi. Ad esempio la diffusione delle nuove droghe, sintetiche, micidiali. Tutto questo a Bucarest, una città dove da un lato ormai c´è tutto, da internet al Mc Donald´s, e dall´altro, per qualcuno, per questi bambini in particolare, manca tutto." Suor Betty Slawik è responsabile di un centro sociale a Chisinau, la "Casa della provvidenza". Ogni giorno almeno cento persone lo frequentano. "Quando vedo queste persone arrivare da noi, è come se vedessi una sorta di Vangelo vivente. Noi non facciamo distinzioni, accogliamo tutti. Spesso gli ortodossi ci chiedono: ma possiamo venire qui da voi, che siete cattolici? Ci dicono: siete la Provvidenza. La situazione che si vive in questo momento in Moldavia è quella di un disagio molto forte. Ad esserne vittime sono in primo luoghi gli anziani. Racconto solo un esempio: qualche giorno fa è arrivata da noi in mensa una persona cieca. Dopo avere mangiato mi ha chiesto di chiamare l´ambulanza. Le ho chiesto cosa si sentisse - perché non mi sembrava stesse male - e se non era meglio che andasse invece a casa. Ha risposto che la figlia non la voleva più, perché era cieca, non serviva a niente, e così sperava che l´ambulanza la portasse in ospedale, dove magari l´avrebbero tenuta lì per qualche giorno. Ecco, questo non è un caso estremo. E´ un esempio della solitudine in cui vivono molte persone, in una società profondamente disgregata." Questa mattina, nel frattempo, presso il Centro per la formazione alla solidarietà internazionale di Trento, nell´ex-convento degli Agostiniani di vicolo San Marco, si è tenuto l´incontro "Balcani.eu", sul processo di integrazione dei Balcani nell´Unione europea. Hanno partecipato Il professor Jens Woelk, Luisa Chiodi, direttrice scientifica dell´Osservatorio Balcani e Caucaso, Risto Karaikov, analista free lance e ricercatore dell´Osservatorio (in videoconferenza) e in veste di moderatore Andrea Cereghini. Proseguono anche gli incontri dei missionari con gli studenti delle scuole del Trentino, e gli incontri con l´autore nella casa-base di piazza Duomo, oggi con Silvia Biasutti e il suo libro "Viaggio a Chisinau". Questa sera allo spazio archeologico sotterraneo del Sass, in piazza Battisti, nuovo incontro pubblico sulla cooperazione trentina nel dopoguerra dei Balcani, a cura dell´Associazione Trentino con i Balcani e nuovamente del Centro di formazione di vicolo San Marco.  
   
 

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