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Notiziario Marketpress di Lunedì 01 Ottobre 2012
 
   
  VENDOLA: UN CARCERE DISUMANO È UNA FABBRICA DI VIOLENZA E INSICUREZZA

 
   
  Bari, 1 ottobre 2012 - “Credo che sia opportuno oggi sottoscrivere questo protocollo, all’indomani delle parole forti e severe che il Capo dello Stato ha pronunciato su quella questione che sta diventando uno scandalo internazionale: la condizione dei nostri penitenziari è vergognosa. Siamo dentro un dato strutturale di sovraffollamento che di per sé è un dato che rappresenta una lesione dei diritti fondamentali delle persone detenute”. Così il Presidente della Regione Puglia Nichi Vendola il 28 settembre a margine della sottoscrizione del Protocollo d’intesa contenente le “linee di indirizzo per la riduzione del rischio autolesivo e suicidario dei detenuti, degli internati e dei minorenni sottoposti a provvedimento penale”. Il Protocollo di Intesa Regionale, sottoscritto insieme con il Provveditore Regionale dell’Amministrazione Penitenziaria Giuseppe Martone e la Direttrice del Centro Giusitizia Minorile per la Puglia Francesca Perrini, è finalizzato a definire le linee di indirizzo per l’individuazione di procedure omogenee e condivise nell’adozione di misure di prevenzione del rischio suicidario dei detenuti ristretti negli Istituti penitenziari della Puglia e dei minori in carico ai Servizi della Giustizia Minorile, da prevedere nei Protocolli territoriali tra le Direzioni degli Istituti/servizi Minorili e le Aziende Sanitarie locali competenti. Alla firma del Protocollo era presente l’Assessore Regionale alle Politiche per la Salute Ettore Attolini. "Noi – ha spiegato Vendola – stiamo cercando di attirare l’attenzione dell’opinione pubblica, soprattutto sul tema del carcere e dei diritti dei detenuti. In Puglia ci sono stati negli ultimi mesi quattro suicidi e un numero importante di atti di autolesionismo. Perché un detenuto si ferisce, cerca di impiccarsi, si dispera? Perché il carcere è diventato, come risulta dalle denunce di Amnesty International o dalle condanne che subiamo presso la Corte di Giustizia Europea, un luogo disumano e barbarico”. Una delle ragioni principali, secondo Vendola, è il sovraffollamento: “non è possibile, in un carcere in cui possono essere ospitati quarantacinquemila detenuti, collocarne settantamila; significa che è impossibile avere condizioni igieniche, di salubrità e di rispetto della dignità delle persone. Noi dobbiamo sapere che i tribunali condannano alla privazione della libertà personale, non condannano alla privazione del senso della decenza, o alla negazione del diritto alla dignità, all’affettività e a potersi reinserire nella società”. “Un carcere disumano – ha continuato Il Presidente della Regione Puglia – è una fabbrica di violenza e di insicurezza, un carcere che rispetta e che offre la possibilità a un detenuto di formarsi per poter un giorno reinserirsi nella società è un carcere che rappresenta un punto di equilibrio e di armonia sociale. Noi ci battiamo contro l’assuefazione a questo scivolamento del circuito penitenziario italiano verso una condizione di ordinaria barbarie”. Vendola ha poi sottolineato il dato pugliese, secondo cui la Puglia ha la più alta percentuale di sovraffollamento pari al 188%. “Non so se negli anni passati – ha evidenziato Vendola – il Dipartimento dell’Amministrazione Penitenziaria, o il Ministero della Giustizia hanno pensato di fare un regalo alla Puglia riempiendo in forma particolarmente intensa le carceri pugliesi, fatto sta che nella nostra regione abbiamo la percentuale più alta di sovraffollamento. È un po’ sospetta questa volontà di mandare tanti esseri umani nelle nostre carceri, considerate, evidentemente, delle discariche e chi le abita dei rifiuti della società. Gli esseri umani, quand’anche avessero commesso dei gravi reati, restano esseri umani e non sono dei rifiuti e le galere non possono diventare delle discariche, ma devono diventare dei luoghi in cui espiare la pena e ritrovare un varco alla speranza di ritornare in società”. “Il sovraffollamento carcerario – ha commentato l’Assessore Attolini – e i casi suicidari e autolesivi dei detenuti sono due fenomeni che hanno una notevole correlazione. Credo sia necessario, quindi, esercitare un’intensa attività di controllo e di monitoraggio che poniamo in essere attraverso la firma di questo Protocollo”.  
   
 

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